Tradizioni

"L'abbraccio di Etna. Rigenerati dalla lava", momento corale di cultura e di festa

Antica Chiesa MadreUn momento corale di cultura e di festa, significativamente aperto a tutti anche al di fuori del territorio comunale, nell’anno delle celebrazioni del 350° anniversario della devastazione lavica dell’antico Misterbianco del 1669 e dell’avvio della sua tenace ricostruzione più a sud da parte di irriducibili “avi”. Allo Stabilimento Monaco di Misterbianco, il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica di Catania condivide con gioia il progetto "L'abbraccio di Etna, Rigenerati dalla lava", recente vincitore del XIII Concorso nazionale di lavoro e pastorale “Idee in Movimento”.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
11/09/2019

La festa della Madonna degli Ammalati, mamma di Gesù e di tutti gli uomini

Madonna degli AmmalatiRitorna nuovamente la festa della Madonna degli Ammalati, come ogni anno, come sempre. Una ricorrenza religiosa originale, unica, insostituibile per noi misterbianchesi. Si celebra in un luogo ameno, un po’ fuori le “mura” della città, dove si trova una piccola chiesa che esisteva già nell’antico Misterbianco e che ci ricorda il paese distrutto dal fuoco dell’Etna, esattamente trecento cinquant’anni fa, il 29 marzo 1669. La festa è dedicata a Maria, Madre di Dio, mamma di Gesù e di ognuno di noi.

Angelo Battiato

La terza ristampa del libro della "memoria" di padre Bruno Licciardello

Novantadue pagine, più un’antica “carta topografica” dell’epoca. Il libro “Viaggio agli avanzi rimasti dell’antica Comune di Misterbianco”, edito nel 1867 dalla Stamperia Bellini, è ormai un “omaggio” duraturo del sacerdote Antonino Bruno Licciardello alla sua gente, e non a caso dedicato alle future generazioni.

Roberto Fatuzzo

Trecentocinquanta anni ancora

MisterbiancoE che amiamo questa nostra città. L’amiamo intensamente, completamente, intimamente. L’amiamo come si ama una madre, un padre, un figlio, un amico. L’amiamo come si ama una donna, anche senza fedeltà, senza ricompensa, senza ricambio. Amiamo Misterbianco nonostante tutto, malgrado tutto. Anche quando ci maltratta, ci umilia, ci ferisce, ci tradisce.

Angelo Battiato

Una comunità che riparte dalle proprie "radici"

Anche a Misterbianco si è ricordato che appena un anno dopo il martirio della giovane Agata, nell’anno 252 Catania venne colpita il 1° febbraio da una grave eruzione dell'Etna, che ne distrusse presto alcune parti della periferia; il popolo, preso in Cattedrale il velo di Sant'Agata, lo portò in processione nei pressi della colata, che secondo la tradizione si arrestò dopo breve tempo, proprio il 5 febbraio, primo anniversario della morte della Vergine catanese.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
20/04/2019

A Misterbianco, il ritorno solenne del "Sacro Velo" di Sant'Agata

Sacro VeloQuel “Sacro Velo” di Sant’Agata che il 13 marzo 1669 arrivò nell’antica Misterbianco investita dalla devastante lava dell’Etna, portato in processione benedicente e “salvifica” per la forte fede degli abitanti, e poi riportatovi successivamente più volte, è ritornato solennemente al sito archeologico di “Campanarazzu” e nella Chiesa Madre di una volta, in occasione del 350° anniversario di quei tragici eventi significativamente definiti “la grande ruìna”.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
28/04/2019

La "cuddura cu l'ova", si perpetua un'antica tradizione misterbianchese

Teatro ComunaleNel periodo pasquale si perpetua a Misterbianco un’antica tradizione risalente a tempi e “riti” perduti. “A cuddura cu l’ova”, una specialità tipica e un “culto” popolare che in Sicilia assume i nomi più svariati di provincia in provincia (“aceddi, pupi, palummeddi” ecc.). Una volta era il regalo di Pasqua che si faceva ai propri cari, soprattutto dalla suocera alla futura nuora, o ai padrini, molto prima che nascessero le odierne uova pasquali.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
18/04/2019

La cronaca dell'eruzione del 1669 - Ricostruzione dell'evento - Testi originali

Stampa 1669Alcune notizie, o circostanze, che riferisconsi, non solo dai nostri Scrittori, ma pure dal conte Winchelsen, Signore Inglese, che ritornava da Costantinopoli, ove aveva dimorato in qualità di Ambasciatore del suo Re, mentre perdurava questo incendio, e si trattenne apposta nel nostro Mare, e poi scese in Città convitato dal Vescovo. Arrivato questi in Napoli scrisse al suo Re una lettera questo avvenimento, e questa lettera fu inserita nella Relazione del suo viaggio dal Sig. Cavaliere Hamilton, d’onde fu tradotta amie preghiere in lingua francese da Madama Sara Schenden, Signorina di sommi meriti, quando questa venne in questa Città con suo marito il Sig .Scheuden mio singolare padrone. Valendomi dunque di questa lettera addurò un nuovo testimonio oculare, incapacedi caricare ed esagerare, essendo un straniero portato di sua natura alla semplice verità.

Vito Fichera

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