L'anagrafe di Lineri e Santapaola Le intercettazioni dei Placenti

PlacentiAl clan dei Placenti, signori delle scommesse e della mafia, servivano carte d'identità in bianco con il timbro del Comune di Misterbianco per organizzare una possibile latitanza. Il vicesindaco Carmelo Santapaola, cugino di primo grado dei Placenti, avrebbe avvisato un “amico” della imminente apertura di una sede distaccata dell'anagrafe con tanto di cassaforte per le carte d'identità. Ma il ruolo di Santapaola non è chiaro, c’è un’intercettazione da analizzare.

L'ANTEFATTO Le cimici di carabinieri e guardia di finanza sono piazzate nella Fiat Bravo di Filippo Placenti, è il 6 giugno del 2012, nell'aria c'è il pentimento di Giuseppe Scollo, gli affiliati hanno paura. “Minchia, abbissati siamo”, dice Vincenzo Placenti, che aggiunge: “Ora questo si pente, ce ne andiamo a fare questo paio di annetti di galera, ce li andiamo a fare, ci ossigeniamo un poco!”.

LE “TESSERE” - Quattro giorni dopo nella stessa macchina ci sono Carmelo Placenti e Domenico Cavallaro, detto “Mimmo Tigna”, le cimici registrano il secondo che racconta di Vincenzo Placenti, che gli ha chiesto le “tessere”, ovvero le carte d'identità in bianco, ma che lui non può darle perché sono “segnate” e si devono “uscire dalla cassaforte”.

“Ha chiamato coso, a Saro – dice Cavallaro – che cercava a me, l'altra volta anche, che vuole due tessere in bia...bianche, con il timbro...non ne posso...non ne posso prendere perché sono chiuse nella cassaforte, queste qua, quando si escono, siccome sono segnate e si devono uscire da dentro la cassaforte, se vuole quelle usate già scritte, ci leva la fotografia, gliele posso dare...”.

L'INTERCETTAZIONE - Carmelo Placenti spiega che è necessario “il timbro”, perché senza, “non valgono un cazzo!”. A questo punto Cavallaro confida che Carmelo Santapaola detto “Melo Bombolo”, il vicesindaco di centrosinistra finito agli arresti per intestazione fittizia di beni, gli avrebbe detto che la cassaforte con le carte d'identità verrà dislocata a Lineri, in modo che gli abitanti potranno ottenere la carta d'identità a breve tempo: “Siccome devono portare la cassaforte a Lineri forse...che io ho parlato con Melo Bombolo e mi ha detto: <>, allora è bello, vi do la macchia a voialtri, vi do le chiavi e poi gli facciamo lo scasso”. Dalla trascrizione delle intercettazioni non è chiaro chi avrebbe detto “vi do le chiavi”, perché le virgolette riferite alle presunte dichiarazioni di Santapaola sono chiuse.

LATITANTI - Carmelo Placenti non è d'accordo, teme che con lo scasso qualcuno possa venire a denunciare, “noialtri – dice Placenti -ne dobbiamo uscire due, pulite pulite, che non si vede!”. Lo scopo è quello di superare i controlli all'aeroporto, grazie al timbro al caldo. “Perché – continua Placenti – se c'è la probabilità che caschiamo latitanti, ce ne andiamo in Romania, imbarchiamo per fuori, hai capito? Che ho le basi là, io, però sempre un documento, d'appresso!”.

Antonio Condorelli
catania.livesicilia.it
27/11/2018

tags: