Quadro psicologico dell'ambiente paesano 1956

Alcuni episodi, localmente vissuti, offrono la precisa caratteristica di quest'ambiente, o meglio della spettacolare ignoranza ed ingordigia dei campagnoli, della massa in genere, ma più propriamente di essi e con essi incominciamo...

Misterbianco conta una popolazione di oltre dodicimila
abitanti, in prevalenza contadini fra: braccianti agricoli, coloni, mezzadri e
piccoli proprietari. Molti di questi campagnoli trovansi in una condizione
semi-agiata, altro che ..... "proletari"!
Sono costoro infidi degli amici operai e di sé stessi, dediti solo a carpire
favori o protezioni, ingrati ed irriconoscenti dei vari consigli o benefici
ricevuti, proni e servili verso quei "padroni" che osano ingiuriare in
piazza, durante gli assembramenti elettorali, restano però pavidi, ed intontiti
di fronte agli astuti ciarlatani della politica o d'altro, sono insomma la
necessaria massa di manovra per tutti gli arrivisti che vogliono far carriera.
Infine, deploriamo oggi la preordinata invadenza, nel nostro paese, d'un
forestierume misero ed arretrato, ben accolto e foraggiato anche da una
particolare cricca politica, per esclusivi calcoli elettoralistici e a tutto
danno dell'autentica comunità paesana.
Alcuni episodi, localmente vissuti, offrono la precisa caratteristica di
quest'ambiente, o meglio della spettacolare ignoranza .ed ingordigia dei
campagnoli, della massa in genere, ma più propriamente di essi e con essi
incominciamo:

(CONTADINI, ARTIGIANI,
DISOCCUPATI, UFFICIO
SINDACALE
, IL GIOCO, RAGAZZI,
LE DONNE, GLI ESERCENTI, FESTIVAL
DI PIAZZA
, AFFINITÀ ELETTIVE, ENTUSIASMO
PATRIOTTICO
, DIGNITOSA COERENZA, MENTALITÀ
PROGRESSISTA
, INTERVENTI SPONTANEI, FESTA
ROSSA
, RIEPILOGO)


CONTADINI

Possessori, alcuni, di un ampio caseggiato, d'uno o più carri agricoli, con
vari appezzamenti di terreno, si sono qualche volta presentati nell'Ufficio del
Comune, per richiedere un "certificato di povertà" da servire per
uso....beneficenza!
Altra famiglia di contadini, in occasione del fidanzamento della figlia,
spendono una cinquantina di migliaia di lire per regali al fidanzato: penna
stilografica e lapis automatico d'oro, al giovane che conosce appena le nozioni
elementari; a sua volta bracciali e vari fermagli, ugualmente di valore, vengono
regalati alla giovane che, confusa, non sa come adornarsene e chiede chiarimenti
sulle più precise e recenti etichette di moda!
Conclusa la sacra solenne cerimonia, con numeroso intervento di parenti ed
amici, d'ambo le parti invitati, il lieto evento viene bensì fotografato in
tutti i suoi vari atteggiamenti e che riproducendo le pose più bizzarre di
alcuni personaggi principali della sfarzosa cerimonia, suscitano poi l'ilarità
del pubblico che guarda incuriosito nella vetrina d'esposizione del fotografo.
Un'altra coppia, solennizza un battesimo con un lungo stuolo di invitati, quasi
un centinaio; getto di monete, oltre i confetti d'uso, fotografie, suoni e
balli, completano la festa....famigliare! La medesima coppia vorrebbe, in
seguito, venire iscritta nell'elenco dei poveri del quartiere per le occasionali
regalie che qualche "Ente" distribuisce durante le più significative
feste dell'anno!

