Ringrazio Misterbianco.COM per l’ospitalità che mi riserva, perchè mi dà occasione, dopo l’esito del voto consiliare, di replicare le mie considerazioni, anche in riscontro a Pietro Santagati per il suo sconfortante commento al mio precedente articolo già pubblicato su questo sito col titolo "A Misterbianco la variante Humanitas giunge in Consiglio Comunale...che fare?"
Giudico, infatti, preoccupante l’arrendevolezza di Santagati ad adeguarsi alle realtà esistenti a cui egli fa riferimento. La concretezza degli eventi positivi della storia umana è venuta sempre dagli ideali, dalle utopie e spesso anche dal caos delle idee, e non invece dalla pigrizia intellettuale e dalla debolezza di considerare difficile a farsi la semplicità o persino esilaranti le fasi dibattimentali.
Perchè, dunque, il problema della Sanità non si ritiene praticabile nella dialettica di un Consiglio Comunale, se gli stessi consiglieri in un blog di discussione (SudPress) ammettono di essere confusi e a digiuno dell’argomento??
Ribadisco, perciò, i concetti che ho espresso sul mio precedente intervento su questo sito e sostengo che il Consiglio Comunale, dove siedono persone appartenenti alle varie formazioni “politiche”, avrebbe dovuto dare col voto una risposta che rappresentasse qualcosa che fosse assimilabile a quella nobile scienza che chiamiamo “politica”.
Il nostro Consiglio Comunale non è stato in grado di farlo perchè parla con la stessa povertà di linguaggio dei capifila. Lo si è visto dai loro brevi e arruffati "pensierini", obbedienti ed omologati tutti su vane richieste occupazionali di cui si sa già non aver riscontro, solo per blaterare un idioma populistico che possa illudere ancora gli allocchi, come lo è stato per le precedenti falsità col CENTRO SICILIA e col Centro logistico di stoccaggio LIDL, tutte aziende in località “La Tenutella”.
La verità è che non si può inventare una classe dirigente in una tornata elettorale, i cui temi dominanti sono stati l’idolatria al capofila e l’arrembaggio di "principianti" all’obolo di consigliere comunale. La classe dirigente si foggia nel tempo e con la partecipazione attiva al dibattito sociale del Paese.
Presto andremo ancora a votare alle Regionali e poi alle Nazionali, e tutti noi elettori avremmo necessità di esplorare tante idee. Personalmente anch’io ne avverto la necessità per le vissute esperienze che mi provengono dalle molte cose che sono cambiate a seguito di trasformazioni del sistema definite epocali:
-Si sbandierava l’arricchimento collettivo ed invece hanno fatto precipitare il ceto medio nella povertà;
-In nome della privatizzazione hanno prodotto i profitti per pochi e socializzato invece perdite e debiti;
-In nome della produttività e del mercato tagliano sul lavoro, distruggono lo stato sociale e si avvicinano al default....ed ora si taglia pure sulla sanità pubblica per darla in pasto a quella privata.
Come governare questi esperimenti sempre più nocivi alla democrazia ed ai bisogni popolari??
Se il Parlamento nazionale non è più in grado di dare soluzioni e ripiega su governi tecnici in mano a lobbies delle speculazioni, allora tocca ripartire dalla base. Ed in tal senso i Comuni rappresentano i nuovi strumenti di democrazia più efficaci per partorire dal basso le idee di una politica innovativa che dovrà investire Regioni e Parlamento in una visione reale dei bisogni popolari del territorio.
In quella notte del 18 Luglio scorso, dunque, l’adunata del Consiglio Comunale sembra essere servita solo per guadagnarsi ciascuno il suo obolo in gettone di presenza e non ha saputo riconsegnare al Comune quella agognata sana politica, la cui anemia, purtroppo, mi fa definire Misterbianco “un paese senza società”.
Non era in discussione il buon funzionamento o meno della sanità privata, perchè ne hanno il compito di controllo altre istituzioni dello Stato. Qui si trattava di “estendere” il contributo politico e dialettico del Consiglio Comunale per elevare le coscienze e la consapevolezza sociale di una funesta filiera di vantaggi, di profitti e di convenzioni, spesso con risultati speculativi, concessi alla sanità privata nel momento stesso in cui si annullano gli incentivi alla ricerca pubblica per la prevenzione dei fattori d’incidenza delle gravi forme di malattie.
Dov’era, dunque, la politica quella notte?... E se c’era, non ha fatto di certo il suo mestiere.
