Aziende con cancelli sbarrati, depositi off limit e chiavi per l'accensione dei mezzi ritirati a tutti. Il temuto "d-day" della spazzatura è arrivato. Oggi va in scena la serrata delle imprese che si occupano della raccolta dei rifiuti nei 18 Comuni dell'Ato "Simeto Ambiente". Il consorzio Simco, che riunisce le quattro ditte, per bocca del presidente Concetta Italia, non ha deviato la rotta annunciata: «Non abbiamo più un centesimo, i fornitori sono dietro la porta, le banche non ci danno credito e quindi abbiamo chiesto ai lavoratori di starsene a casa».
Ma loro, i 524 operatori ecologici delle imprese Gesenu, Mosema, Dusty e Oikos, non indietreggiano. «I lavoratori si presenteranno regolarmente nei cantieri, se non potranno uscire con i loro mezzi, non sarà per propria responsabilità», mette le mani avanti Ignazio Arcidiacono della Cgil Funzione pubblica. Per una volta, dunque, non sono i netturbini a scioperare, pur avendone le ragioni: parte di loro attende le tredicesime, tutti rischiano di non avere neppure gli stipendi e il 25 febbraio (dopo il rinvio di ieri) si discuterà della procedura di licenziamento collettivo, aperta da ottobre all'Ufficio provinciale del Lavoro. Fatto sta che sono invece le aziende ad alzare bandiera bianca, nonostante vantino dall'Ato un credito pregresso di 25 milioni di euro, riferito al 2006-2011, a cui aggiungere altri 4,8 milioni del periodo più recente.
L'effetto è che oggi il sistema si spegne per collasso finanziario.
«Non possiamo fare altrimenti - dice Concetta Italia, a margine di un vertice pomeridiano con le quattro aziende - non abbiamo soldi per il carburante, figurarsi per gli stipendi. Rischiamo una procedura per interruzione di pubblico servizio? Si chieda conto e ragioni, piuttosto, all'Ato e ai Comuni».
Soggetti, questi, che, assieme ai sindacati e a Simco, sono stati convocati in Prefettura mercoledì pomeriggio. «In realtà a noi serve l'intervento della Regione, ci basterebbe - sottolinea l'avv. Italia - una comunicazione per rassicurarci che rientriamo tra i beneficiari delle anticipazioni previste per ripianare i debiti. Una comunicazione che utilizzeremmo come biglietto da visita nelle banche per ottenere un po' di liquidità».
Difficile prevedere l'evoluzione della vicenda. «Non possiamo vivere nell'incertezza - avverte il commissario dell'Ato, Angelo Liggeri - non abbiamo ben compreso le intenzioni di Simco e questo rischia di paralizzare ogni attività».
Da qui la scelta di Liggeri di «predisporre tutti gli atti necessari che possano permettere un subentro alle ditte che abbandoneranno l'attività, senza traumi per il servizio».
La Sicilia
12/02/2013