ARTIGIANI
Fra la categoria operaia, s'intende, erano, un tempo, la classe più
privilegiata per distinzione di nome, dignitoso portamento ed una certa
agiatezza specie se si trattava di maestri di bottega che, a richiesta dei
clienti medesimi, divenivano talvolta arbitri conciliatori nelle loro familiari
litigiose vicende e le mamme, allora, andavano pazze "pi lu mastriceddu"
onde accasare le loro brave figliuole assicurandole un "bonu statu".
Mutano però i tempi e con essi le "'idee"; il progresso meccanico ha
travolto le patriarcali usanze e le primiere forme di laboriosa attività. Oggi
ancora, l'artigiano lavora e serve la numerosa clientela, se ce l'ha, spesso gli
si presentano lavori di piccola entità, come per esempio: per i calzolai,
riparazione di sandali, due occhielli, un punto, e per altri, un telaio da
incollare, una maniglia da restringere, la serratura da far scorrere, un perno
da ribattere o una vasca di zinco che perde, una cerniera rotta, un coperchio
spaccato, la porta gonfia perché esposta a tramontana, la dipintura d'una
cassetta o la sigla del nome e cognome negli otri o nei sacchi degli
agricoltori!
Il cliente deve essere servito immediatamente bene, se no sfugge e lo
acchiapperà un altro "amico", artigiano anch'esso ma che ha meno
impegni o più tattica nel servire il nuovo cliente. Inoltre, tutti quei
lavoretti non entrano affatto in tariffa. Sarebbero per lui come gli
"assegni" percepiti in senso inverso! Sembra male, poco
delicato,chiedere alcune lirette al nuovo cliente che,bontà sua, viene a dare
lavoro al prescelto artigiano. E' come un tacito patto perché quello rimanga il
cliente dei lavori più vistosi, anche se pagherà poi col contagocce….!
Raro, rarissimo quello che dona la "giusta mercede"…..
Dunque non è rimasto niente dell'antico prestigio, al "maestro di
bottega". Egli potrà concedersi solo lo sfarzo d'una partita a carte coi
colleghi, nel ritrovo serale, o andarsene alle gite domenicali, accodandosi ad
una comitiva, sportiva o religiosa.
Quell'altezzoso prestigio sembra sia rimasto.ancora intatto in alcuni ex
carrettieri, anch'essi facenti parte, secondo la recente classifica burocratica,
alla categoria artigiana, ma che, al tempo d'oggi, usano trafficare generi di
consumo all'ingrosso, in veste di abili sensali o camionisti e se hanno smesso
l'andatura dondolante della vecchia mafia rusticana, sostituendo al carro
caratteristico la comoda giardinetta, sfociano, quando possono, il loro istinto
d'imbattibili concorrenti durante le feste solenni del Santo Patrono o Patrona,
nel laborioso giro dei Cérei, ed in quei spettacolari fuochi di gara e, quando
c'era, nella corsa dei cavalli. Sfortunatamente, a Misterbianco, quei signori
preti, non si rendono interpreti dei loro bisogni primordiali, dei loro
"raffinati" gusti ed esigenze "pirotecniche" che, con il
bagliore delle faci colorate e l'assordante frastuono delle bombe a secco,
scuoterebbero persino gli abitatori del Cielo, facendo giungere così più
direttamente i devoti omaggi al S. Patrono. Questi retrivi signori non si
vogliono aggiornare non si rendono conto degli essenziali problemi del popolo
che, oltre il necessario alimento ha tutto il diritto allo svago, più e meglio
dei ricchi che possono fare da sé.
Ma…. Santo Dio! Questi egregi reverendi non parlano altro che di salmi e
preghiere, preghiere e salmi da far prolungare i sonni sino al tardo pomeriggio.
Meglio i "compagni" che con le loro continue "agitazioni fanno
svegliare a tutti!!"


DISOCCUPATI

L'assegnazione di denaro ai cosiddetti "disoccupati" oltre di essere
un passivo gravame allo Stato, offre il facile incentivo alla bacchettoneria,
disavvezzando le fiacche attitudini di tanta gente la quale, pur di scansare la
rude fatica, si accontenta del poco denaro che assegna ad essi il controllore
impiegato.
Gli iscritti all'apposito registro vanno a mettere la firma, poi, il resto della
giornata, se la spassano in piazza, a vede sfilare macchine e motocicli, a dire
o a sentire sproloqui di altri facinorosi, ad assistere alle altrui partite a
carte", o ad ingombrare gli angusti marciapiedi, né mai pensano di
rendersi utili,aiutando le loro mogli nelle varie faccende di casa, malgrado
dalle medesime sollecitati.
Vi sono poi di quelli che, pur lavorando assiduamente del proprio mestiere
trovano facile mezzo di recarsi con una lucente moto a firmare, per ritornare
subito dopo, al loro abituale lavoro, abbastanza remunerativo.
Sfruttano sfacciatamente la comoda occasione che offre loro il "governo
ladro" e si accaniscono e votano infine contro di esso, menandone vanto.
Potrà anche darsi che, altrove, questa categoria sia veramente e
sfortunatamente quella che dice di essere e si mostra più contegnosa e modesta.

