E Beppe Condorelli ti risponde

Maestro ManziCaro Nino ( Di Guardo ), devo anzitutto ringraziarti per avermi risposto; come ho già scritto a Paolo Conti, è possibile che le mie informazioni siano inesatte; e che comunque non intendevo mettere in discussione, sino a prova contraria, la tua correttezza. Premesso questo, ti ricordo una vecchia trasmissione televisiva tenuta da Alberto Manzi: Non è mai troppo tardi.

Non è mai troppo tardi un intervento di modifica di un piano dissennato, frutto di idee dissennate e di una totale mancanza di gusto: concedere ai palazzinari quella zona del paese che porta ad un luogo che per i misterbianchesi autentici, sicuramente te compreso, e non per i lineresi o per in montepalmini o per i belsitini, ha un valore simbolico che oltrepassa quello artistico dei ruderi che ci si trovano: il Campanarazzo e la Madonna degli Ammalati. Mi è stato detto che l’idea di costruire in altezza piuttosto che in estensione è del tuo stretto collaboratore Stefano Santagati: stento a crederlo. Esistono certamente zone dove la costruzione di torri gemelle non darebbe alcun fastidio: non sta a me indicarle essendoci per questo i tecnici comunali. Certamente la zona dove si trova la villa dei miei antenati non è la zona adatta: basta avere un po’ di buon gusto. Grazie per la tua intenzione di coinvolgere la Sovraintendenza ai Beni Culturali: mi sorprende però che tu non sappia che “ il castello” è già sottoposto a vincolo architettonico. In quanto al palazzo Leonardi, fu Adriana Laudani a farlo dichiarare “Palazzo liberty”; e quando alla Laudani, incontrata da me casualmente anni fa al bar Privitera di Piazza S. Maria di Gesù chiesi cosa avesse di liberty quel palazzo, e se lo avesse mai visto, spudoratamente mi descrisse un “delizioso balconcino” ed un altrettanto delizioso “ portoncino”. La Laudani corre ancora per via Lago di Nicito, sbugiardata da me che in quella casa ci ero cresciuto ( apparteneva ad un mio zio ), e che qualcosa di storia d’arte conoscevo e conosco. E’ invece molto probabile che quella casa facesse gola a qualcuno che voleva acquistarla per se: chi fosse quel qualcuno non si è mai saputo e mai si saprà.

Tu dici correttamente che Raffaele Lombardo sosteneva mio cugino Nino Condorelli; ed hai ragione. E chi era invece il “sostenuto” di Angelo ( Lombardo ) ? Chiedilo a mio cugino. Infine, non ti pare che il PD di Misterbianco sia schizofrenico ? Due appartenenti allo stesso partito candidati a sindaco nello stesso giorno, mese, anno e per lo stesso paese ? Il Migliore ( Togliatti ) non lo avrebbe tollerato. La verità, caro Nino, è che i partiti politici non esistono più: semmai esistono le categorie esplicitate da don Mariano Arena nel Giorno della Civetta:

“Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…”

Come ho già detto, andando contro i miei interessi economici, mi batterò perché le palazzine sorgano altrove. E mi auguro che nella tua qualità di Sindaco, quindi anche custode dei beni artistici di questo nostro paese, ti dia da fare, come sai quando lo vuoi, dimostrando così di appartenere alle categorie più alte della “graduatoria” di Sciascia. Cordialmente

Beppe Condorelli

tags: 

Commenti

      Rispondo con piacere al

      Rispondo con piacere al caro Beppe Condorelli soltanto perchè chiamato in causa, non certamente per spirito polemico.

      L’affermazione che ti hanno riferito circa l’idea, a me attribuita,  di costruire in altezza piuttosto che in estensione, è alquanto datata. Infatti risale  a circa venti anni addietro, allorquando si discuteva del P.R.G. di Misterbianco, adottato poi dal Consiglio comunale nell’ottobre 1997.    Qualche consigliere comunale dell’allora opposizione di destra, mi additava quale responsabile della sopracitata scelta urbanistica.  Lo scopo, come si poteva intuire, era speculativo, cioè distribuire responsabilità per creare confusione e così “fare politica”.  Oggi la storiella si ripete. L’autore dell’insinuazione di allora  nascondeva la propria incapacità di oppositore ad incidere nelle scelte urbanistiche che, nel caso specifico, erano e sono di esclusiva competenza del Consiglio comunale.   Nessuna competenza, nel merito delle scelte, sono in capo al sindaco, alla giunta comunale e tanto meno al sottoscritto assessore all’urbanistica del tempo.

