Premesso che la mia analisi è frutto solo del mio “campo visivo”, non supportata da dati scientifici ne sociologici.
Mi sono sempre chiesto cosa spinge il popolo dei nuovi quartieri di Misterbianco a votare, alternativamente per il Consiglio Comunale, ora questa ora quella coalizione? La prima cosa da osservare è che le elezioni si vincono e si perdono nelle frazioni, per effetto del maggior numero di abitanti.
La seconda cosa cui riflettere è la “bilancia” elettorale che determinati “potentati locali” riescono a muovere con un cospicuo pacchetti di voti. Potentati senza colore politico e senza tessere specifiche. Mercenari al soldo di non specificati interessi. Questo avviene, per estrema semplificazione, in assenza di una presenza istituzionale sociologica-ambientale. Non basta assicurare i servizi essenziali quando non si cura affatto il tessuto sociale, il bisogno sociologico di una società senza una radice, senza una vera appartenenza.
Temi che per molti è convenuto non affrontare, relegando questo corpo elettorale e residenziale ad un anonimo nucleo estraneo al resto del Paese. Senza un vero “meticciamento” culturale, senza una vera integrazione di inclusione. Facendo solo emergere un campanilismo becero-paesano lontano ed estraneo alla fragile cultura delle periferie. La cittadinanza urbana non si costruisce ne su basi religiose ne su campanilismi, ma sui diritti, inclusione, partecipazione, rispetto reciproco. Parliamone!