Dopo lo schema di massima del Piano Regolatore Generale redatto dalla precedente Amministrazione del sindaco Ninella Caruso, adesso il subentrante Di Guardo invita la cittadinanza a presentare proposte ed osservazioni al PRG.
Sembrerebbe, a primo acchito, una buona intenzione rendere partecipativo il varo del nuovo strumento urbanistico. Ma un dubbio mi assale... basteranno 15 giorni (dall’1 Giugno) a coinvolgere intensamente i tecnici e i cittadini in questo interessante approccio alle varie fasi per una ideazione virtuosa dell’assetto del nostro territorio??. E poi, perchè questa immediatezza a pochi giorni dall’insediamento della nuova Amministrazione??. Approfitto, dunque, dell’ospitalità di questo sito per estendere qui appresso il mio pensiero e qualche valutazione d’impatto con la politica pubblica della nuova gestione.
Vorrei, infatti, poter interpretare questo percorso formativo del piano come un incisivo fattore di democrazia locale protesa ad una precisa pianificazione che dovrà identificarsi con le reali esigenze della cittadinanza. Tutto questo, però, presuppone non solo l’attenta acquisizione degli elementi conoscitivi dei tecnici che operano nell’ambito del nostro territorio, ma soprattutto richiede quelle conoscenze delle ragioni esplicite ed implicite che provengono “dal basso” per farle diventare patrimonio operativo di uno sviluppo urbanistico ordinato che freni il dilagare dell’abusivismo.
MA ATTENZIONE. Sul nostro territorio, per il fenomeno crescente d’immigrazione e di grossi insediamenti già esistenti o di quelli “in fieri”, si impone un ampliamento urbanistico che fa certamente assai gola agli speculatori, agli accaparratori di ricchezze, ai corruttori ed hai furbetti d’occasione. Sarebbe, perciò, da mìopi non scorgere che alle recenti elezioni comunali sono stati “fortemente” interessati personaggi occulti ma anche palesi, LOCALI E REGIONALI, i quali hanno puntato ad avere le loro rappresentanze in Consiglio Comunale (e forse anche in Giunta), perchè l’unico valore sociale oggi esistente è fare soldi, entrare nelle schiere dei ricchi, la cui ostentazione diventa una delle occupazioni più cercate.
NON CHIEDETEMI chi potrebbero essere, perchè non ho facoltà supersensorie per individuarne l’identità.
Ma ci sono: progettati su misura con giochi d’azzardo elettorali a sberleffo della democrazia e sulla pelle degli incauti elettori. Sono sicuro che lo pensa anche il nostro “Sindaco per passione” se è stato così previdente a trattenere per sé stesso le branche più direttamente interessate all’argomento.
Tuttavia, giacchè va forte nel diffuso stile di vita il meccanismo di gioco delle “LOTTERIE” (quelle del Calcio-del Bingo-del Gratta e Vinci, etc.) non sembrerà novità se a qualcuno venisse in mente di sperimentare persino il gioco di scommessa “INDOVINA DEL PRG CHI SARANNO I BENEFICIARI ??”....Probabilmente la stesura del piano, strada facendo, ci darà modo di scoprirli ancor prima del suo varo.
MA CE LA FARA’, adesso, Nino Di Guardo a tamponare l’impatto con lo “sciame speculativo” che preme??.
CE LA FARA’ a lasciare inappagati vecchi e nuovi fautori del suo terzo percorso amministrativo??
CE LA FARA’ a contrastare gli affaristi di APPETITOSI E AMBIGUI FLUSSI FINANZIARI CHE GIA’ PROLIFERANO NEL NOSTRO TERRITORIO TRA CONTRADDIZIONI SOCIALI E DISORDINATO RAPPORTO DI CAPITALE/LAVORO??
Le premesse ci sono per dubitarne. In verità, sono stato critico verso la sua concezione di governo del Comune. Lo ritengo un politicante intriso di grossolani slogans e di infido populismo che mira esclusivamente alla gestione del Comune come “masseria” da amministrare, nella quale il cittadino in quel suo “INSIEME CE LA FAREMO” deve ritenersi solo un delegante amministrato. Insomma, preferisce gente amministrata, non cittadini che amministrano la politica.
Non finirò di ribadire che, rinunciando alla “primarie” del suo Partito, Di Guardo ha affastellato cinque liste civiche che, si sa, sono state la “plastica facciale” di quella pseudo-politica che con SCELLERATI ACCORDI può ordire trame, soddisfare le ambizioni personali dei mestatori dell’antipolitica e assopire la scienza con la quale si governa la “polis”.
Ha, infatti, deliberatamente ignorato che nel suo stesso partito erano cresciuti giovani emergenti che avrebbero potuto essere le risorse per segnare la vera svolta nel modo di gestire il Comune in chiave amministrativa e soprattutto in termini di autentica politica. Ma simulando il CANTO D’AMORE per il paese natìo, intonato al suono “£irico” della drammatica passione di “sindaco-massaro”, egli ha voluto sacrificarli al suo egocentrismo finalizzato ad occupare con qualsiasi mezzo la poltrona comunale. Ha precluso in tal modo il cammino delle speranze di quei giovani progressisti in maglietta arancione, di cui -lo confesso- ho la presunzione di ritenerli la “meglio gioventù” misterbianchese per i loro genuini intendimenti e per le ricchezze della loro dialettica che non hanno trovato mai posto attorno al tavolo del “sindaco-cantore”.