Bastava un dibattito coraggioso, serio ed argomentato dei nuovi rampolli di questo Consiglio Comunale, accompagnato da un esito di voto “rivoluzionario” dell’assemblea per denunciare i limiti in cui sono costrette ad operare le Amministrazioni Comunali nell’ambito di un sistema di Governo nazionale “plutocratico” che sta rivoltando lo Stato dei lavoratori contro gli stessi lavoratori. E giacché si invoca da tutti i Partiti l’avvio di riforme, sarebbe stata questa la prima espressione di protesta della volontà riformatrice veramente democratica della polis per una partecipazione reale e finalmente libera dal ricatto economico, ed avrebbe reso molto più difficili gli intrighi ed i maneggi delle lobbies finanziarie, delle speculazioni e delle mafie.
Se ora questi nuovi rappresentanti del popolo in Consiglio Comunale non sono in grado di farlo, ALLORA TOCCA ALLA POLITICA DEL POPOLO CHIEDERNE I CONTI ED ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ DEI PROPRI DESTINI.
(www.webalice.it/arenavincenzo )
Commenti
caro Arena,
caro Arena,
la ringrazio per la citazione. Confesso che sono un po' deluso dal modo assai superficiale con cui ha archiviato il mio commento all'articolo "A Misterbianco la variante Humanitas giunge in Consiglio Comunale...che fare?", sconfortante, arrendevole... Mi spiace ma devo rispedire questi attributi poco qualificanti al mittente.
Io ho solo fotografato la realtà, una realtà chiara e semplice: il consiglio comunale di Misterbianco non ha la competenza, la capacità e soprattutto la responsabilità di prendere decisioni in materia di politiche sanitarie.
Lei ha ragione quando dice che poteva (o meglio doveva) essere fatto un dibattito politico in consiglio, ma questo, a mio parere, non ha nulla a che fare con la votazione sulla concessione della variante.
Dopo la votazione il suo giudizio sul consiglio comunale è diventato più aspro, io ero stato decisamente più tenero definendo "esilarante" un ipotetico dibattito sull'Humanitas.
Comunque anche io, come lei, invoco "la politica del popolo" ad assumersi la responsabilità dei propri destini. Io lo faccio perchè non credo nella politica rappresentativa, non accetto il coma intellettuale del popolo e penso questo indipendentemente dalla condivisione (o meno) di ciò che avviene in consiglio comunale. Ideale
Caro Enzo Arena,chi le scrive
Caro Enzo Arena, chi le scrive un breve commento a quanto da Lei magistralmente esposto è Serafino Caruso, consigliere comunale ''principiante all'arrembaggio'' come da Lei asserito, che però, mi spiace per Lei, ha deciso di destinare il proprio obolo ai meno abbienti attraverso enti e associazioni di volontariato presenti sul territorio di Misterbianco, 'paese senza societa' come da Lei definito ma che, purtroppo per Lei, presenta tantissime forme di sano volontariato, organizzato e non, che certamente rappresentano la parte più sana ed importante della società.
Al contrario, tantissimi intellettuali, abituati ad oziare stabilmente davanti ai bar, pretendono, a modo loro, di poter dare lezioni di stile e di competenze, affermando che il consiglio comunale evidenzia ''poverta' di linguaggio''!! Ma Le pare, quello della sanità, un argomento sul quale ci si poteva sbizzarrire, o piuttosto sarebbe stato più logico chiedersi come mai certe scelte così importanti passano sulle nostre teste, riducendo drasticamente lo spazio di intervento nel quale noi tutti, compresa la POLITICA DELLA GENTE DA LEI INVOCATA, può dire la propria. Nel salutarLA affettuosamente, La prego di avere più rispetto per il Consiglio Comunale, vera casa di tutti i cittadini in ordine alla rappresentatività, esortandoLa, qualora lo volesse a una maggiore collaborazione in spirito costruttivo. Grazie per la Sua attenzione.
Serafino Caruso
Caro Enzo Arena
Caro Enzo Arena
Rompo il mio silenzio sulla variante Humanitas prendendo spunto dalla tua ultima lettera sull’argomento. Due sono gli elementi che emergono: il primo riguarda il concetto di sanità privata presente anche nel tuo precedente articolo; l’altro, più casalingo riguarda il comportamento del Consiglio Comunale in merito all’argomento in oggetto.
L’uno chiama in causa l’altro e tutti e due si elidono a vicenda.
Provo a fornire la mia analisi e offrire il mio modesto contributo al dibattito.