UFFICIO SINDACALE
L'Ufficio sindacale della C.I.S.L. è sempre affollato: uomini e donne vanno a
farvi richieste di libretti vari, certificati, attestazioni beneficiarie, pacchi
dono ecc.
Si sono anche notati alcuni contadini e qualche operaio, già legati alle
organizzazioni rosse, andare in tale ufficio ed ottenere il disbrigo di qualche
pratica.
Un tizio, capraio, chiese una volta l'intercessione di un autorevole esponente
politico di provincia per facilitargli il disbrigo di certe sue pendenze
personali; venne favorito appuntino, a conferma dello stesso interessato.
Quell'autorevole esponente appartiene alla tendenza social-democratica. Intanto,
il suddetto capraio, si era manifestato sempre un acceso estremista. Incontrando
una volta un amico aderente alla socialdemocrazia gli gridò in faccia con frasi
irruenti: "I saracattiani siete dei traditori!" "Voialtri vi
siete alleati coi ricchi democristiani"
"Saragat è un venduto dovremmo sputargli in faccia!"
Si provò quell'altro a rintuzzare con moderazione quel balordo giudizio ma fu
inutile.
Dopo qualche settimana, incontrammo quel furibondo capraio seduto dentro la sede
dei liberi sindacati locali ove, assieme ad altri, attendeva il dirigente.
L'abbiamo visto in seguito, ripetute volte, nel medesimo locale.


IL GIOCO

In uno dei tanti ritrovi pubblici che si denomina bar e che arricchisce ancor
più il centro cittadino di vistose diciture e luminose insegne, un tale,
popolano, perde all'Ala, cioè in un -gioco di azzardo, diciottomila lire, con
grave dissesto del magro bilancio domestico, e non è il solo caso. In questi
tipici modernissimi luoghi di ozioso trattenimento, non più limitati alle ore
notturne avviene una vera ecatombe di biglietti di banca, sfuggiti dalle piccole
tasche di giovani operai, contadini, studenti, facinorosi sensali e abituali
nottambuli.
L'eco delle perdite si ripercuote, di tanto in tanto, al di fuori, per le
disperate lamentele di spose, di madri, di donne del popolo che si vedono
private dei necessari mezzi per il quotidiano sostentamento familiare!
Il fatto ugualmente grave, e che ha avuto serie ripercussioni in campo
politico-amministrativo, è stato il seguente: alcuni seri e correttissimi
esponenti politici, avendo constatato il dilagare di questo deleterio vizio
dentro la sede del loro partito, decisero, risolutamente di eliminare questa
sconcia abitudine.
Evidentemente, fra i componenti della medesima organizzazione, scaturì un'aspra
polemica, dei malumori, delle prese di posizione "pro e contro".
Risultato finale: i più boriosi sostenitori del gioco uscirono clamorosamente
da quella sede politica e costituirono subito, una nuova
"selezionata",. associazione di amici con comodi riservati
appartamenti e addobbamenti adatti, così i ferventi facoltosi giocatori
crearono una loro specifica sede, ebbero mano libera ed operarono indisturbati.


RAGAZZI

I ragazzi del nostro paese usufruiscono di tanti privilegi, il massimo dei
quali, è per essi il godimento delle loro libere scapestrataggini. Forse i
capocchia amministratori che non sono tutti degli zotichi illetterati, come gran
parte dei loro gregari hanno voluto applicare la bella e generosa esortazione
leopardiana:"Godi fanciullo mio, stato soave" "stagion lieta è
cotesta".Essi sono materialisti, è risaputo questo e quindi cercano di
adottare per intiero tutte le esortazioni, le prospettive e le aspirazioni del
godimento materiale per il popolo lavoratore, di questo popolo che amano
svisceratamente! Da uomini pratici, detestano perciò tutte le sofisticherie dei
preti e dei vari moralisti, ecco perché vien data ai ragazzi misterbianchese
mano libera di incidere sui muri intonacati di fresco e segnare col ferro o
carbone, su quelli asciutti, rompere i teneri fusti degli alberelli, saltare
dentro l'aiola del monumento ai caduti, mentre quella al monumento a Garibaldi
è ben vigilata con la pendente dicitura: "Non toccare i fiori", forse
perché la figura di quell'eroe è il loro simbolo elettorale. I ragazzi, dunque
possono rincorrersi e lanciare pietre o rotolare massi sulle strade, giocare
anche attorno ai due zampilli d'acqua fresca di piazza Mazzini, manipolandola
con le mani sporche, determinando così il poco igienico risultato per chi
vorrà bere al momento, o per chi sta seduto nei sedili accanto.
Le guardie non possono adottare misure di rigore o semplici richiami, anzitutto
per non far spaventare i figli dei lavoratori, miseri innocenti, i quali, non
possono divertirsi dentro le proprie case con i molteplici lussuosi giocattoli,
come i figli dei papà. Questa ammirevole considerazione o difesa dei diritti
dei poveri, spiega anche perché il popolo Misterbianchese con unanime
compattezza vota sempre e voterà:"rosso vermiglio".