Poi il risultato finale lo hanno completato il “digiuno” politico dell’elettorato e gli accattoni del voto di favore, i quali concepiscono la politica come una periodica lotteria, una passerella impostata esclusivamente sulla gara spregiudicata delle preferenze e non sulla discussione appassionata o sulla visione reale dei problemi... ED HA VINTO CHI HA BARATO PIU’ FORTE IN QUESTA LOTTERIA ELETTORALE.
Non si può subìre sempre il solito ritornello di piazze, parchi-gioco, palme e fiori, sonica, carnevale, squadra di calcio, e così via. Non basta amministrare i servizi della vivibilità urbana, non bastano gli slogans dei suoi comizi, nè le attribuzioni di meriti di ordinaria gestione, perchè NON SONO QUESTI I PREGI CHE QUALIFICANO LA BUONA POLITICA COMUNALE.
Perciò dico a quei giovani in arancione che il loro impegno è stato un proficuo debutto nella battaglia delle idee...dico loro di non demordere e di continuare ad inseguire il fascino irresistibile di quel sogno che è il motore della lotta, perchè MOLTO DIPENDE DA QUELLO CHE SI SEMINA. Ed il problema di oggi è quello di far crescere un processo politico nuovo per rilanciare il Comune non come impresa affaristica, ma come impresa sociale di mediazione politica tra cittadino e Organismi Costituzionali superiori per realizzare convergenze che, partendo dalla politica dell’autogoverno locale, investa progressivamente la Regione e lo Stato per trasformarli in ISTITUZIONI DEI LAVORATORI.
Questo tipo d’impresa politica non la si dovrà attendere più da un Parlamento, collocatosi assai distante dalla società reale e costituito da deputati già con sentenza di condanna o squalificati, ma deve partire dalla base. Ed il Comune, al di là delle sue competenze di semplice amministrazione del territorio, dovremmo utilizzarlo come strumento incisivo di iniziativa e di lotta che faccia sentire il cittadino soggetto politico e protagonista reale della risoluzione dei problemi di fondo della società in un momento in cui si avverte sempre più la percezione di una politica governativa che protegge i privilegiati e mette lo Stato contro il cittadino lavoratore.
Nessuno, infatti, parla più del lavoro se non a rappresentarlo come beneficenza al disoccupato, mentre rappresenta la fonte primaria del profitto del grosso capitale. Nemmeno si parla più di chi lavora, dei suoi bisogni e dei suoi diritti. Nessuno si accorge che per i lavoratori dei nostri centri commerciali non esistono più domeniche e giorni festivi per il ritempramento necessario delle famiglie. E’ da questa logica antiumana che deriva poi la disgregazione che investe il costume, la morale, gli orientamenti ideali, la cultura. Il tutto sacrificato all’altare del calcolo economico e del profitto del grosso mercato che spinge ad un consumismo che non conosce confini nè limiti per il solo obiettivo di annullare la filosofia dell’essere sociale e l’intelligenza critica degli uomini, inseguendo invece le apparenze di facciata dagli “OCCHI CHINI E CIRIVEDDU VACANTI”.
ADESSO GIUNGE IL PRIMO BANCO DI PROVA su un importante adempimento politico-amministrativo che è rappresentato dal varo del nuovo strumento urbanistico. Attorno al tavolo è indispensabile la partecipazione della società misterbianchese e, soprattutto la cooperazione di tutti i tecnici che operano nel nostro territorio, una collaborazione che non può esaurirsi nel breve lasso di 15 giorni, ma dovrà prorogarsi per tutto il tempo utile a partorire una PARTECIPAZIONE SOCIALE mirata esclusivamente alla salvaguardia del territorio e ad obiettivi qualificanti in cui ogni cittadino onesto possa credere ed identificarsi, frenando nel contempo l’ingordigia della speculazione e dei furbetti già all’opera.
Se l’Amministrazione Di Guardo vorrà e saprà assolvere a questi sani intendimenti avrà meritato sul PRG il “reale” consenso di tutti gli onesti e potrà contare sicuramente sul riconoscimento dell’OPPOSIZIONE SOCIALE, l’unica che realmente conta per il risveglio delle coscienze e della rinascita democratica.
www.webalice.it/arenavincenzo
Commenti
Caro Enzo
Caro Enzo
Non entro nel merito delle altre affermazioni perché ho già scritto una lettera che presto vedrà la luce sul sito, ma sul metodo proposto dall'Amministrazione Comunale per il PRG ho già espresso il mio pensiero che quì ribadisco, e cioè che l'urbanistica partecipata, è la forma più libera e pregnante nel governo del territorio, ma va applicata seguendo un percorso scientifico che in questo caso non c'é, in quanto l'iniziativa ha piuttosto il senso della improvvisazione che non può produrre proposte serie.
Io stesso ed altri colleghi abbiamo cominciato a ragionare sul da farsi e, ti posso assicurare, siamo solo all'inizio di un percorso che richiederà parecchio tempo. Ma mi domando anche, se per redigere uno schema di massima un'Amministrazione impiega sei anni e quella precedente altrettanti, come si può chiedere in quindici giorni di riformulare un Piano di cui si è appena preso nozione, senza le dovute analisi dei sistemi, senza le dovute interviste ai cittadini, senza le dovute riunioni di quartiere, quelle con le associazioni datoriali, i sindacati, le associazioni tutte distribuite sul territorio? Spero che al di là del folklore prodotto dalla estemporaneità dell'iniziativa, l'Amministrazione riveda la sua posizione e operi un appofondimento necessario per tutta la città
Cordialmente
Pippo Gullotta
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