Non sono d’accordo con i concetti da te espressi sulla sanità privata, perché collidono in modo esasperato con la realtà ormai consolidatasi nel mondo moderno e occidentale in particolare. La gestione di qualsivoglia attività umana non dipende più da una pianificazione centralista e statalista per mezzo di piani di sviluppo imposti dall’alto (es. i Gosplan sovietici), bensì sulla scorta della domanda che genera una conseguente offerta di beni e servizi. Questo è il principio primordiale “dell’economia di mercato” (A. Smith – La ricchezza delle nazioni-anno 1776). Il problema quindi non è riposto nell’offerta di servizi da parte dei privati (la sanità è uno dei principali servizi per la collettività) ma piuttosto in tutti quegli elementi che, negli ultimi decenni in particolare, sono intervenuti manipolando, falsando e in alcuni casi drogando sia la domanda che la conseguente offerta. Qualunque cosa si possa dire sul sistema sanitario nazionale, certamente è innegabile che da la possibilità a tutti i cittadini di poterne fruire (differente è la situazione nei paesi anglosassoni). Su questa possibilità offerta a tutti si è innescato però il bubbone del malaffare, della corruzione, del clientelismo più sfrenato che italicamente ha segnato tutte le conquiste di civiltà della nostra nazione. Secondo me, non si migliora il servizio pubblico negando la possibilità ad un privato di realizzare una nuova struttura sanitaria, ma piuttosto è vero il contrario, e cioè il servizio pubblico può e deve essere stimolato a migliorarsi e rigenerarsi dalla eventuale presenza e concorrenza del privato. Rimane ovviamente la domanda: esistono altre strutture operanti sul territorio dove sorgerà quella nuova? Se la risposta è positiva, si pone la questione se autorizzare la convenzione con il servizio pubblico alla nuova struttura.
E qui diventiamo piccoli piccoli, io tu e tanti altri perché il sistema che tu chiami “plutocratico” oggi “lobbies” o “poteri forti” detiene il potere di riuscire a conformare le scelte ai propri bisogni, proprio perché è “forte”.
E qui si innesta la seconda questione (quella casalinga). Poteva il nostro consiglio comunale dibattere di questioni politiche così complesse e concludere la sessione con un “voto rivoluzionario”? NO-NO-NO.
NO - perché innanzi tutto il consiglio comunale è stato chiamato a esprimere un voto su di una variante urbanistica per una struttura sulla cui ubicazione altri avevano già deciso in altra sede (e non parlo solo della conferenza dei servizi regionale pubblica).
NO – perché la formazione politica degli attuali consiglieri (così come quella di tanti altri che li hanno preceduti) è carente o non esiste affatto, perché molti di loro non sanno neanche cosa sia un dibattito politico, frutto di preparazione, studio, confronto, in quanto sono figli di una politica che si basa esclusivamente sul consenso del bisogno e non sul senso di appartenenza ad una idea di società. Prova ne è il fatto di quanti, nel corso degli anni, hanno cambiato casacca più volte e più velocemente di come si consuma un espresso al bar!
NO – perché il popolo da te più volte chiamato in causa non avrebbe capito il senso di un “voto rivoluzionario” contro una struttura sanitaria perché il popolo ancora oggi quando si parla di salute tiene ancora “il cappello in mano” alla faccia dei plutocrati e di tutte le lobbies del mondo. E questo te lo dice uno che da oltre 20 anni frequenta purtroppo la sanità pubblica e privata – da utente.
Voglio concludere con un invito a tutti: cittadini, politici, politicanti, ascari e “capifila”, citando la frase di un grande uomo:
Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla... (Martin Luther King).
