Misterbianco, amplificatori e 10 microfoni in chiesa il parroco blocca le nozze: «Non è uno spettacolo»

nozzeda lasicilia.it
«Il matrimonio non è uno spettacolo, ma un sacramento».
Così padre Giovanni Condorelli, parroco della chiesa madre di Misterbianco, commenta quanto accaduto in occasione del matrimonio tra due giovani finito con l’intervento dei carabinieri, dopo che il sacerdote aveva sospeso la funzione per impedire ai futuri sposi di mettere in funzione un mega impianto di amplificazione e dieci microfoni per altrettanti coristi.
«La chiesa è un luogo per pregare e non per fare concerti - spiega don Condorelli - e avevo già detto ai tecnici di smontare tutto altrimenti il matrimonio non si sarebbe celebrato».

 

Padre Condorelli non è certamente un prete all’antica, consente l’accompagnamento musicale della cerimonia con l’organo in dotazione alla chiesa o con quello Ottocentesco con più di mille canne, se qualcuno è in grado di suonarlo, ma per il resto non fa sconti a nessuno, soprattutto nei momenti più significativi della cerimonia.
«L’allestimento trovato in chiesa era quello per un concerto - continua il parroco - e dal momento che nessuno mi ascoltasse, per evitare discussioni all’interno della chiesa ho preferito ritirare il libro dei matrimoni».
«Il matrimonio - continua padre Condorelli - doveva essere celebrato da un altro prete, che non era ancora arrivato. Se fosse passato in canonica prima di dare inizio alla cerimonia probabilmente tutto si sarebbe risolto».
- Ma l’arrivo dei carabinieri non le sembra eccessivo? «Non li ho chiamati io e comunque non potevano certamente essere i carabinieri a risolvere il problema. Quando hanno smontato tutta l’amplificazione e i microfoni il matrimonio si è celebrato regolarmente, anche se con ritardo».
In realtà pare che decisivo sia stato l’intervento del parroco della chiesa di S. Nicolò, padre Franco Luvarà, che ha telefonato in Arcivescovado, essendo lui il responsabile territoriale. Quindi è andato a verificare di persona la situazione, ha parlato con padre Condorelli e ha fatto smontare l’amplificazione. Una volta eliminati microfoni e casse, è ricomparso il libro dei matrimoni, per cui i due sposi hanno potuto pronunciare il fatidico «sì».

 

 

 

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