Una nuova "lettura" di Misterbianco

Panorama antico Misterbianco

L’etimologia del nome Misterbianco si arricchisce di nuove tesi frutto di ricerche che hanno permesso di scavare nella storia risalendo alla nascita dell’attuale nome.
Fino al secolo scorso due erano le tesi dell’odierno nome che, a prima vista, inganna per la presenza di quel “mister” che all’apparenza ci riporta all’inglese di “signore” e quindi un “signore bianco”.
Alfio Longo, cultore di storia patria, nel 1968 in una pubblicazione fa riferimento oltre alla tesi per cui il nome deriva dal latino Monasterium Album e quindi alla presenza di un monastero bianco, probabilmente perché i monaci indossavano un saio bianco, anche ad una seconda tesi, quella per cui il nome poteva derivare da mosto bianco in seguito alla presenza di vigneti dall’uva bianca.
Quest’ultima tesi non ha trovato basi solide e più accreditata è rimasta quella di Monasterium Album anche in virtù di documenti o carte geografiche del XVI sec. nelle quali il casale era così indicato.
Ciò ha lasciato pensare alla presenza di un monastero del quale però non vi è traccia storica anche se, non bisogna pensare ad un convento, ma anche ad una comunità di due soli religiosi.
La cappella, in stile gotico all’interno della chiesa riportata alla luce nel 2002, che si trova alle spalle dell’altare della Madonna delle Grazie, accredita la tesi di una comunità di pochi religiosi.
Questi ecclesiastici che si insediarono, probabilmente monaci “basiliani”, all’ingresso delle loro dimore, chiamate “laure”, installavano una effige della Madonna, destinata a custodire il luogo e proprio nella cappella di Campanarazzu è stata ritrovata una epigrafe, conservata nel museo d’arte sacra, che indica la dedica alla Madonna.
Ed allora il toponimo Monasterium Album può essere considerato il nome dell’antico casale di Misterbianco oppure può esserci anche qualche altra spiegazione?
Recenti approfondimenti del prof. Antonino Condorelli, che da alcuni anni si occupa del sito di Campanarazzu, aggiungono un ulteriore elemento che non esclude il primo probabilmente maturatosi con il passare del tempo.
Condorelli specifica che il latino “Montis Albis”, montagne bianche non si riferisce a montagne innevate, ma bensì a “terreno sterile”, come venivano indicati i terreni improduttivi.
Lo stesso comune spagnolo di Montblanc, fa derivare il proprio nome dalla collinetta arida, sulla quale a metà del XII sec. fu costruita la chiesetta e l’attiguo castello ed anche in Calabria un comune che si chiama Bianco fa risalire il suo nome alla presenza di terreno argilloso ed arido.
Diversi sono i documenti in cui si legge la scritta “Monti Albi” e sappiamo bene che prima dell’espansione della città di Catania questa aveva verso nord numerosi terreni improduttivi o boschivi e pertanto quel nome originario di Monti Albi, indicato per individuare dei terreni aridi non coltivati, possa essere mutato nel tempo in “monasterium” anche con l’insediamento di una prima piccola comunità di coloni che iniziò a dissodare la terra per renderla produttiva. L’insediamento stabile di persone, lontane dalla città aveva però bisogno di potere essere assistito spiritualmente con la costruzione di una piccola cappella, come quella riportata alla luce con le stanze annesse, che potevano ospitare più monaci dando vita ad un cenobio.
Ma c’è di più. Il prof. Antonino Condorelli nella sua ricerca, riportando quanto scritto sui registri dei matrimoni conservati nell’archivio parrocchiale dal 1579, trova “mons steri blanco” o “mös albo” o “monte - blanco” come nelle pergamene del 1354 che si trovano alla biblioteca “Ursino Recupero” di Catania.
Il Condorelli citando, Antonino Belfiore che nel 1970 pubblicò un volume “Il mio paese”  ricorda che l’autore tradusse “Monasterium Album” in “Mon – astero – bianco” che per contrazione delle prime tre sillabe divenne “Monastero bianco” e si trasforma in “Mostero bianco” per arrivare all’odierno Misterbianco.
Altra lettura a supporto arriva dall’etimologia del nostro “Mongibello” l’odierna Etna.  Il Belfiore ricorda che Mon-gibello non è un nome dove “si ha due volte lo stesso termine in due lingue; e cioè: mons (monte in latino) e gebel (monte in arabo o aramaico) e quindi, monte nelle due versioni unite insieme, bensì: (mon) acquartieramenti (gebel) di montagna o colonie della Montagna.”
Quindi a rileggere quel “mons” perdendo l’ultima consonante cambia il significato che poi non è  lontano dalla realtà essendo Misterbianco all’origine un casale e quindi un acquartieramento della montagna fuori dalla città e quello “steri” da hosterium di “mons steri blanco” sostiene il Condorelli sta per luogo fortificato.
Una riprova si trova nell’inventario della visita pastorale antecedente all’eruzione del 1669 nella quale è annotata la presenza di cannoncini a difesa della comunità.
Ulteriori studi ed approfondimenti dei documenti d’archivio probabilmente metteranno la parola fine all’etimologia dell’attuale nome.

Carmelo Santonocito

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