Ad maiora
Pippo Gullotta
Intervengo in questo blog
Intervengo in questo blog innanzitutto presentandomi: mi chiamo Agatino Nastasi, ho 34 anni e sono un'attivista del Movimento 5 stelle, neonato a Misterbianco. Premetto che il mio interesse per la politica nostrana è nato durante l'ultima campagna elettorale, svoltasi per buona parte anche su internet attraverso i social network, e che non ho mai, prima d'ora, fatto parte di alcun partito o movimento civico. Da quando si è insediata la nuova amministrazione, seguo con interesse i consigli comunali e mi confronto spesso con i nostri rappresentanti, che a prescindere dal colore politico, posso dire abbiano finora dato massima disponibilità al dialogo con i cittadini come mai era accaduto nel nostro comune. Una disponibilità che purtroppo vedo scemare di giorno in giorno, essendo inversamente proporzionale a quei giochi faziosi che qualcuno ama etichettare per "politici", ma che in realtà sono l'anti-politica per eccellenza. Quel confronto politico a cui aspira il sig. Enzo Arena (e molta altra gente come me) è lontano anni luce dall'aula consiliare. Ho visto votare l'aumento della Tia con un voto di maggioranza che prescindeva dalla consapevolezza del danno arrecato alle imprese commerciali misterbianchesi o delle eventuali strade alternative percorribili, perchè gran parte dei votanti era male-informata o peggio faceva finta di esserlo. Non voglio tediare i lettori raccontando i penosi attacchi da me subiti mentre cercavo di fare chiarezza sull'argomento. Premesso ciò, aspettarsi la trattazione completa di un argomento come quello dell'Humanitas mi sembra assolutamente inverosimile. Oltre che pretenzioso. In effetti, concordo pienamente con le osservazioni puntualizzate dal consigliere Caruso e dal sig. Pippo Gullotta: si votava una variante al PRG, ed anche le osservazioni avanzate da qualche consigliere sulle eventuali assunzioni di misterbianchesi all'Humanitas, mi sono sembrate fuori luogo oltre che improponibili. L'unica cosa possibile e pretendibile è un serio monitoraggio sull'osservanza delle norme civili e sanitarie da parte di una società che, essendo privata, corre il rischio di fare un business della salute dei cittadini. Ma questo, al momento, non è un argomento trattabile dal nostro consiglio.
Cordialmente
condivido in toto l
condivido in toto l'intervento di Agatino Nastasi. Ma per maggiore chiarezza, ricordo a tutti (me compreso), che il consiglio comunale è un organismo rappresentativo ELETTO dai cittadini. E sono i cittadini (e nessun altro!) a dover condizionare le scelte del consiglio.
E' perciò fondamentale che i cittadini siano informati sull'attività del consiglio e delle commissioni, anche e soprattutto, con la diretta streaming su internet di tali attività.
Spero siano false le voci secondo le quali, coloro che avevano dato la propria disponibilità nel postvoto, passata la "sbronza" l'hanno ritirata.
IL PEGGIO E’ ANCORA POSSIBILE
IL PEGGIO E’ ANCORA POSSIBILE... LA PRIVATIZZAZIONE DELLO STATO E DELLE ISTITUZIONI DI GOVERNO.
Ritengo opportuna una ulteriore replica sull’argomento della variante Humanitas, soprattutto perché mi corre l’obbligo di ricondurre la discussione a far chiarezza sulle interpretazioni dei commenti postati su questo sito.
Se gli interlocutori dei commenti rileggono il mio primo post sulla variante Humanitas titolato «A MISTERBIANCO LA VARIANTE HUMANITAS GIUNGE IN CONSIGLIO COMUNALE..CHE FARE?», le tre realtà fotografate dal commento di Pietro SANTAGATI sono benissimo percepite sul mio intervento. Averlo letto distrattamente potrebbero essere fraintesi i miei intendimenti che, come ho capito, il concittadino Santagati me ne ha fatto segno di “debolezza d’analisi”.
Infatti, è proprio dalla mia consapevolezza di queste tre realtà che ho ritenuto suggerire ai neo-consiglieri che non si limitassero a chiudere l’argomento con la semplice espressione di voto sulla variante, ma di aprire nell’occasione un dibattito politico che servisse ad elevare le coscienze su un fenomeno che di fatto favorisce le strutture private a tutto danno delle strutture pubbliche, come in questo caso la sanità pubblica e la ricerca, a cui si tolgono i fondi e poi si elargiscono concessioni a tutto vantaggio della sanità privata che non ha alcuna cultura dell’eguaglianza.
E non solo, ma SOPRATTUTTO PER UNA VARIANTE DI TALE PORTATA si richiedeva un’attenta analisi perché in generale i progetti delle reiterate varianti al PRG permetterebbero una speculazione fondiaria ed edilizia in zone agricole sulle quali una variazione a diversa destinazione può far fruttare una buona rendita immobiliare agli SPECULATORI SPESSO "INVISIBILI".
