Misterbianco: in attesa della discussa "Fase 2", tra un groviglio di norme e opposte "pressioni"

via San NicolòIsolamento a parte, è stato un primo maggio di riflessione, nella festa triste del lavoro che manca, segnata ora anche dal cordoglio collettivo. Ed è sempre più l’ora della ragione, dei sentimenti e della condivisione, in tempi durissimi. Per una città che sembrava vivere il dramma e l’isolamento del coronavirus con relativa fiducia, con un trend stabile e rassicurante di contagi (18 complessivi su 50 mila abitanti) apparentemente in calo con le prime 6 guarigioni, la notizia inattesa delle prime due vittime (ricoverate da tempo in ospedale) provoca in città un inevitabile impatto emotivo, che genera comprensibile tristezza e paura invitando alla massima prudenza, alla pazienza e ai sacrifici, e al pieno rispetto delle regole pur controverse, mentre dovunque si fanno clamorose le pressioni e proteste generali per il ritorno al lavoro.

Misterbianco annovera i suoi primi morti da coronavirus, e si ampliano gli inviti a «usare bene il cervello» nella diffusa rincorsa alla “normalità”, se davvero si vuole sconfiggere presto il virus, tornare per le strade e abbracciarsi. Mentre la primavera è tempo di rinascita e di speranza, «se non vogliamo più ricoveri, stiamocene il più possibile a casa e adottiamo tutte le misure di igiene e sicurezza necessarie», è la voce che torna a rimbalzare sui social tra abusi ed eccessi superficiali e pericolosi, e contrasti polemici tra le opposte “posizioni”, auspicando comunque risposte davvero più adeguate e tempestive delle istituzioni alla mancanza di lavoro e di reddito. Bandendo ogni allarmismo, acquistano maggior significato i canti e le preghiere che risuonano dagli altoparlanti della chiesa Madre sia al mattino che nel pomeriggio.

L’amministrazione comunale straordinaria cerca di fare per intero la propria parte, tra vincoli normativi ed economici; esamina tutte le domande di “buoni” spesa pervenute e predispone le misure opportune sulla villa comunale, il verde pubblico, il cimitero e la pista di atletica del campo Mazzola in previsione delle prossime riaperture governative alla fruizione ancora da deliberare. E continua la generosa azione solidale di vari sodalizi, come la raccolta alimentare curata dalle “Aquile” e la distribuzione di cibo del Banco Alimentare alle Caritas parrocchiali e altri enti convenzionati.

Quanto alla “mobilità” prevista dalla discussa “fase 2” sia all’interno delle città che verso i luoghi di lavoro, vista finora la carenza di infrastrutture e collegamenti “sostenibili”, intervengono i sodalizi ambientalisti su una tematica fin qui ignorata dalla politica e dalle amministrazioni locali, e una “scommessa” da affrontare per la vivibilità futura del nostro territorio, ripartendo dal rispetto dell’ambiente. «Non dobbiamo attendere l’arrivo della Metro nel centro di Misterbianco fra 3-4 anni - dice Giuseppe Gullotta (Fiab) appassionato esperto locale di mobilità - per cominciare a riflettere sulla questione della sostenibilità e della rigenerazione urbana. Forse ancora ignoriamo che l’accessibilità, non solo per le macchine, ma soprattutto per le persone, le biciclette, i mezzi pubblici, nel proprio quartiere, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli uffici e pubblici esercizi (senza dimenticare i monumenti, i musei e le aree ricreative) può determinare il miglioramento dei livelli del comfort urbano e della qualità della vita, creando un nuovo modello di sviluppo. Siamo pronti a un dialogo partecipativo con l’amministrazione per aggiornare le nostre proposte (anche interassociative) avanzate al Comune un anno fa dopo vari studi, incontri e convegni qualificati».

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
01/05/2020

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