L'esordio narrativo di Alfio Patti

"La parola ferma in gola" è edito dalla catanese Prova d'Autore di Mario Grasso.

Alfio
Patti, scrittore e poeta, attivo da anni per la valorizzazione del dialetto
siciliano, sorprende con questo romanzo idilliaco e nostalgico, teso a
recuperare un mondo perduto, degno della più genuina tradizione provinciale
isolana.
Il centro di San Girolamo descritto nel libro è il paese natio
dell’autore, San Gregorio di Catania, l’ormai meno inerpicante villaggio
dell’Etna e sempre più propaggine della tentacolare metropoli etnea. Non si
offenderà il lettore se ci sovviene alla mente un altro Patti, Ercole,
che con
lo stesso spirito raccontava il “suo” vulcano o la sua Pozzillo (da
rileggere “Diario siciliano”). Gregorio
Scalia, alter ego dello stesso Patti (Alfio), vive in egual maniera il
disincantato ritorno ad “Itaca”, con l’immersione nei profumi di zagare
che gli rievocano i colori a pastello della natura nostrana, e la consapevolezza
che quello è ormai un mondo perduto, eredità spirituale degli avi. Forse che questo è il risultato della vicinanza con il capoluogo, sempre più
industrializzato?
Patti dosa il
tutto con un equilibrato uso linguistico, a volte ironico, a volte rassegnato,
ma è quando il tono si fa più commosso che raggiunge i risultati migliori:
“Dopo l’incidente, tornai in quei luoghi tra quelle terre per riprendere i
nostri baci congelati dal tempo. Li andai a cercare lassù mentre il sole
illuminava la natura, ed io annaspavo come un deficiente, sull’orlo del
cratere spento.”

ALFIO
PATTI, “LA PAROLA FERMA IN GOLA”, PROVA D’AUTORE, EURO 8,00

Mimmo
Trischitta

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