Lo «sbarco» alleato sotto le bombe

AlleatiL'arrivo degli alleati, di cui si celebra in questi giorni il 70° anniversario dello sbarco in Sicilia, non fu indolore per i cittadini di Misterbianco, il cui territorio fu bersaglio di un intenso bombardamento subito dopo la metà di luglio.

La giornata del 17 luglio fu quella più cruenta, poiché gli alleati cercarono di aprire un varco per l'avanzamento delle truppe inglesi dell'VIII armata guidata dal generale Montgomery. La regia marina inglese nel pomeriggio del 17 luglio iniziò un pressante cannoneggiamento del centro storico, proprio nel momento in cui i tedeschi erano impegnati a reclutare i civili rimasti in paese, obbligandoli a posizionare le mine lungo le strade di accesso e soprattutto sulle odierne vie Galilei, Garibaldi e Marconi, per arrestare l'avanzamento degli alleati.

Gli ordigni arrivarono a destinazione numerosi, mietendo vittime in più parti, soprattutto nella zona a sud nelle adiacenze della chiesa del Carmine. Venne colpito anche uno dei ricoveri utilizzato dalla popolazione civile, un condotto che passava sotto via Marconi, all'imbocco di piazza del Carmine, e che serviva per lo scolo delle acque piovane, dove trovarono la morte Angelo Pennisi, Giuseppe Tomasello e Domenico Gennaro.

Un altro ordigno centrò l'incrocio di via S. Nicolò con via Marconi, ma non esplose, un terzo colpì l'angolo tra via Marconi e via Cavour e un altro sterminò un'intera famiglia in via Marconi, uccidendo marito, moglie e due figli, di cui uno di appena 14 mesi.

Il resto del Comune quasi disabitato, poiché la gran parte della popolazione aveva trovato rifugio nelle campagne circostanti e soprattutto in contrada Madonna degli Ammalati, fu colpito da altri ordigni, come la piazza Giovanni XXIII dove le schegge lasciarono una ferita ancora oggi evidente sulla facciata in pietra bianca della matrice, o piazza della Repubblica, allora dedicata a Garibaldi.

I tedeschi nel contempo fecero esplodere anche il deposito di munizioni in contrada "Gilestri", nei pressi dell'attuale zona commerciale, per evitare che i nemici entrassero in possesso delle loro munizioni. Un pomeriggio di fuoco, che anticipò di due settimane l'ingresso delle truppe alleate all'interno del centro storico, avvenuto nei primi giorni di agosto.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
18/07/2013

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Commenti

Sempre in quei giorni un

Sempre in quei giorni un altro ordigno esplose in Via XX settembre precisamente al civico nr. 39, le schegge distrussero parte delle abitazioni adiacenti ( civico 58-60 abitazione dei miei nonni). Non vi furono vittine in quanto i residenti nel corso dei bombardamenti si erano allontanati già da qualche giorno trovando rifugio nelle campagne adiacenti.

Nel ricovero di via marconi nelle vicinanze di P.zza Carmine, stavano nascosti circa 15-20 persone.

Mia nonna Quercia Concetta deceduta nell'anno 2007 all'età di 95 anni era solita raccontarmi quella triste vicenda,  che per  istitnto, per fortuna, si era miracolosamente salvata.

Si trovava da sola a casa insieme a mia madre e mio zio Carmelo intenta a infornare il pane. Mio nonno da qualche giorno era partito con il carretto al lavoro nelle campagne adiacenti. Udiite  le prime esplosioni, e il rumore degli aerei che sorvolavano il cielo di Misterbianco, prende alcune pagnotte di pane, li avvolge in una tovaglia e scappa via tenendo per mano mia madre di anni 7 circa e in braccio mio zio di qualche anno.

Percorre via xx settembre in direzione nord, verso p.zza Carmine. giunta in prossimità del ricovero, dove stavano nascosti diverse persone adulti e bambini, viene invitata a  fermarsi con loro e a non andare oltre  Erano circa 15 - 20 persone. Uno di loro grida verso di lei "Cuncittina, cuncittina unnivai cu sti picciriddi veni cà" Mia nonna si ferma per qualche istante nel ricovero, ma i borbardamenti diventano  assordanti. Non si sente sicura di quel rifugio, qualcosa la costringe improvvisamente ad abbandonare il ricovero dirigendosi no "Vaccaru" di fronte, che la ospita e le offre alloggio,  Dopo un pò una bomba cade su quel ricovero, mietendo numerose vittime.

Pasqualino Longo

 

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