LE DONNE

In alcuni quartieri, durante l'estate, fanno la fila presso le fontane e
dovranno aspettare qualche ora per riempire i recipienti. Capita spesso di
azzuffarsi con la vicina o la commare per la incerta confusa precedenza, però,
è provvidenziale per esse quel lungo sostare sul posto, poiché, solo così
potranno un poco riposare dalle pressanti casalinghe faccende.
Bisogna adattarsi, pazientemente, poiché così dispone "l'autorità
amministrativa", né ci sono rimedi a simili inconvenienti, del resto, i
buoni popolani e popolane non sono poi quei pericolosi "ribelli" così
foscamente descritti dai gazzettieri "venduti ed asserviti al
capitalismo". E' umile e paziente il popolo lavoratore e sopporta tutto: il
caldo e il freddo, il giorno e la notte, la siccità e la tempesta, il frastuono
della reclame sonora, purché non la fanno i preti dal campanile ed il vociare
dei venditori ambulanti, tutto ciò insomma che non proviene dalle ...
"reazionarie" disposizioni del Governo centrale o dal Prefetto e suoi
minori subalterni.
Ritornando all'acqua, si sa bene che quella contenuta nel serbatoio comunale non
è sufficiente per il fabbisogno della intiera popolazione e per compartirla
adeguatamente, nei periodi estivi si intende, viene chiusa la sera, riaperta al
mattino.
E' stato sempre così a Misterbianco, noi qui non sappiamo o non vogliamo
spiegarne le cause. Ogni periodo estivo ha la sua crisi di acqua, questa è la
realtà, diciamo dell'acqua limpida e pura, poiché di quella saponata o
variamente sporca vengono innaffiate di sera, dalle donne casalinghe, alcuni
tratti delle pubbliche vie. E' una necessità,….. non possedendo le stabili
comodità come i ricchi signori, le povere donne si valgno dalle pubbliche
strade per depositarvi i liquidi rifiuti od altro, sicure del diritto acquisito
ed anche perché godono l'immunità popolare in quanto hanno sempre votato e
voteranno fintanto che campa: "rosso vermiglio".


GLI ESERCENTI

Quasi tutti, grossi e piccoli, godono la più ampia libertà, concessa loro dai
"compagni amministratori", in perfetta coerenza agli ideali da questi
professati, cosicché mulini, pastifici, rivendite alimentari, macellerie, ecc
sono lasciati liberi nel quotidiano esercizio delle loro funzioni......
speculative. Riuscirà più facile così chiedergli l'obolo tariffato per il
festival di Febbraio e gli "spontanei" doni della Befana destinati
alle guardie comunali.
Nessuno agente, in borghese o imberrettato, si permette di fissare gli occhi o
ficcare il naso dentro gli untuosi scaffali di quei buontemponi, sebbene oggi, i
tutori dell'ordine e della sanità pubblica non fanno più paura come nella
severa epoca umbertiana, allorché al solo tremolio di quei spioventi baffi,
scappavano persino i gatti di sopra i banconi o quando, nel successivo periodo
ventennale, apparivano silenziosamente sull'uscio delle rivendite con un'ampia
borsa da riempire.
Nulla di tutto ciò con animo lieto, cantano giubilanti nel loro intimo i
bottegai, e le piccole industrie locali fan coro agli omaggi e tutti poi assai
riconoscenti ed alla spicciolata per non crear confusione, corrono ad offrir
doni e derrate ai decennali amici amministratori, considerati ormai come
reggitori infallibili e benevoli protettori.
Si spiega benissimo perché, nelle periodiche battaglie elettorali
amministrative, quasi tutti costoro con slancio unanime ma serio e composto
votano "rosso vermiglio".

FESTIVAL DI PIAZZA
In prossimità del Carnevale, a Misterbianco, viene mobilitato un apposito,
comitato per la "raccolta fondi", fra il personale impiegatizio del
Comune e qualche piazzaiolo sempre disponibile per questo genere di cose.
Direttori effettivi sono alcuni locali e autorevoli "uomini politici"
che impartiscono precise disposizioni ai sottodirettori: capi-servizio. Ebbene,
questo onorevole Comitato si presenta nelle rivendite centrali e nei vari
ritrovi per chiedere parecchie migliaia di lire "pro festa di
Carnevale".
Tale somma, tariffata dai supremi gerarchi, viene esibita con autoritaria
imponenza come se si trattasse d'una tassa.
Il Contribuente, vuol dimostrare la sproporzione della cifra a lui richiesta, in
rapporto alle possibilità economiche del suo esercizio, ma i signori del
Comitato, tra il serio ed il faceto, non ammettono transazioni e quasi
minacciano future rappresaglie... fiscali! Possono permettersi tale
atteggiamento giacché sono diretti emissari comunali e quindi si credono
arbitri di saper valutare le singole condizioni dei cittadini.
Di fronte a sì deprecato metodo la gente, presa da puntiglioso ritegno o
naturale soggezione cede e mormora poi, come ai tempi del passato regime, tanto
più che scorge gli stessi individui ai medesimi posti di comando o tutela della
"cosa pubblica".