E poi DOVE REALMENTE STA IL VANTAGGIO PER LA NOSTRA CITTADINANZA?. Quello privato si scorge benissimo, quello pubblico non riesco a vederlo. Mentre su queste zone di Tenutella e Sieli si potrebbe destinare la definizione progettuale di un parco verde-paesaggistico per nuove idee che favorirebbero la formazione di paesaggi più vivibili, ecologicamente più sostenibili e di maggior pregio sotto l’aspetto estetico, con effetti positivi anche dal punto di vista economico, turistico ed occupazionale. E comunque opere che non interagiscano con la struttura del terreno dichiaratamente inadatto alla posa di grandi infrastrutture per vincolo idrogeologico.
Il Consiglio Comunale è vero che non decide in materia di programmazione sanitaria, ma QUESTO NON GLI IMPEDISCE DI ESERCITARE IL MANDATO POLITICO-AMMINISTRATIVO di esprimere un parere, che permetterebbe di chiarire ai cittadini i propri dubbi ed ai consiglieri di fare le loro deduzioni per uscirne con un progetto condiviso almeno dalla consapevolezza collettiva di convinta opinione.
La partecipazione alla vita politica va costruita e non solamente dichiarata, perché l’indifferenza nelle scelte inibisce poi nel sociale la presa di coscienza che il problema richiede se i cittadini lo vengono a sapere a cose già fatte in Commissione ed in Consiglio.
Infatti, da quello che mi è stato dato da leggere nei commenti pervenuti, la stessa arrendevolezza l’ho percepita nelle posizioni che ricalcano l’excursus della vicenda, in quanto non vi ho trovato una proposta critica innovativa, ma soltanto il rassegnato affidamento ad una auspicabile serietà del progetto Humanitas, e niente più. Sulle varianti al PRG nessun elemento propositivo di progetti alternativi che bonifichino in tali zone gli impatti sull’ambiente (cementificazione, discarica di rifiuti urbani, scarti di lavorazioni, peggioramento di qualità dell’aria, ecc..) e sulla persona (rischi di salute correlati all’inquinamento, all’eccessivo traffico, stress, ecc..). Tutte cose di lungimirante previsione che dovrebbero spingere i cittadini a delle riflessioni profonde, prendendo atto che il territorio è una risorsa da preservare, iniziando dal fatto che la sua salute è anche la nostra, fornendo così una risposta alle esigenze di valorizzazione degli àmbiti, di ricostruzione del paesaggio nonché di vivibilità e fruibilità degli spazi.
Poi, sull’esito di voto del consiglio comunale, ho voluto esternare le mie impressioni con altro intervento titolato «DOV’ERA LA POLITICA LA NOTTE DEL 18 LUGLIO ?..SE C’ERA NON HA FATTO IL SUO MESTIERE!», deluso come cittadino dall’approvazione acritica, priva di relazione introduttiva della Commissione e senza un incisivo dibattimento in seno al Consiglio. In compenso, però, l’approvazione è stata CORROBORATA da un voto unanime che ha ignorato le ombre discutibili emerse nei blog di noti siti locali di giornalismo investigativo.
E’ PREOCCUPANTE, dunque, che la funzione principale dei Sindaci e dei Consigli Comunali, che dovrebbe essere “lungimirante” di futuri sviluppi, possa ridursi a banale ratifica di varianti già decise altrove. Essi piuttosto possono e devono svolgere il loro ruolo di amministratori della polis e, quando serve, anche in contrasto con la Regione. Ed è quello che dovrebbero fare per non essere ancora una volta passivi esecutori delle decisioni dei POTENTATI REGIONALI, con i quali i nostri onorevoli concittadini On. Sindaco DI GUARDO e On. LEANZA si sono resi COMPLICI E COLLABORATORI del disfacimento.
La cosa più ridicola è l’illusione che si dà alla cittadinanza da parte dei nostri eletti consiglieri, quasi tutti a gratificarsi della realizzazione di un servizio sanitario privato che consentirebbe una crescita occupazionale inesistente o del convincimento che la vita migliorerà, che le tariffe sanitarie diminuiranno e che non ci saranno più problemi per la salute e le malattie. Che poi il privato funzioni meglio è tutto da vedere, stando alle notizie di un crescendo di scandali nella sanità privata.
Ora il concittadino consigliere Serafino CARUSO mi richiama al rispetto del Consiglio Comunale. Il mio rispetto all’istituzione del Consiglio e dell’Amministrazione in carica è certamente dovuto, ma i loro componenti il rispetto non lo devono pretendere per la condizione di eletti o per il numero di voti personali. Se lo devono guadagnare sul campo PER QUELLO CHE ESSI SEMINANO, con la lungimiranza culturalmente attrezzata a concretizzare scelte altamente qualificanti per la società, non certo con le banali manifestazioni di ordinaria amministrazione o peggio con esibizioni di opportunismo alla propria immagine, e ancor meno con interviste-video pianificate a dar fiato alle solite noiose tiritere piuttosto che ad incalzare l’interlocutore sulle più serie questioni oscurate.
