Sessanta opere al Castello Ursino del grande ritrattista catanese Elio Ruffo

Elio RuffoVenerdì 29 maggio, ore 11, nel salone d’ingresso di Castello Ursino avrà luogo la conferenza stampa di presentazione della mostra antologica di pittura e grafica del maestro Elio Ruffo, insigne ritrattista catanese. Patrocinata e fortemente voluta dall’Assessore comunale alla Cultura Fabio Fatuzzo, la personale sarà ospitata nel maniero federiciano, sede del Museo Civico.

L’inaugurazione è stata fissata per sabato 30 maggio alle ore 18; l'orario della mostra, che si protrarrà fino al 15 giugno, è lo stesso del museo: da lunedì a sabato dalle ore 9 alle 13 dalle 15 alle 19; la domenica dalle 8,30 alle 13,30.

La fertile progettualità, portata avanti “a costo zero” dall’assessore Fatuzzo, regala alla città un altro appuntamento da non perdere con un autore interessante e versatile. Sessanta “pensieri colorati”, come lui stesso li definisce, che vogliono rimarcare il suo lungo e appassionato percorso artistico: a partire dalla grafica del periodo adolescenziale del 1948, ai disegni fatti alla “scuola del nudo” dell’Accademia di Belle Arti di Catania e fino agli oli del 2009.

Sarà possibile ammirare altresì le riproduzioni fotografiche della galleria dei ritratti degli autori ed attori del Teatro Siciliano acquistati, a suo tempo, dall’Assemblea della Regione Siciliana, ed esposti nei trentuno originali, presso la Rappresentanza di Catania in via Etnea. Ed ancora altri ritratti eseguiti da Ruffo, come la galleria degli ex presidenti della Provincia di Catania, esposti a Palazzo Minoriti, o quella degli ex sindaci di Misterbianco presso la sala Consiliare di quel Comune. Ritrattistica alla quale egli si è dedicato con grande sensibilità e competenza. Uno studio attento dei tratti somatici, che fanno risaltare la psicologia, quasi l’animo del personaggio ritratto, portandolo a risultati espressivi di grande rilievo artistico, che collocano Ruffo storicamente fra i grandi ritrattisti catanesi come Michele Rapisardi ed Emanuele Di Giovanni.

Ma non solo ritratti, come lui stesso sottolinea, perché nelle opere esposte si può notare la sua ricerca stilistica, tematica e tecnica che con un'attenta reinterpretazione del vero narra i suoi stati d’animo, quei pensieri che prendono forma (è ancora lui che li definisce), attraverso composizioni, nature morte, e i pregevoli “oggetti della memoria” ispirati alle antiche ceramiche , ai giocattoli della nostra infanzia, a Pinocchio, ai pupi siciliani, a riferimenti letterari (Verga, Pirandello, Hesse).

Un Elio Ruffo a trecentosessanta gradi, quindi: e un’attenta lettura delle opere esposte ci comunica quel “qualcosa” che tanti pittori cercano di dire senza riuscire. Un artista che merita di essere ammirato e ricordato da una città, la nostra, a volte poco attenta.

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