AFFINITÀ ELETTIVE
Misterbianco, cittadina oggi molto "evoluta" si adegua degnamente alla
vita chiassosa dei grandi centri urbanistici, ove si danno convegno gli
elegantoni, i giovani bellimbusti, gli attempati facoltosi, gli snobbisti dediti
esclusivamente ai più raffinati vizi e più allegre bagascie e poiché il
tavolo dei caffè, come le poltroncine delle sale d'aspetto, accomunano gli
uomini e ne sviluppano le innate affinità elettive, è avvenuto che alcuni
massimi esponenti "dell'estremismo rosso" si sono incontrati con
alcuni distinti facoltosi locali, sebben questi ultimi tipici "reazionari
retrivi" ed hanno stretto con essi un mutuo patto d'amicizia utile, reale e
costante. Così, agli svaghi comuni ed oziosi diporti han fatto riscontro le
tassazioni ridotte ai minimi termini dato che quegli "esponenti" sanno
anche i capi delle varie Commissioni Comunali o "le guide spirituali"
delle medesime!
Se gli autorevoli "compagni" di Misterbianco fanno la voce grossa è
solamente quando sono di "parata" nelle pubbliche aule, nelle strade o
sui balconi in atteggiamento declamistico, per lusingare la loro "misera
folla" di operai e braccianti agricoli che poveretti non possedendo alcun
criterio di equo discernimento, non possono fare altro che imprecare,
schiamazzare, gesticolare contro la prepotenza e l'ingordigia dei "ricchi
signori"! Ignorano però che in sede locale, hanno raggiunto ugualmente lo
scopo, in quanto, gran parte di quei "ricchi signori" paesani in
omaggio alla radicata amicizia da caffè ed ai loro privati interessi hanno
votato:"rosso vermiglio!"


ENTUSIASMO PATRIOTTICO

Quando avvenne la restituzione di Trieste all'Italia, la sera, passando dalla
piazza, notavamo le bandiere esposte in quasi tutte le sedi di Associazioni e
case private; nella sede dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci"
non si scorgeva alcun segno. Facemmo la spassionata osservazione ad un folto
gruppo di soci che si trovavano dentro il locale intenti a giocare a carte:
"Come va che oggi non avete esposto la bandiera ?"
"Il posto e l'avvenimento lo esigono più d'ogni altro!"
Perché? risposero loro, che cosa è successo? E' festa forse?
Replicammo: Oh! non lo sapete voialtri, e siete soci qui!
Ignoravano tutto. Sopraggiunto il presidente, lui che sapeva, espose la
bandiera. Si tratta di semplici formalità, ma da certe piccole cose anche
insignificanti, si deducono molte serie considerazioni su uomini e cose nel loro
intrinseco aspetto.
Un illustre avvocato e valente oratore, osservatore delle
idee socialiste, fece epoca un tempo a Misterbianco, lasciando buona stima di
sè e delle idee per la prima volta enunciate.
Si ebbe così nel lontano 1921 un periodo di onesta gestione amministrativa
socialista per la quale traggono ancora usurpato prestigio sin dalla ripresa
politica (1946) i rossi odierni, ben diversi dai "compagni",
d'origine. Passarono i tempi!….
Dopo la pausa ventennale tutte le grosse e minute personalità ritornarono alla
ribalta con un accresciuto codazzo dì istrioni pur camuffati nei colori di
moda.
L'illustre oratore ritornò a Misterbianco, a parlare del socialismo ben
distinguendolo però dal nuovo aberrato estremismo bolscevico.
Ed allora. quell'automatico dirigismo comunista. Cominciò a vomitare calunniose
ingiurie all'indirizzo del rispettabile uomo e: "tanto tuonò che
piovve".
La calunnia, arma insidiosa di quei messeri, fece presa in quella gente
semplice, ma superficiale quale è in specie la povera massa, giudicata bensì
evoluta, illuminata e cosciente!...
Difatti, questa massa misterbianchese o che abita a Misterbianco, seppe bene
assorbire la fangosa marea, perciò antepose nei voti preferenziali per il
senato, nel 1948, una indegna nullità a colui che li aveva per tanto tempo
aiutati con savi consigli e generosi favori!
Ebbene, dopo avere oltraggiato con banali improperi quel degno candidato che per
pochissimi voti, non riuscì eletto senatore, si aveva il coraggio dì andare a
chiedere al medesimo, le solite protezioni e favori, certi di venire
benevolmente accolti. I richiedenti, andavano con la mal celata intenzione di
esimersi da ogni doveroso obbligo o formale ringraziamento, confermando
altresì, la proverbiale sfrontatezza ed ingratitudine dei beneficiati. Abbiamo
potuto anche individuare costoro che, dopo essersi mostrati aspramente avversi,
all'indomani della giostra elettorale, riprendevano la scalata pacifica per
richiedere al candidato bocciato, protezioni e favori.
Tale l'atteggiamento di questa degna massa, veramente evoluta, illuminata e
cosciente!? .....

