A Misterbianco la necessità di fare rete per la "povertà educativa ed economica"

Povertà educativaUn momento operativo importante, che dovrà avere un seguito concreto. Allo Stabilimento Monaco di Misterbianco, l’assessora comunale alla Solidarietà sociale e Pari opportunità Marina Virgillito ha voluto incontrare le parrocchie e le realtà associative del territorio sul tema “Povertà educativa ed economica, per fare rete e progettare insieme”.

Ed era presente «una fetta significativa della Misterbianco che ce la può fare», com’e stato significativamente sottolineato. Con i contributi di interventi qualificati e “motivati”: la parrocchia San Nicolò, il Consultorio familiare Agnese Lo Certo, il Misterbianco Calcio, la Cooperativa Marianella Garçia, il “Cerchio delle donne”, l’associazione “Le ali di Ele” e la dirigente dei Servizi sociali Pinella Di Pietro.

Già la relazione iniziale del dott. Alessio Fasulo, dell’associazione "Save the children", aveva delineato la situazione attuale della nostra area con dati estremamente preoccupanti: un minore su 4 in situazione di “povertà relativa”, il 21% di dispersione scolastica, il 37,5% di “Neet” che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro; numeri impietosi che invitano alla riflessione e alla responsabilità, dopo due anni di crisi ed emergenza sanitaria, economica, sociale e formativa. Con un futuro che già molti giovanissimi vedono incerto, imponendo di investire sulla scuola, sulle pari opportunità di “ascesa sociale” nelle garanzie di crescita e occupazione.

Occorre organizzarsi e intercettare le opportunità e risorse dei fondi pubblici e privati, in un’ottica di “rete” che sappia progettare ascoltando le esigenze e difficoltà reali. E molte di queste opportunità di finanziamenti preziosi vengono purtroppo ancora perse, proprio laddove ce n’è maggior bisogno, per carente conoscenza dei bandi o mancata progettazione.

Ma ad aver bisogno di cura e condivisione non sono solo minori e giovani, e la discussione si è opportunamente estesa - con palpitanti testimonianze e molti esempi locali - alle varie forme di povertà educativa e “deprivazione” sociale e culturale: a partire dalle famiglie, dalle donne e dalle fasce più fragili, gli stranieri, gli anziani e le disabilità. Ed ecco nascere subito “segnalazioni” e sollecitazioni, per mettere sinergicamente in campo le idee e creare una “rete” davvero concreta e operativa, affinchè si formi una “comunità monitorante ed educante” fatta di ascolto, accompagnamento, formazione; perché le risorse umane ci sono. Agevolando la comunicazione e incontri frequenti, per individuare e realizzare assieme le azioni necessarie ai vari bisogni locali.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
12/05/2022

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