Dietro le quinte del Carnevale di Misterbianco 2015: tra coriandoli e crisi

Carnevale di MisterbiancoAbiti sfarzosi e fantasiosi, curati nei minimi dettagli e cuciture, unici nel loro genere, accompagnati da carri creativi e architettonici: è cosi che si presenta il Carnevale di Misterbianco. Ma dietro ai lustrini e alle facce sempre sorridenti, c'è tanto duro lavoro, e anche l'amarezza di chi nel corso di questi ultimi anni, per via della crisi, ha visto scemare uno dei carnevali più belli della Sicilia.

Quanto tempo occorre per realizzare un abito o un carro? E come nasce e si sviluppa il soggetto scelto? Lo abbiamo chiesto a Vito Giuffrida, attualmente scenografo di due importanti gruppi, "La Smorfia" e "Campanazza" che, insieme a "Escopazzo", hanno reso memorabile il Carnevale di Misterbianco. Vi raccontiamo cosa avviene "dietro le quinte".

Come avviene la scelta del tema su cui verranno poi realizzati i costumi e carri per la sfilata?
«Parte da una riunione organizzata da tutto il gruppo direttivo o parte di esso. Io da scenografo lascio sempre la parola al costumista in quanto per questa figura diventa più gravoso lo sviluppo del tema: questo accade perché alla fine a Misterbianco la scenografia non è la cosa principale. Si sviluppa il tema nell'arco di un paio di mesi, e la vera realizzazione comincia a cavallo tra Natale e Capodanno. La scelta del soggetto, per quanto mi riguarda, ricade su qualcosa che di per se è colorato e festoso, che viene poi sviluppato utilizzando Internet o qualche testo».

Quali sono i tempi lavorativi destinati alla realizzazione degli abiti?
«I tempi di realizzazione devono essere considerati vestito per vestito: il carico di lavoro per una sarta può essere di sette, otto, dieci costumi. Magari un'unica persona ne riesce a fare dieci nell'arco di un mese dedicando a chi sette, chi quattro a chi 2 giorni lavorativi».

Quante sono le persone che normalmente vengono coinvolte in tutto il processo di allestimento?
«In realtà sono molte le persone coinvolte, anche se non dovrebbero essere cosi tante, perché per realizzare un carro basterebbero tre professionisti per un mese di lavoro, ma poi si fa tutto in molto più tempo: quasi nessuno offre una prestazione d'opera professionale. L'aspetto importante invece da sottolineare è quello sociale del Carnevale di Misterbianco, di cui nessuno parla, e che fa sentire molte persone, soprattutto quelle più sfortunate, parte di qualcosa. È un contesto leggero dove chi partecipa alla produzione, arriva e si libera dei propri problemi: una sorta di panacea. La solitudine viene messa da parte, e a prelevare è il gruppo».

Quali sono le eventuali difficoltà riscontrate e i costi di produzione?
«Le difficoltà ci sono perché si affronta un lavoro di carpenteria metallica e in legno. Negli anni ogni gruppo ha man mano comprato le attrezzature, ma in passato non era cosi: cose che si potevano fare in un paio di giorni richiedevano più tempo a causa della mancanza dei mezzi professionali. Adesso in molti gruppi si trova l'equivalente dell'attrezzatura di un'officina specializzata. Nessuno viene retribuito, quindi chi ha un oretta da dedicare la sera viene a dare una mano».

Com'è cambiato nel corso del tempo il Carnevale di Misterbianco, soprattutto considerati questi ultimi anni segnati dalla crisi?
«Se guardiamo le fotografie, relative circa a 20 anni fa, c'è quasi un falso ricordo di quello che era il Carnevale di Misterbianco, perché ci si rende conto che ai quei tempi gli abiti e i carri erano molti più semplici e facili da realizzare. Adesso le tecniche sono cambiate e quindi il risultato finale è migliore, anche se negli ultimi anni la crescita è stata un po' annullata dalla crisi, che in qualche modo è stata combattuta togliendo anno dopo anno qualche carro. Una volta a Misterbianco sfilano almeno 4 carri, e a volte anche 5: adesso siamo arrivati ad uno. È diminuito di molto il lavoro anche di fronte al corrispettivo che ogni gruppo percepisce. Chi ha visto il Carnevale di Misterbianco 10 anni fa potrebbe rimanere un po' più deluso rispetto a quello che ricordava: la crisi ha segnato. Anche le diverse amministrazioni che si sono susseguite, e a cui da misterbianchese ho cercato di dare consigli, non mi hanno dato ascolto. Dopo quei 10 anni cosi belli e ricchi, noi dei gruppi eravamo scontenti di come le diverse amministrazioni avevano trattato il Carnevale di Misterbianco, anche se poi durante ogni intervista dichiaravano di aver fatto di più degli anni precedenti».

Nonostante tutto, c'è chi ancora mette il cuore in un evento così radicato all'intero del territorio sicilano, realizzando dei veri e propri capolavori che regalano uno spettacolo a chi li osserva.

Il Carnevale di Misterbianco vi aspetta domenica 15 febbraio e martedì 17 febbraio con la premiazione del gruppo che ha realizzato gli abiti e il carro più bello.

Manuela Scuderi
oggimedia.it
12/02/2015

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