SE NON ORA QUANDO?...gridavano a Misterbianco quei validi giovani in arancione durante la campagna elettorale. E sono rimasti inascoltati dalla disattenzione dei cittadini distratti dal teatrino del politicantismo locale.
Occorre stigmatizzare queste imprudenze dell’incoscienza delle illusioni e mettere, invece, a disposizione dei nostri giovani l’attrezzatura mentale per ribellarsi alla tendenza dei nostri governi plutocratici succeduti negli ultimi 20 anni, che vogliono privatizzare ogni servizio pubblico giustificandola con la mancanza di mezzi finanziari disponibili al loro funzionamento. MA PRIVATIZZARE SIGNIFICA RENDERE DI POCHI QUELLO CHE E' DI TUTTI.
Così, dopo i vari tentativi ancora in corso con acqua, trasporti ed energia, c’è l’intenzione di indebolire anche il sistema sanitario pubblico, sino a tagliare drasticamente i fondi per i presìdi ospedalieri, smantellandoli e, di conseguenza, compromettendone la funzionalità e l'efficienza favore del privato.
Questa politica sanitaria, già logorata dal fastidioso intermezzo tra visite private intra moenia (dentro l’ospedale) o extra moenia (fuori ospedale), sta progressivamente sradicando i valori del sistema sanitario nazionale, perchè si muove nella direzione di assecondare la privatizzazione della sanità tramite la complicità di politici regionali spesso per lasciare spazio a gruppi di potere e agli interessi speculativi, come sul modello Formigoni in Lombardia o su quello Cuffaro prima e Lombardo ora in Sicilia.
Occorre impedire questo “autolesionismo”. La nostra sanità (all’avanguardia per l’assistenza capillare uguale per tutti a differenza di quella americana dove la povera gente muore se non può permettersi l’assicurazione sanitaria) ha bisogno di essere, più che riformata, rivoluzionata nella riorganizzazione dei presìdi ospedalieri configurandoli in centri di prevenzione, di terapia e di alta ricerca scientifica per garantire interventi e qualità in tempi brevi ai bisogni e alle urgenze dei cittadini, per cui -contrariamente a quanto afferma l’amico Pippo GULLOTTA- sarebbe decoroso che i bilanci dello Stato, anziche tagliare a vantaggio del privato, garantissero risorse sufficienti al servizio sanitario nazionale per stimolare invece la competitività della decantata sanità privata.
SE TUTTO QUESTO SARA' TRASCURATO, l’esito per la nostra repubblica democratica sarà nefasto. E la responsabilità di quel peggio ancora possibile sarà dipeso dalle nostre incaute scelte.
Ora, potrebbe anche essere non di gradimento quello che scrivo. Ma sono partigiano di una idea e accetto volentieri la partigianeria degli altri, se non altro perché la intendo una scelta di manifesta coerenza al proprio pensiero. (Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. - A.Gramsci).
Evidentemente confesso di portarmi dietro la mia ideologia ed il mio punto di vista. Traggo, infatti, origine da quella grande tribù di pensiero, a cui devo la mia formazione ideale ed irrinunciabile di avversione alla privatizzazione ed al sistema capitalistico, contro cui ho manifestato da sempre la mia resistenza senza alcuna velleità di protagonismo o apparenza.
Forse questa mia resistenza non ha saputo spiegare bene “QUELLO CHE VOGLIO”, ma l’unica cosa certa è di avere appreso ed espresso sempre, a me stesso ed agli altri, perfettamente “QUELLO CHE NON VOGLIO”.
Mi dispiace, dunque, che SANTAGATI abbia inteso poco qualificante qualche attributo al suo commento nella mia prima replica. Le assicuro che non era nelle mie intenzioni , anche perchè il mio vecchio vocabolario non lo spiega come sinonimo di offesa.
Ad ogni modo apprezzo le note dei commenti che leggo con tanta attenzione e ringrazio i loro autori (Pippo Gullotta, Pietro Santagati, Serafino Caruso, Agatino Nastasi e i lettori del sito) per le ricchezze ideali di contributo al dibattito sul bene comune di Misterbianco, nonchè per l’attenzione che hanno voluto riservarmi.
Con stima
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