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Pasquale MusarraNoi che conosciamo la morte e le sofferenze ad essa connesse non gioiamo, e ci accostiamo con doveroso rispetto ai parenti e agli amici che perdono un loro caro.

Tuttavia, dalla morte ne traiamo spunti e riflessioni che ci guidano nelle nostre scelte di vita e nella realizzazione dei nostri bisogni e desideri quotidiani.

La scomparsa di un personaggio pubblico mette inevitabilmente in evidenza il suo operato, le sue condotte, le sue scelte, le azioni politiche, i suoi comportamenti pubblici.

I suoi affetti, i suoi sentimenti, le sue emozioni rientrano nella sfera privata e personale che nessuno deve permettersi d’infrangere o violare.

Sappiamo, però, come la politica entra inesorabile nella vita privata e famigliari dei cittadini attraverso i meccanismi della gestione della cosa pubblica, fornendo o privando la società civile degli strumenti essenziali per la realizzazione di una condizione di benessere o malessere pubblico.

La politica quindi entra, prepotentemente, nella nostra sfera privata, dandoci o privandoci di quei beni comuni che solo le azioni politiche ridistribuiscono con giustizia ed equità.

Qualità di vita e condizioni di benessere che condizionano il nostro presente e il nostro futuro, salute, lavoro, educazione, diritti-doveri, la casa, il cibo, l’aria, i rifiuti, l’acqua.

Ed è su queste temi e sulle azioni politiche che ad esse si legano che viene a realizzarsi una buona e giusta società civile e se ne realizzano le condizioni di benessere o malessere per tutti i cittadini.

Da tale concezione della politica e del politico che ne diventa artefice e protagonista principale, necessita, riteniamo, una costante e continua valutazione che ne metta in evidenza il buon esito o le manchevolezze delle sue azioni di governo.

E la morte per quanto terribile e nefasta diventa inesorabilmente il momento di sintesi e di raccolta di tutte quelle informazioni e azioni politiche che il governante ha prodotto nel corso della sua vita pubblica dando o sottraendo benessere, giustizia ed equità al suo popolo.

È assolutamente falsa ed ingiusta la diceria secondo la quale tutti i politici sono ladri ed approfittatori che operano esclusivamente per il loro tornaconto personale e dei loro amici.

Non è così, ci sono stati e ci sono uomini e donne dedicati alla politica che hanno fatto dono al loro popolo di tutta la loro passione ed intelligenza e dopo la loro morte hanno lasciato le loro città fiorenti e prosperose.

Ed è anche vero, che ci sono uomini e donne dediti alla politica e alla gestione del bene comune che a causa delle loro azioni politiche hanno lasciato i loro concittadini in una indicibile condizione di sofferenza, di miseria e di sporcizia, sottraendo addirittura denaro e soldi pubblici per un fallace ed insensato interesse personale.

La giustizia sociale non giustifica ne perdona e lascia indelebili i segni delle azioni compiuti dagli uomini.

Pasquale Musarra

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La morte è forse una forma di giustizia sociale? Riposi in pace, chè per fortuna non spetta a noi giudicarlo!

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Siamo alle solite: Nessuno...dico, Nessuno è perfetto. Ciascuno di noi pensa di essere nel giusto...ma altro non siamo che sacchetti di plastica pieni di H2O.

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