Protesta trasversale a Misterbianco sui Presidi Territoriali di Emergenza

L'iniziativa, susseguente alla decisione della Regione di tagiare il PTE di Catania 2 (ubicato a Misterbianco) parte da Nicola Abbadessa, consigliere comunale di AN e trova l'appoggio di molte altre forze politiche locali. Una volta tanto unite nell'interesse dei cittadini

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IT;mso-bidi-language:AR-SA">Che fine ha fatto il Presidio Territoriale di
Emergenza di Catania 2, la struttura istituita (ma mai avviata) anche a
Misterbianco dalla Regione Sicilia? Se lo è chiesto Nicola Abbadessa,
consigliere comunale e responsabile della locale sezione di AN “Giovannino
Longo” che nel corso di una affollata conferenza stampa, supportato dalla
presenza di alcuni capigruppo del locale consesso civico (Santo Bonanno, DS;
Massimo Rotella, Nuova Sicilia; Orazio Panepinto; F.I.), del difensore civico
Salvatore Saglimbene, di consiglieri comunali (Antonio Biuso “Insieme per
Misterbianco”, Antonino Santonocito presidente dei Medici di Famiglia di
Misterbianco) e di medici (Filippo Gangemi, dirigente del circolo AN e Benedetto
Anfuso con una lunga esperienza nei P.T.E.), ha affrontato quella che a suo dire
appare, senza mezzi termini “una questione fondamentale per la vita e la
salute dei cittadini”. I Presidi territoriali di emergenza (P.T.E.)
rappresentano il livello minimo di operatività in cui si articola la risposta
all'urgenza o all’emergenza sanitaria presso i quali è possibile effettuare
interventi di primo soccorso, di stabilizzazione del paziente in fase critica e
di attivazione del trasporto presso l'ospedale più idoneo. Il P.T.E. (che
rispetto ad altre regioni d’Italia accumula nella nostra isola un ritardo
decennale) è insomma una speciale unità di pronto intervento, composta da un
medico esperto di medicina d’urgenza, due infermieri, un autista soccorritore
e un barelliere, entrambi specializzati, che operano d’intesa con il Centro
operativo del118. Ora, nel 1998, la Regione Sicilia ne istituiva nella nostra
provincia ben sette (Randazzo, Linguaglossa, Adrano, Ramacca, Vizzini, Mineo e
Grammichiele) per poi con un decreto successivo, nel settembre del 2001,
ampliarne il numero fino a venti: in questi rientrava proprio quello di Catania
2, situato strategicamente a Misterbianco. Con una decisione repentina ed
inspiegabile la Regione ha deciso però nell’agosto di quest’anno, con un
decreto “marcia indietro” di sopprimere quindici P.T.E. su venti (incluso
quello di Misterbianco). Parte proprio da questa odiosa decisione la protesta
congiunta di AN e delle altre forze politiche di Misterbianco, al di là di ogni
steccato politico. “Innanzitutto - chiarisce Abbadessa - ci proponiamo alcune
azioni forti: la raccolta di firme da un lato per sensibilizzare i nostri
concittadini, dall’altro una comunicazione agli altri comuni viciniori
interessati dal P.T.E. “mancato” (Motta S. Anastasia; S. Pietro Clarenza,
Belpasso e Camporotondo) infine una lettera aperta all’assessore regionale e
ai vertici dell’ASL”. Gli obiettivi? Il ritiro o l’annullamento in parte
(entro la prossima fine di novembre) del decreto “marcia indietro” la
rinegoziazione con le amministrazioni già interessate ai P.T.E. e il confronto
diretto con i responsabili della sanità isolana. In un contesto viario come
quello di Misterbianco all’interno del quale insistono le arterie
pericolosissime della Catania-Gela e della famigerata S.S. 121 per Paternò, la
mancata istituzione del P.T.E. pesa come un macigno su una popolazione di quasi
settantamila individui. Inoltre la coincidenza della sede del P.T.E. con quella
della Guardia medica permetterebbe la presenza nelle ore notturne di due medici
nella struttura: uno per la continuità terapeutica ed uno per le urgenze
emergenze sul territorio. A parlare a favore di una struttura così importante
sono inoltre le statistiche che Benedetto Anfuso (medico del P.T.E. di Randazzo)
sciorina con precisione. “In due mesi (novembre dicembre) del 1998 - dice - si
sono contati 627 interventi; nel1999 sono stati 4912; nel 2000 poco più di
4682; l’anno scorso 4758; e solo quest’anno, ad oggi, 2974. Inoltre il 30%
di tutti questi interventi rientra nella categoria “utile” (codice
giallo/rosso)”. Nella speranza che le questioni di bilancio non travalichino
la salute pubblica.

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