Una raccolta fondi per salvare la chiesa Madre di Misterbianco dalle continue infiltrazioni d'acqua. E' stato il parroco Giovanni Condorelli a lanciare l'iniziativa riunendo un gruppo di volontari, dopo un'attesa durata fin troppo e per evitare ulteriori danni alla settecentesca chiesa, che da anni è interessata dalle infiltrazioni d'acqua piovana a seguito della scadente esecuzione di un intervento di consolidamento e restauro eseguito oltre dieci anni fa dopo il terremoto del 2002.
Quando finirono i lavori, all'arrivo delle prime piogge, siamo nel 2004, si manifestarono le infiltrazioni sulle volte e nei pilastri a causa dell'esecuzione inadeguata delle opere sul tetto e del cambio delle grondaie di raccolta delle acque piovane.
Danni ingenti che hanno portato alla caduta, nel tempo, di calcinacci, al deterioramento dell'intonaco e al danneggiamento degli affreschi sulle volte degli altari laterali, che sono opera del pittore Giuseppe Barone e risalgono agli anni Trenta.
In passato, in molti si erano fatti avanti promettendo un intervento e a tale scopo un'istanza era stata inviata alla Regione per riparare i danni causati dalla cattiva esecuzione dei lavori, finanziati sempre dalla Regione, ma tra il dire e il fare c'è sempre una grande differenza e le promesse sono rimaste tali, con il conseguente e inevitabile aggravamento, anno dopo anno, della situazione.
Adesso il parroco ha detto basta e ha chiamato a raccolta i cittadini di buona volontà per costituire un comitato che ponga fine a questo disagio già nella prossima primavera. E l'appello è stato raccolto, considerato che già sono stati raccolti 10mila euro.
«Da sempre i misterbianchesi hanno tenuto alla propria chiesa - spiega il parroco - e sono convinto che anche questa volta riusciremo a farcela da soli, anche se il momento è dei più difficili per le famiglie».
- Quanto occorre per mettere in sicurezza il tetto?
«Quello del tetto è l'intervento più urgente e per sistemarlo abbiamo stimato un costo di 40mila euro attraverso interventi di modifica e sistemazione del deflusso delle acque. Poi, finito il tetto, occorre fare asciugare i muri e avviare la fase di restauro interno, il cui costo ancora non è stato quantificato».
- Come farete a raccogliere questa somma?
«Ogni prima domenica del mese faremo una raccolta alla fine di ogni Messa e poi stiamo distribuendo dei salvadanai in latta per quegli esercizi che vogliono esporli. Inoltre, chiederemo fondi a chi è nelle condizioni di poter donare qualcosa in più degli altri».
Questa prima fase si concluderà entro aprile per non interferire con la raccolta dei cerei e dei rioni in occasione della festa triennale del Patrono che si svolgerà in agosto.