Aci Catena, Trecastagni e Misterbianco: network impresa, mafia, politica e colletti bianchi

Discarica MisterbiancoImpresa, mafia, colletti bianchi, uomini delle istituzioni: il quadrilatero si conferma ancora come il network di maggiore successo per il malaffare. Ognuno spende la sua esperienza, le conoscenze e la forza lavoro. E chi ha strumenti per intimidire e togliere di mezzo chi non ci sta, fa il lavoro sporco. Una macchina ben oleata, secondo i sostituti procuratori della Dda di Catania, Antonella Barrera e Barbara Laudani, i quali hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a 18 indagati.

L’Inchiesta della DDA si chiama Gorgoni, ed ha riguardato le infiltrazioni mafiose nel settore del servizio di igiene urbana nei comuni di Aci Catena, Trecastagni e Misterbianco. IL deus ex machina, secondo l’accusa, sarebbe Vincenzo Guglielmino, amministratore della E.F. Servizi Ecologici Srl, faccia imprenditoriale della famiglia mafiosa dei Cappello. 64 anni, Guglielmino, sarebbe organico alla “famiglia” Cappello ed avrebbe il compito di destinare i proventi di appalti e commesse al clan catanese. Gli vengono addebitati due affari ottenuti con la corruzione e la turbativa d’asta, grazie ai “compari” trovati nei comuni oggetto dell’inchiesta. Nel mirino l’aggiudicazione dell’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti a Trecastagni e Misterbianco.

Per la DDA il lavoro di Guglielmino sarebbe stato agevolato da Domenico Nicola Orazio Sgarlato, capo settore area Lavori Pubblici e Manutenzione del Comune di Trecastagni, Gabriele Antonio Maria Astuto, funzionario nello stesso ente, Angelo Piana e Alessandro Mauceri, imprenditori. La contropartite sarebbero state le assunzioni di congiunti

Sgarlato, Piana e Mauceri avrebbero guadagnato la tranquillità – avendo subito intimidazioni, grazie alla protezione di Massimiliano Salvo, reggente del clan Cappello.

Orazio Condorelli, dirigente del settore Ecologia del comune di Misterbianco fino al dicembre 2014, secondo l’accusa avrebbe ottenuto da Vincenzo Guglielmino, titolare prima della Meridiana Sas e poi della E.F. Servizi Ecologici, cospicue somme di denaro, in cambio dell’affidamento del servizio di igiene urbana a Misterbianco.
Entrano nell’inchiesta, anche loro per corruzione, l’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano ed il giornalista Salvo Cutuli. Il primo, secondo la DDA, con la mediazione del giornalista, avrebbe ricevuto da Rodolfo Briganti ( Senesi spa, società aggiudicataria del servizio di raccolta dei rifiuti ad Aci Catena), contributi on denaro per la campagna elettorale alle regionali e delle assunzioni come contropartita di sanzioni comunali (poi non avvenuta).

Devono rispondere di appartenere al clan Cappello, oltre a Guglielmino, Salvatore Carambia, Pietro Garozzo, Giuseppe Grasso, Vincenzo Papaserio, Fabio Santoro, Luca Santoro, Raffaele Scalia, Davide Agatino Scuderi e Lucio Pappalardo, considerato referente del clan Laudani ad Aci Catena, in competizione con il clan Cappello.

siciliainformazioni.com
01/04/2018

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