DIGNITOSA COERENZA
Una famiglia di medio ceto, composta dai genitori e due giovani figli: libero
artigiano l'uno, neo professionista l'altro.
Il padre, esercente, dedica il più, al tavolo del caffè che al banco della
propria rivendita ed egli, con i figli, sono stati sempre campioni del più
acceso "estremismo rosso".
Il figlio maggiore, poco addietro, otteneva un posticino mediante l'autorevole
intervento d'un "pezzo grosso" catanese della D.C. al quale il padre
si era rivolto umilmente.
L'altro figlio, ancor più rosso paladino del primo, nella recente campagna
elettorale amministrativa si adoperò accanitamente, rampognando gli avversari
per l'ibrida composizione del loro:"Blocco civico". Ma è pubblicamente
noto che il fiammeggiante giovane campione di sinistra, pochi mesi prima, aveva
chiesto anche lui, un comodo posticino d'impiego ad un autorevole esponente dei
partiti di destra!
Ancora altri fatti similari: recentemente, a Misterbianco, alcuni aderenti alle
organizzazioni estremiste, hanno brigato presso un onorevole democristiano
catanese, tramite un paesano, per ottenere un impiego per le proprie donne nella
nuovissima: Fabbrica della Carta", sorta da poco, nello stradale
provinciale vicino il paese. Il lucrativo scopo già l'hanno raggiunto.
Ebbene, costoro, han sempre sbraitato contro i democristiani
"monopolisti" del potere, contro i "pretacci" nemici del
progresso e il benessere dei lavoratori; nelle campagne elettorali hanno fatto
sempre il loro "dovere" appoggiando i compagni, che, con baldanzoso
coraggio, lottano per il progresso, ed il vero benessere dei lavoratori, contro
la "strafottenza" dei ricchi!
Il doppio gioco per fine opportunistico, è comune al tempo d0oggi, specie per i
molti che, pur trovandosi già avviati al consueto lavoro manuale, sono smaniosi
di posti d'impiego, di speciale collocamento, per accostarsi sempre più al
tenore di vita ….. moderna che offrono i grandi centri.
L'impiegomania ha pervaso il nostro ambiente del dopoguerra come ha ben detto un
nostro scrittore contemporaneo, concediamo quindi che molti si adoperano per
"acchiappare" posti!
Lo straordinario sta nel fatto che molti elementi di correnti politiche del
tutto opposti, si presentano, con cinica sfrontatezza, a chiedere ad alte
personalità politiche favori e protezioni!

MENTALITÀ PROGRESSISTA
La sera del 15 Dicembre 1956, vigilia della S. Novena, si svolgeva in Chiesa
Madre la cerimonia festiva di chiusura dedicata all'immacolata. La sacra
immagine veniva rimossa, dall'altare maggiore, dopo avervi sostato otto giorni
e, portata a spalla fin davanti la facciata del tempio, ove ebbero luogo gli
spazi dei mortaretti, moschetteria ed alcuni vivaci fuochi pirotecnici, dopo,
rientrava per venire posta nella chiusa celletta.
Per la circostanza, un'immensa folla si recò in chiesa, ad assistere alla …..
sacra funzione. Il Parroco, dopo i Vespri, rivolgeva la parola ai
"fedeli" e a un dato punto miste a le solite esortazioni morali e
frasi di rito, pronunziava le seguenti testuali parole: "La Madonna scende
in mezzo a voi, o fedeli carissimi …..ecc. ecc.. Sin dalle prime frasi, un
mormorio si era levato dalla folla irrequieta che credeva di ravvisare nelle
esortazioni del sacerdote una allusione dalle vicende politiche, ed appena
scandita la frase: "scende in mezzo a voi ..... il clamore s'accrebbe per
poi fuori, quella sera e all'indomani, svolgersi in più aspri commenti rivolti
all'indirizzo dei preti "sfacciatamente menzogneri ed assai intriganti
nella politica, in cose cioè che non "gli appartengono"….
"La sfacciata menzogna non poteva essere più evidente", difatti, come
si poteva affermare che la Madonna era scesa in "mezzo ai fedeli, mentre
erano stati i fedeli a scendere la Madonna dall'altare e se quelli non si
sarebbero mossi, la statua sarebbe rimasta al suo posto, quindi, fu per opera
dei volenterosi popolani che la Madonna discese in mezzo ai fedeli e non
diversamente come affermava il prete!…..
"Ecco come sono spudorati questi preti, come agiscono con piena falsità ed
improntitudine. È perché vogliono comandare sempre loro, ad ogni costo. Hanno
ragione dunque i comunisti di lottarli accanitamente…..
Sembra inverosimile! Eppure tale episodio, accaduto nel Dicembre 1956, lascia
intravedere più d'ogni altro, l'alto livello mentale della massa di questo
famoso paese che alcuni abili lestofanti han saputo educare ed indirizzare sulla
via del civile progresso!….

