Alberto era il X Duca di Misterbianco Dinastia che parte da Federico II Scomparso Trigona uno dei "Gattopardi"

Duca di MisterbiancoNell'anno in cui si celebra il 350° anniversario dell'eruzione che distrusse il comune di Misterbianco, arrivando fino a Catania, scompare uno degli ultimi “Gattopardi” della Sicilia, Alberto Trigona X° duca di Misterbianco, anche se il feudalesimo è stato abolito nel lontano 1812 con la promulgazione della Costituzione siciliana.

Una dinastia quella dei Trigona che affonda le proprie origini alla corte di Federico II, quello “stupor mundi” che ad Ermanno Trigona gli affidò la castellania di Mistretta ed Alberto a cavallo dei ultimi due secoli ha continuato ad esercitarne il ruolo, grazie al privilegio di Carlo II che nel 1685 nominò i suoi avi Duchi di Misterbianco, amministrando da sempre i vasti terreni e le proprietà della famiglia tra cui spicca la bella villa all’angolo di piazza Roma a Catania.

Schivo dai riflettori, ha comunque mantenuto, come il padre Vespasiano, dirigente e presidente onorario del Calcio Catania, un rapporto freddo con la comunità misterbianchese di cui deteneva il blasone di nobiltà in virtù di antichi dissapori riesplosi dopo il secondo conflitto mondiale quale ultima scintilla di diatribe iniziate alla fine dell'Ottocento dai cittadini per non pagare il censo su terreni ed abitazioni.

Solo nel 2003 Alberto Trigona cedette all'invito, dell'allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Ninella Caruso, di presenziare all'inaugurazione di una piazzetta antistante la chiesa di S. Rocco, sorta in seguito alla demolizione di antichi fabbricati ed intitolata alla nonna Maria Li Destri Trigona che si adoperò a restaurare a proprie spese la chiesa nei primi anni del Novecento.

Pur essendo stato negli ultimi anni invitato più volte a visitare la riscoperta chiesa di Campanarazzu, il cui sito di oltre 8.000 metri quadri era stato donato negli anni Sessanta dal papà Vespasiano alla parrocchia della chiesa Madre di Misterbianco non ha fatto in tempo, per i suoi acciacchi ed il suo carattere restio, ad ammirare il tesoro portato alla luce che per secoli è rimasto sepolto dalla lava dell'Etna che distrusse diversi comuni riversandosi a mare.

Al di là dei giudizi e pregiudizi sulla nobiltà, legalmente scomparsa con il varo della Costituzione, un merito tocca certamente alla sua famiglia, quello di avere voluto, anche per interessi propri, che Misterbianco distrutta dalla terrificante eruzione lavica alla fine di marzo di 350 anni fa fosse nuovamente ricostruita. I Trigona investirono denaro e foraggiarono gli abitanti smarriti e senza fissa dimora, come risulta da antichi documenti d'archivio, sin dal successivo mese di aprile del 1669 decidendo assieme a loro di acquistare il fondo su cui sin dal 1670 inizia la ricostruzione dell'attuale Misterbianco.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
20/02/2019

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