Il 31 dicembre di 130 anni fa partiva una vera e propria sfida per il territorio etneo, costruire una linea ferrata che, partendo da Catania, circumnavigasse l'Etna per riaffacciarsi sullo Ionio.
E' il progetto della Ferrovia Circumetnea, che prese forma con il Regio decreto n. 1833 del 31/12/1883 a firma del re Umberto I per la costituzione di un consorzio attraverso il quale 16 Comuni della provincia (Catania, Misterbianco, Belpasso, Paternò, S. Maria di Licodia, Biancavilla, Adernò, l'odierna Adrano, Bronte, Maletto, Randazzo, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Mascali, Giarre e Riposto), assieme alla Provincia di Catania e alla Camera di Commercio ed Arti di Catania, l'attuale Camera di Commercio, si impegnavano a costruire e gestire la ferrovia su concessione dello Stato.
La ferrovia a Catania era già arrivata nel 1867, grazie alla Compagnia della Rete Sicula, con la costruzione della stazione «Sicula», l'odierna stazione centrale, mai i Comuni pedemontani reclamavano un collegamento stabile e sicuro con la città e il suo porto.
Un fermento che spinse diversi tecnici, ancor prima della costituzione del consorzio della Ferrovia Circumetnea, a produrre studi sul tracciato e sull'attraversamento della città di Catania, come il canonico Castorina, che nel 1866 diede alle stampe una monografia dal titolo «La Circum Etnea - Stazione e fermate in Catania», oppure l'ing. Lo Turco, che nel 1882 scrisse «Sulla ferrovia attorno all'Etna», auspicando che la futura linea ferrata fosse costruita con uno scartamento uguale a quello della ferrovia esistente in modo da poter utilizzare stessi treni per entrambe le ferrovie.
La lungimiranza di quei tecnici non ebbe fortuna, in quanto la ferrovia Circumetnea fu poi realizzata con uno scartamento ridotto, ma la spinta fu tale da fare decollare il progetto che poi fu realizzato nel 1895. Partito il Consorzio, i rappresentanti dei vari Comuni non avevano esperienze su come procedere per costruire un'opera così importante per l'epoca, tanto che il dibattito era focalizzato su chi affidarsi.
Consapevoli che gli inglesi erano dei maestri nella costruzione delle ferrovie (nel 1863 Londra aveva inaugurato il primo tratto della metropolitana), prese corpo la proposta di un imprenditore inglese della Cornovaglia, Robert Trewhella (in via Garibaldi esiste ancora l'omonimo palazzo), che nel 1885 sottoscrisse un compromesso con il Consorzio dei Comuni, ancor prima che lo stesso consorzio ottenesse la concessione governativa che arriverà solo nel 1889 con la firma dell'allora ministro del Tesoro, Giovanni Giolitti. Una mossa vincente che assicurò all'imprenditore non solo una commessa milionaria, ma anche la gestione della futura Ferrovia Circumetnea, provvedendo lo stesso Trewhella all'acquisto del materiale rotabile, al progetto, alle manutenzioni e riparazioni impegnandosi a rispettare le condizioni di esercizio disposte dallo Stato in materia di orari, tariffe e trasporti postali.
L'ingegnere inglese, in cambio del suo impegno, ebbe dal Consorzio l'obbligo di incamerare tutte le somme stanziate dal governo centrale e dal Consorzio, oltre all'impegno di quest'ultimo di non accordare altre concessioni per la costruzioni di linee ferrate parallele a quelle della Circumetnea a una distanza inferiore a 15 km.
Un compromesso blindato che permise a Trewhella di agire in tutta tranquillità, anche se non mancarono le divergenze con il ministero, che ridusse il costo dell'opera da 18 a 15 milioni e 300mila lire, e di affidare la realizzazione a una sua impresa, la Società Siciliana di Lavori Pubblici, che potè contare anche su un maggiore onere da parte del Consorzio di due milioni, dopo che il consiglio di amministrazione pochi giorni prima lo aveva nominato direttore con pieni poteri.
Alla firma della concessione del governo, nel 1889, partirono i lavori e nel 1895 fu inaugurato il primo tratto Catania Borgo-Adrano di 35 km e nello stesso anno seguirono gli altri fino a Riposto nel 1896. Dal dopoguerra la concessione ritornò nelle mani dello Stato attraverso la gestione governativa che ancora oggi gestisce il servizio.
Proprio in questi giorni sono stati predisposti i bandi di gara per l'appalto dei tratti Nesima- Misterbianco e Stesicoro - Fontanarossa e l'odierna Fce, per ricordare quel 31 dicembre di 130 anni fa, ha messo in mostra a Misterbianco, il primo Comune attraversato dopo Catania, la storica locomotiva a vapore «Mascali», una Breda del 1894, l'ultima rimasta in dotazione, che i catanesi amavano chiamare «'a Cafittera».
La Sicilia
31/12/2013