INTERVENTI SPONTANEI
Il Cav.A.C.G. di tradizionale patriottica famiglia misterbianchese, ex
intendente di finanza, fu un uomo integerrimo ed ottimo Sindaco in una delle
rare fasi di ottima gestione amministrativa a Misterbianco.
Ai suoi tempi, organizzò pure una grande "Associazione" di contadini,
con annessa Cooperativa di consumo, in seguito però, sdegnato per l'azione
subdola di alcuni profittatori e vari dissenzienti, si ritirò in un suo
eremitaggio campestre da dove sempre operava da buon cittadino e sincero,
democratico d'antico stampo, accogliendo i buoni amici e favorendo anche i non
amici in affari di sua particolare competenza.
Allorché egli morì, nel luglio 1945, dalla sua dimora campestre venne portato
da famigliari ed amici in paese per le inerenti funzioni funebri ed il
seppellimento nella tomba famiglia.
Durante la breve sosta nella Chiesa di S. Nicolò per celebrazione d'una messa
semplice, ci proponemmo di andare ad avvisare quanti amici e conoscenti potevano
incontrare fuori, onde invitarli ad accompagnare la salma dell'illustre
concittadino.
Ebbene, dei tanti contadini che sostavano oziosamente davanti le botteghe, le
sedi di Associazioni, le dolcerie, i Saloni, nessuno si mosse, diciamo nessuno,
adducendo puerili motivi di attesa d'un amico di "affarucci" in corso,
di rientro immediato a casa perché attesi dalla moglie ecc.
Eppure, gran parte di questi contadini furono soci in quella vasta
"Associazione" da lui fondata, ne goderono i benefici morali e sociali
e sempre ne vantarono l'opera, a parole, giacché, in quella funebre
circostanza, dimostrarono la più fiacca indolenza, la completa apatia,
l'ingratitudine e il sfacciato cinismo, come se si trattasse d'una persona a
loro del tutto sconosciuta! "Oh gran bontà dei contadini nostri!"
A tale episodio, fa riscontro un'altro semplice avvenimento
funebre paesano, abilmente sfruttato dai rossi demagoghi e trasformato in un
vero e proprio dispiegamento di forze politiche, nel felice periodo prelettorale:
Aprile 1956.
Era deceduto, quasi improvvisamente, un rubicondo contadino anziano, onesto
lavoratore per verità e che aveva sempre seguito, con spirito battagliero le
correnti politiche di sinistra.
Il sacerdote, o perché non fece in tempo o per essere stato respinto, non ebbe
modo di espletare le sue sacre mansioni presso il Moribondo; i
"compagni" ebbero così il facile appiglio di organizzare la loro
"parata" cosicché tutti gli agitatori ed i capi-cellula si misero
all'opera. Vennero "mobilitati" gli iscritti sollecitati i molti
simpatizzanti, si poterono radunare così circa un migliaio di persone, che,
ordinatamente seguirono il feretro con bandiere rosse e la tricolore della
camera del lavoro, i capi-ras in prima fila, dietro la bara, portata a spalla,
secondo l'uso del paese; vi erano anche un foltissimo stuolo di donne.
Per elementare logica, non si presume affatto che, simile folla, sia intervenuta
con spontaneità dietro il cadavere di un semplice contadino, per quanto
meritevole di stima e generalmente conosciuto, né il caso si è ripetuto per
altri ugualmente meritevoli.
Arrivato il lungo corteo al piazzale davanti al cimitero, non mancarono i
fervidi e pur brevi discorsi degli autorevoli "compagni" oratori : un
patetico saluto al "compagno" estinto e la promessa data a
quest'ultimo, che si impegnerebbero tutti i fedeli seguaci, nell'imminente
battaglia elettorale, scendendo in campo, uniti e compatti, per ottenere
l'ambita vittoria!
…. E la vittoria venne… strepitosa, schiacciante, soverchia.
Su circa settemila votanti, settecentoquarantaquattro in più la lista
Garibaldi!

