L'inciucio tra Di Guardo e Leanza Maschere in un manifesto anonimo

Inciucio Misterbianco“A Misterbianco ‘u Massaru e ‘u Puparu a maschira si luvaru!!”. Non sono i versi-sberleffo della “Mascara”, la classica farsa in dialetto che un tempo segnava l’inizio del vecchio carnevale misterbianchese. Ma quelli anonimi che annunciano il Carnevale del 2015.

È la scritta che sottolinea il momento di particolare ilarità in cui sono stati colti, in uno scatto fotografico, il sindaco Nino Di Guardo e il deputato regionale Lino Leanza. Un tempo avversari, ora alleati.

I due sono stati ritratti assieme all’interno del museo del Carnevale misterbianchese. L’occasione: la visita informale nel centro etneo di Vania Contraffatto, assessore regionale all’Energia e ai rifiuti. Sui due è stata aggiunta una cascata di stelle filanti e due tipiche mascherine da Carnevale. La locandina è anonima e campeggia da qualche giorno su improvvisate bacheche murali o a coprire i manifesti del programma carnascialesco.

E qui la domanda sorge spontanea: è il Carnevale a sconfinare nella politica, o è la politica ad assumere sempre più spesso le fattezze di Re Burlone? Per l’autore, o gli autori, del manifesto, a Misterbianco pare che le due cose vadano a braccetto. Il riferimento è a quanto è successo nell’autunno scorso: in crisi di sostegno per l’abbandono di un gruppo di consiglieri di maggioranza e di due assessori in giunta, l’amministrazione guidata da Di Guardo ha trovato aiuto nel gruppo di opposizione “Famiglia, Lavoro e Solidarietà”.

Eppure Massaru e Puparo sono gli epiteti che Di Guardo e Leanza si lanciavano contro, certo non con intento benevolo, durante la campagna elettorale del 2012. Il primo, deputato Pd all’Ars e già sindaco dal 1993 al 2002, come candidato di una coalizione di liste civiche, costruita anche con l’apporto di ex rappresentanti del centro destra che aveva amministrato prima a Misterbianco. Il secondo, sempre deputato regionale ma in chiave centrista prima MpA poi Udc, come referente politico e maieuta della coalizione opposta. Dove stava proprio la lista “Famiglia, Lavoro e Solidarietà”.

Ma, con l’operazione dell’autunno scorso, giunge a compimento il corto-circuito della politica misterbianchese. I due sembravano il diavolo e l’acqua santa (scegliete voi chi l’uno e chi l’altra). Ora si buttano alle spalle comizi, improperi e male parole: diventano alleati. Ed è così che, sempre secondo l’autore del manifesto, la politica misterbianchese assume le fattezze di una burla, una carnevalata, una “mascarata”.

Il giravolta, manco a dirlo, non è stato digerito né dagli uni né dagli altri. La prima indigestione l’hanno presa i piddini misterbianchesi, che a quella tornata elettorale avevano appoggiato il candidato ufficiale Massimo La Piana, ma che alla fine avevano abbozzato alla vittoria dell’ex sindaco. Fu proprio La Piana a denunciare, a novembre, l’inciucio tra “massaru” e “puparu” con un post sulla sua bacheca di Facebook. A ruota seguirono anche gli ex alleati di “Famiglia, Lavoro e Solidarietà” e il resto dell’attuale centro destra.

Comunque, alle sfilate dei gruppi in maschera manca poco ormai. Ma, per qualcuno, “Le maschere più belle di Sicilia” pare che siano già in giro. E da parecchio tempo prima.

Rosario Nastasi
catania.blogsicilia.it
09/02/2015

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