"Servono sorrisi": Misterbianco per l'autismo

Servono Sorrisi«Occorrono sorrisi, non lacrime»: è il messaggio che echeggia dalla coinvolgente voce fuori campo di una delle tante persone “speciali” affette da autismo. Un termine che evoca grandi paure e difficoltà, avvertite spesso dall’esterno come “pesi” familiari di una vita, ma che a sentire i “siblings” – così chiamati i fratelli dei soggetti a questa sindrome – può tradursi in un’esperienza di gioia, d’amore e perfino orgoglio. Sì, è proprio “dignità autistica”.

«Apprendere attraverso le emozioni», è la strada per riflettere sull’importanza della conoscenza dell’altro e sviluppare relazioni preziose. Ed ecco Misterbianco mobilitarsi unita per la sensibilizzazione - con il Comune, la scuola e le associazioni - in occasione della “Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo”, promossa da alcuni anni dall’Onu e dal Miur.

«Dentro di me c’è l’eternità, io sento l’universo intero, e noi siamo parte di un’unica armonia», ci insegna a capire dalla straordinaria voce narrante, assieme a tante altre cose che mai avremmo potuto immaginare dai silenzi degli autistici, l’emozionante musical serale “Servono sorrisi”, messo in scena a cura del “Centro Accademico Arte e Movimento”. Un lavoro magistralmente diretto con eleganza e sensibilità da Elisa Laviano ed organizzato dall’Assessorato comunale alla Cultura con l’Istituto Comprensivo Pitagora, “Un futuro per l’autismo Onlus”, l’Uciim, “Autismo oltre” e “La casa di Toti”. Con magnifiche ed efficaci immagini coreografie e musiche, e significative testimonianze personali e familiari alla fine dello spettacolo corale. La scuola Pitagora, promotrice con la dirigente scolastica Giusy Licciardello di un apposito progetto di inclusione e “laboratori di sensorialità” (referente la prof. Letizia Spampinato), è stata pienamente coinvolta già nella mattinata, con uno spettacolo interpretato tra gli altri dagli stessi alunni autistici.

Dai nostri autistici, silenzi e gesti che nel quotidiano quasi tutti non comprendiamo e spesso non riusciamo a sopportare. Ma basta ascoltarne l’anima: «Vi chiediamo attenzione, accoglienza, rispetto. Siate delicati, lasciateci la libertà di sperare, siate eterni poeti per le persone che vi sono accanto. L’essenziale è invisibile agli occhi. Io sono partito per il viaggio, e se il mondo avrà pazienza arriverò». Grazie di averci fatto capire, il resto tocca a noi. foto

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
02/04/2017

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