Gli occhi dei 2850 lavoratori del call center Almaviva di Misterbianco sono puntati su Roma.
Domani, mercoledì 13 marzo, alle 12, i segretari provinciali di Slc Cgil Davide Foti, di Fistel Cisl Antonio D’Amico e della Uilcom Uil di Catania Sebastiano Strano, incontreranno i segretari nazionali delle rispettive categorie e i vertici di Almaviva, l’azienda che fa capo alla famiglia Tripi, per discutere del problema delle delocalizzazioni all’estero.
Il rischio più forte è che l’intero centro di Misterbianco verrebbe chiuso con il licenziamento di 1350 lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e di altri 1500 lavoratori a progetto.
I tre segretari hanno scritto una lettera inviata al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, al prefetto di Catania e ai sindaci dei comuni di Misterbianco, Motta, Catania, Biancavilla e Paternò.
“In questi ultimi giorni – scrivono i sindacati – in perfetta adesione alle nostre previsioni che talvolta sono state sottovalutate, a causa dei processi di delocalizzazione all’estero di attività, è stato preannunciato dalle aziende che operano su commessa Vodafone un esubero drastico della forza lavoro assunta con contratto a tempo indeterminato”.
“Nell’area di Catania, l’azienda che è interessata a questo tipo di attività è Almaviva Contact spa la cui sede operativa si trova nel Comune di Misterbianco. L’eventuale esubero di manodopera, se tale procedura dovesse essere confermata, potrebbe riguardare immediatamente circa 700 lavoratori assunti, dopo un virtuoso processo di stabilizzazione, con contratto di lavoro a tempo indeterminato e circa 1200 lavoratori a progetto, e quindi in outbound, che lavorano su Vodafone, Wind, Mediaset, Teletu, Unioncamere, D&B”.
“Inoltre a causa di tali tagli e nell’equilibrio industriale che ne deriverebbe dopo un paio di giorni l’intero centro di Misterbianco verrebbe chiuso con il licenziamento di 1350 lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e di altri 1500 lavoratori a progetto. E per l’effetto domino che ne deriverebbe anche i 4500 lavoratori delle sedi di Palermo rischierebbero il licenziamento. Se tale processo dovesse essere confermato, e così sarebbe, l’impatto sui livelli occupazionali e sulla tenuta sociale nell’intero territorio sarebbe devastante e soprattutto lo sarebbe nei Comuni di cui in indirizzo presso i quali sono residenti la grande maggioranza dei lavoratori interessati”.
“E’ per tali ragioni che chiediamo al Presidente della Regione Siciliana di intervenire immediatamente convocando una urgentissima riunione per l’individuazione di misure idonee alla salvaguardia dell’occupazione e per gli interventi necessari e al Prefetto di convocare una urgentissima riunione alla presenza dei rappresentanti degli enti locali”.
12/03/2013