Misterbianco, da rossa a giallorossa: di mezzo c’è però Nino Di Guardo

Elezioni Comunali 2021 - MisterbiancoPartirebbe male l’intesa Pd più M5s in Sicilia senza la convergenza in una piazza simbolo come quella di Misterbianco, uno dei fortini – da sempre – del socialismo catanese. Da rossa a giallorossa, il passaggio potrebbe essere breve. Ma da qui all’accordo c’è di mezzo Nino Di Guardo. Un nome indigesto ai cinque stelle, appunto perché connesso politicamente (seppur mai indagato) al recente scioglimento del Comune per Mafia. Un dettaglio che ha portato l’eurodeputato Dino Giarrusso a far saltare qualsiasi tavolo di trattativa, nonostante l’ex primo cittadino sia stato dichiarato candidabile dal Tribunale del capoluogo etneo. Da Catania, il segretario dem Angelo Villari ha intanto chiesto un supplemento di riflessione nel tentativo di salvare capra e cavoli: ovvero la tenuta del convergenza sui territori della maggioranza che ha sostenuto il Conte 2.

Nino Di Guardo, già cinque volte sindaco, c’è ancora spazio per l’intesa giallorossa e a quali condizioni?

“Le condizioni sono normalissime. Io ho avuto un incontro ufficiale a Misterbianco, dove c’erano il sottosegretario Cancellieri, il mio segretario Regionale (Anthony Barbgallo, ndr), c’erano i due deputati cinque stelle di Misterbianco. Ho già dato la mia disponibilità a collaborare”.

Cosa le hanno chiesto?

“Il vicesindaco. Ma io ho spiegato loro che è un assessore come un altro che si indica dopo l’esito elettorale. Ho detto loro pure che una rappresentanza in Giunta del M5s la desidero e la voglio. Tutto mi sembrava tranquillo. Poi è intervenuto l’eurodeputato Dino Giarrusso che ha detto che ero responsabile dello scioglimento per mafia del Comune e come tale non più candidabile”.

La sua reazione?

“Ho detto a tutti di leggere la sentenza del Tribunale civile, della terza sezione, che dice che sono candidabile. Ciò detto, ribadisco che non ho mai ricevuto alcuna comunicazione penale e non ho alcuna responsabilità politica circa quanto avvenuto al Comune”.

Come valuta oggi quanto accaduto ?

“È stata tutta un’impostura per uccidere un Comune virtuoso come Misterbianco”.

Torniamo alla politica, per ora. La lettura che vede la grande intesa giallorossa messa a repentaglio da Di Guardo è in linea con i fatti?

“Mi creda, non posso uscire di casa senza che i miei concittadini mi chiedano di tornare alla guida del Comune. Mi dicono che il Comune è nelle mani di nessuno. Mi creda, è così”.

Sarebbe la sesta candidatura, giusto?

“Sono sempre stato al servizio della mia comunità, a testa alta e con onore. Così vorrei continuare a fare, per non deludere i miei concittadini”.

Sulla candidatura di Di Guardo non si può discutere?

“Chi vuol farlo è libero di farlo, ma senza pregiudizi infondati. Finora non ho mai avuto una comunicazione giudiziaria o un rinvio a giudizio. Sono in perfetta regola e l’ho già dimostrato”.

È vero, a livello giudiziario non c’è nulla. Ma, in coscienza, quanto le è pesato lo scioglimento?

“Stavo entrando in depressione, perché non mi spiegavo il perché di tutto ciò. Sapevo e so che dentro il Municipio non c’è mai stato alcun condizionamento. Nessun mafioso ha mai messo piede lì dentro. Per questo è stato un fulmine a ciel sereno. Mi stavo ammalando”.

Come ne è uscito?

“Io e mia moglie, insieme, abbiamo messo mano a un libro che ci ha aiutato a mettere ordine ai fatti. Anzi, glielo posso far recapitare?”

Con piacere. [In effetti è già arrivato in redazione] Cosa vuole dimostrare con questo libro?

“Si chiama Crimine di Stato”.

Titolo forte, non trova?

“Sì, perché in questa vicenda lo Stato ha commesso un crimine. Lo ribadisco: la mafia non ha mai messo piede al Comune e il Comune non è stato sciolto per mafia. Ci saranno stati ben altri interessi dietro che io negli anni ho toccato. Evidentemente ho dato fastidio”.

Sindaco, dica però quali sono questi interessi?

“Chi ha favorito lo scioglimento del nostro Comune? La discarica di Motta Sant’Anastasia. Io non dico che sono stati i titolari della discarica a far sciogliere il Comune, ma il risultato è questo. In fondo, con i miei ricorsi ho fatto perdere loro 12 milioni di euro. Per me si tratta di un dato di fatto”.

Il segretario provinciale del Pd, Angelo Villari, ha parlato con LiveSicilia della necessità di un cambio generazionale a Misterbianco. Vedo che lei ha qualche capello bianco: si è sentito tirato in causa?

“Io avevo avviato un percorso generazionale nella mia ultima sindacatura, coinvolgendo giovani validi e motivati. A loro pensavo di consegnare la guida del partito e del Comune. Purtroppo sono stato interrotto dopo appena due anni…”

Visto quanto successo, perché non farlo ora?

“Certo, non sono un bambino. Per amministrare un Comune occorre esperienza, conoscenza e passione. Penso di avere questi requisiti per imboccare questa strada. Che è soprattutto quella di disegnare il riscatto di un Comune offeso ingiustamente. Poi arriveranno le nuove generazioni”.

La decisione ultima sulla sua candidatura spetta al circolo Pd, cosa si aspetta?

“Il circolo ha già scelto e ha deciso che Nino Di Guardo sarà sostenuto da tutto il Pd”.

I rumors dicono che gli autonomisti, gli stessi che hanno sottoscritto un patto federativo con la Lega, potrebbero essere al suo fianco. Come stano le cose?

“Io so che la Lega appoggia un altro candidato sindaco, ci mancherebbe. Io opero alla luce del sole. Non ci sono accordi sottobanco”.

Ma l’accordo con l’Autonomia c’è o no?

“Non lo so. La mia candidatura nasce per rispondere alle esigenze di quei concittadini che invocano il mio ritorno al Comune. Se ci sarà un coagulo di forze trasparenti e pulite, bene. Valuteremo a loro tempo. Io sono aperto alle collaborazioni in nome della trasparenza”.

livesicilia.it
23/06/2021

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