    La programmazione del territorio, è bene ribadire, rimane da sempre di esclusiva competenza del consiglio comunale che, come primo atto, detta ed approva le “Direttive programmatiche” quale documento propedeutico per la formazione del PRG.  Successivamente, i progettisti incaricati le rappresentano graficamente su carta redigendo lo “Schema di massima del PRG”. Quest’ultimo viene discusso, emendato ed approvato dal Consiglio comunale  e quindi trasmesso ai progettisti per la stesura dell’elaborato finale corredato da tutti i grafici di dettaglio, delle norme di attuazione e del regolamento edilizio.  Acquisiti tutti i pareri tecnici, soprintendenza ai BB.CC., Genio Civile, ecc., la documentazione passa di nuovo al Consiglio comunale per la discussione, approvazione degli emendamenti ed adozione finale. Infine, il P.R.G. adottato viene pubblicato per l’esame da parte dei cittadini i quali possono presentare osservazioni od opposizioni che verranno vagliate, giudicate e votate prima dal consiglio comunale e poi dall’Assessorato regionale assieme allo strumento urbanistico completo.

    Quanto lavoro, quanto impegno e quante occasioni per il Consiglio comunale  di assumere decisioni, fare scelte urbanistiche e modellare il territorio comunale a proprio piacimento.  Aggiungo, per la cronaca, che al sottoscritto è stata “politicamente” vietata, nella fase finale di approvazione del piano, la partecipazione alle sedute del consiglio comunale.           

    Quanto precede per dire che “l’idea di costruire in altezza piuttosto che in estensione” rimane pur sempre un’idea personale mentre le scelte contenute nel P.R.G. sono il frutto legittimo prodotto da un grande impegno da parte del Consiglio comunale.  Semmai, il vero limite mostrato dal consesso civico, nella formazione del PRG  è stato quello di aver sofferto il peso e le paure di un comune sciolto per mafia che aveva subito la conseguente gestione commissariale.

        Non condivido, caro Beppe, il tuo giudizio sul PRG espresso sinteticamente: “piano dissennato, frutto di idee dissennate e di una totale mancanza di gusto”.  La tua affermazione semplicisticamente estende a tutto il piano un giudizio troppo feroce che, tra l’altro, scaturisce dall’esame di una sola scelta urbanistica a te non gradita.  Ti assicuro che il PRG contiene  migliaia e migliaia di scelte di cui la stragrande maggioranza condivise ed accettate dalla collettività.   Certo, come tutte le cose, il piano non è perfetto e presenta limiti e scelte discutibili, ma è stato pur sempre uno strumento di grande validità ed utilità per la nostra collettività.

   Con la presente colgo l’occasione, tenuto conto che in atto è in corso la revisione del PRG, per esprimere il mio auspicio di riuscire a migliorare la qualità delle scelte sempre nell’interesse della collettività misterbianchese tutta.   

   Con affetto dico, al caro Beppe, ora che i ridotti impegni di lavoro ti consentono un maggior tempo libero, ti invito ad essere più presente in paese in modo da poter verificare direttamente ogni cosa e non stare a sentire i “si dice” che a volte ci azzeccano ma spesso diventano altre cose, spiacevoli e di cattivo gusto.

     Per fare il punto sulla questione della “casina-castello”, il PRG (leggasi il Consiglio comunale) ha individuato l’area a nord (denominata Matteotti) quale zona di espansione residenziale del centro abitato.  All’interno di detta area necessitava, per legge, individuare una porzione dell’edificato (variabile dal 40 al 70%) da destinare ad insediamenti di edilizia pubblica. Detta quantità è stata fissata al minimo, pari al 40%, ed individuata nei comparti 2, 11 e 16. Quest’ultimo comparto risulta ubicato in adiacenza alla “casina-castello”. In esso è prevista la realizzazione di un insediamento residenziale in cooperativa composto da quattro edifici accorpati in due stecche che si fronteggiano.  Gli edifici risultano ubicati ad una distanza di circa 18-20 ml. dalla “casina” presentano altezza fuori terra, misurata dal piano campagna fino alla gronda del tetto di copertura, pari a 9.00 ml.  Il numero dei piani, previsti fuori terra, è pari a tre oltre al piano interrato destinato a garage.   Il progetto edilizio con la relativa convenzione, già trascritta, sono stati approvati dalla giunta comunale della passata amministrazione diretta da Ninella Caruso  con delibera di Giunta municipale n. 9 del 08-01-2010 e Convenzione, Rep. n. 108 del 23-06-2011.

