Comune, scuole e associazioni assieme nel commosso ricordo delle vittime delle mafie e nell'affermazione della legalità

StudentiAl di là di ogni retorica formale: «La lotta non è finita, ma continua sulle nostre gambe, con grande sensibilità e responsabilità. Nel nome di queste vittime da onorare, e anche di chi non abbiamo notizie, la nostra memoria e il nostro impegno», ha ricordato Luigi Patitucci del presidio Libera-Don Pino Puglisi di Misterbianco, sodalizio promotore dell’iniziativa “Terra mia, Coltura della terra e Cultura delle coscienze”, per celebrare degnamente la 27^ Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in collaborazione col Consiglio comunale.

Ogni 21 marzo, un commosso momento di riflessione, approfondimento, testimonianze. Nell’aula del Senato misterbianchese, «luogo del confronto democratico e del dibattito politico», dopo un forte applauso alle forze dell’ordine - anche per la loro recente operazione di arresto di estortori - sono stati letti i nomi di tutte le 1055 vittime innocenti di mafia, dal 1872 al 2018: semplici cittadini, magistrati, rappresentanti delle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali. Nella scia interminabile di sangue, fra tante note vittime “eccellenti” con le loro storie palpitanti, moltissimi i nomi sconosciuti o lontani ma pur sempre “presenti” all’appello commemorativo. Vittime che nel tempo hanno interpellato e scosso le coscienze della comunità di varie generazioni, «e al cui sacrificio della vita dobbiamo oggi un Paese più libero». Un triste elenco scandito con emozione e fermezza, con uno scrosciante applauso finale. Fino ai saluti conclusivi del sindaco Corsaro, che ha sottolineato «il bisogno di una forte presenza collettiva sul territorio».

«Nutrire le radici, alimentare la speranza e costruire il futuro», nella costante educazione alla legalità. Una lettura solenne, addolcita dalla chitarra di Davide Privitera, iniziata dal presidente del Consiglio comunale Lorenzo Ceglie, e proseguita da alcuni assessori e consiglieri, dai rappresentanti delle scuole e delle associazioni. Con i giovanissimi studenti delle terze medie in prima fila - da sperati “cittadini globali” - con maturità e consapevolezza confortanti: «Legalità vuol dire libertà e democrazia: un’utopia che serve a camminare tutti assieme». E al di là della lunga lista, c’è stato spazio anche per il ricordo del ventenne misterbianchese Giuseppe Torre, innocente sequestrato torturato e ucciso dalla mafia nel febbraio 1992, e per la povera Rita Adria.

Un messaggio forte soprattutto alle nuove generazioni, «per allenare all'esercizio della partecipazione cittadina sui valori che contano, da custodire e consolidare».

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
22/03/2022

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