FESTA ROSSA
Nelle elezioni amministrative del 27 maggio 1956 i social-comunisti dunque
stravinsero, contro il "Blocco Civico" della lista
"Campana". La differenza di cifre fu sproporzionata anche in rapporto
ai precedenti risultati regionali e nazionali quindi, fu sorprendente per tutti.
I social-comunisti pur avrebbero potuto esclamare: "Troppa grazia S-Antonio"!
Ma siccome loro non vogliono adoperare il frasario da "sacrestia"
potrebbero semplicemente dire:"è troppo! è troppo! così arriviamo allo
scandalo". Sissignori, il sospetto è divenuto realtà. Il meschino
interesse e le basse astiosità personali hanno appannato coscienze e colori,
facendo agire molti "taciturni" alla maniera di Giuda!....proprio, noi
ci trovammo quella sera di Domenica, 27 maggio, di fronte la bieca figura di
quel lontano tragico episodio storico che, purtroppo, si ripercuote in ogni
tempo e luogo, per fatale e triste odissea dell'umano destino!
Ed i giuda del nostro paese furono troppi!…Essi si incontrarono quella sera
propriamente di sera con le truci figure dei veri Caini e dandosi simbolicamente
la mano, han soffoocato in una mostruosa orrida stretta la rinascita di
Misterbianco.
Ma i "sinistrissimi" non hanno scrupoli, non nutrono sciocchi
sentimentalismi, non si lambiccano in sottigliezze inutili ed han voluto
festeggiare, clamorosamente il loro lieto evento, parodiando esattamente le
feste religiose che si svolgono in paese. Poiché i cattolici praticanti o le
guide di essi, non hanno voluto svolgere, da tempo, la fragorosa festa del Santo
Patrono, avrebbero voluto i compagni, in sostituzione festeggiare il loro
particolare Patrono elettorale, che, del resto figura anch'Egli con la barba,
sebbene un po' più corta e più tonda. Questo santo "laico" dei
lavoratori misterbianchese ha però un vantaggio su quello religioso: mentre
questi se ne sta segregato per anni in una celletta, l'altro sfida il sole ed i
venti lì sulla piazza, in faccia a tutti, a contatto con tutti. Il vantaggio
dunque è sempre dei geniali tutori degli interessi popolari.
E veniamo alla festa rossa. Quel giorno vennero appese bandierine e strisce
unicamente rosse, davanti le porte e attraverso le vie, il capo lista in testa
ai dimostranti, già preceduto da angioletti vestiti pure di rosso e
accompagnato con la banda musicale, veniva fatto segno alle più vive
acclamazioni della folla con continuo getto di fiori e sparo di mortaretti. Si
notarono anche un gran numero di forestieri di Catania e Motta S.Anastasia,
venuti a festeggiare con i compagni di Misterbianco, ciò che non poterono
festeggiare con i loro concittadini o compaesani .
Successivamente, cioè il giorno dopo, ricorrendo la Domenica del "Corpus Domini"
venivano collocati nei medesimi posti, le strisce traversali
bianco-giallo-celesti e davanti le stesse porte, dalle medesime mani che il
giorno prima avevano appese le bandierine rosse, venivano issate quelle bianco
celesti !?
Miracolosa metamorfosi ? ... ma in paese non si crede affatto ai miracoli.
Incoerenza? Ma nient'affatto.
Questa tale gente, nella sua completa ignoranza o meglio stupidità, non sa
distinguere, anzi osa affermare che essa è pure religiosa per il semplice fatto
che tiene in tasca tra la tessere d'identità, i documenti vari, nonché le
pareti della casa, molte "sacre figure", accanto la reclame del
Pipigas e della cipria o cerotto Bertelli....
Inoltre, segue, per intiero, il lungo percorso delle processioni dei Santi e dei
sacri simboli, in compagnia dei propri familiari, tutti vestiti a nuovo,
sorridenti e cirlanti di tante frivole cose.....

RIEPILOGO
A chi leggerà queste carte chiediamo sentite scuse, non tanto per gli errori,
quanto per la lungaggine, avvertendo altresì, che i particolari del gran
"Quadro" non sono al completo.
Da semplici artigiani, dediti alle quotidiane attività lavorative, alle cure di
casa anche, ed alle conseguenti apprensioni per la viziata inadempienza dei
corrispettivi e numerosi clienti, non possiamo e non intendiamo andare oltre.
Altri individui, maggiormente disponibili, aggiornati e pazienti, potrebbero,
all'occorrenza, completarlo, ma non ne vale la pena, tanto si dovrà poi
ugualmente collocare in soffitta.

L'Annotatore
Misterbianco 16 luglio 1956 (ricopiata nel 1957)

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