     Dunque, tutto sommato non sono previste grandi altezze degli edifici da realizzare tali da deturpare l’ambiente circostante.  Infatti, gli interventi di edilizia convenzionata di solito presentano tipologie di edifici con altezze e numero di piani ben maggiori. Certo, se i piani da realizzare fuori terra fossero solo due sarebbe certamente meglio. Tuttavia, ancora un tentativo di mediazione nei confronti della cooperativa assegnataria può essere tentato, senza carattere impositivo in quanto mancano i presupposti, tenendo conto dello stato dell’arte oltre agli impegni consolidati assunti reciprocamente.

     Infine, mi corre l’obbligo, caro Beppe, di correggere la contestazione mossa al sindaco Di Guardo circa la mancata conoscenza del vincolo architettonico imposto, a tuo dire, alla “casina-castello”.  A seguito di una rapida verifica della questione mi sento di poter affermare che non risulta agli atti del comune alcun provvedimento della Soprintendenza o della Regione in tal senso. Sono comunque favorevole all’iniziativa annunciata dal sindaco d’intraprendere un percorso con la Soprintendenza ai BB.CC. al fine di sottoporre l’edificio in questione ad una attenta valutazione di merito architettonico finalizzato ad un riconoscimento ufficiale.

    Tutto ciò premesso, concordo anch’io nel dire che “non è mai troppo tardi” per salvaguardare e valorizzare un bene architettonico casualmente sfuggito alla giusta attenzione della collettività.

    Questa occasione di confronto ha evidenziato come la collaborazione del singolo cittadino sia importante e possa portare contributi anche rilevanti nell’interesse generale. Purtroppo, il caso in esame sta emergendo soltanto adesso, con notevole ritardo tale da non poter recuperare tutto il terreno perduto; comunque si farà tutto quanto è ancora possibile nell’interesse della collettività.   

     Per concludere mi piace sottolineare, a proposito, un principio applicabile in ogni occasione, che dice: “la sommatoria di un piccolo contributo, offerto da tutti, diventa una grande cosa per tutti”.   Cari Saluti.

Stefano Santagati

Caro Stefano, come ho già

Caro Stefano, come ho già precisato avrei tutto l’interesse a vendere i miei 1600 metri quadri di terreno; ma non voglio. Non riesco ad immaginare il complesso da te descritto a 18 metri da quello che è uno dei pochissimi edifici di un certo pregio rimasti dopo la devastazione degli anni a cavallo fra i ’60 ed i ’70. Peraltro nella brochure di cui il giovane Domenico Giaccone ha fornito il link, della villa non c’è traccia alcuna. Non esiste. Che il piano regolatore sia stato fatto nella sua interezza in maniera dissennata è sicuramente un eccesso; su che sia dissennato per la zona di cui stiamo parlando è fuor di dubbio. Neanche Socrate, che sapeva argomentare, potrebbe convincermi del contrario. Né recedo dalla mia ipotesi che si tratti di una pura speculazione edilizia; aspetto solo di vedere chi firmerà (o chi ha firmato) il progetto e chi comprerà i terreni. Insisto sulla opportunità di consentire la edificabilità negli spezzoni che costeggiano la strada; sul lato destro, in direzione della Madonna degli Ammalati, ci sono già villette; non sono architettonicamente opere d’arte, ma di sicuro non deturpano l’ambiente. Fate la stessa cosa a sinistra (in senso politico ed urbanistico); fate sì che il paese degradi piacevolmente verso la campagna. Per l’edilizia popolare residenziale non mancano zone da utilizzare, ma non utilizzate quella zona. E ritornando alla brochure: si vende la pelle dell’orso prima di averlo fatto fuori; ma non è detto che l’orso sia disposto a farsi ammazzare e che non venda la sua pelle a caro prezzo. So che la mia è la battaglia di un solitario: pochi gli interventi, poco l’interesse dei concittadini. Paradossalmente al plesso residenziale è stato dato il nome di Vincenzo Bellini: Bellini ha creato opere di immortale grandezza e di sicuro si sentirà offeso ad essere chiamato in causa. Tanto più che negli affreschi che decorano le volte del castello, sono raffigurati i personaggi delle opere di Bellini a dimostrazione di quanto chi il castello fece costruire fosse amante del bello. Io concludo qui: sta a voi che siete al potere stabilire il da farsi. Sta ai veri misterbianchesi sostenere quello che io sostengo seppure in autolesionismo economico. Ovviamente mi riservo di informare, con documentazione fotografica, la stampa locale e, se mi riuscirà, quella nazionale. Fermatevi tutti un momento a meditare; in amicizia.

Beppe Condorelli

Pagine