La "Lettera" di Memoria e Libertà senza memoria non c'è futuro, per la democrazia, la pace e i diritti dei cittadini

Partigiani sicilianiPer contribuire a valorizzare i Percorsi e i Valori della Memoria fondanti dell'Italia democratica. Della Resistenza, della deportazione e dell'antifascismo. Dell'attualità. Con particolare attenzione alla partecipazione catanese e siciliana.

La "Lettera" è dedicata alla memoria di Nunzio Di Francesco, partigiano catanese, sopravvissuto al lager di Mauthausen - deceduto il 21 luglio 2011.

del 25 aprile 2016 71° anniversario della Liberazione affinché vivi la Memoria: I Partigiani siciliani, 520 nominativi.

Questa " Lettera di Memoria e Libertà, in ricorrenza del 25 APRILE - 71° Anniversario della LIBERAZIONE - è interamente dedicata ai partigiani siciliani. In una Precedente " Lettera" sono stati ridati alla memoria i nominativi dei siciliani perseguitati antifascisti inviati al confino durante la dittatura, e dei deportati nei Lager nazisti.

Sono riportati 520 nominativi, con i principali riferimenti caratterizzanti ogni singolo combattente: luogo e data di nascita, ruolo sociale, mansione e formazione di appartenenza; data, località e dinamica del sacrificio per i caduti; riconoscimenti di valore attribuiti, note peculiari.

E' questa un elencazione limitata. Molti altri nominativi dovrebbero essere aggiunti. Però, in rispetto della memoria dei partigiani, è giusto non riportare solamente elenchi, in foggia di "tabulati", costituiti esclusivamente da nomi, cognomi, città di nascita. Risulterebbe quasi "disumanizzante". Ogni partecipante siciliano alla Lotta di Liberazione dal nazifascismo ha avuto un volto ben delineato e una storia propria, uno specifico percorso realizzato nel contesto dell' immenso dramma distruttivo della guerra, un " travaglio" ideale, sociale e personale che ha determinato la "scelta di campo" nella RESISTENZA. Altri ancora, non pochi, bisogna ancora specificarli, trovandoli tra le "righe" di quella indomita fase storica che ha determinato la nascita della nostra Costituzione e della Repubblica.

Il percorso dell'approfondimento di merito continuerà con l'integrazione di altri nominativi.

Quanti sono stati i partigiani siciliani nella lotta contro il nazifascismo direttamente impegnati nei luoghi di combattimenti, a partire dall'armistizio dell'8 settembre 1943? Tanti. Numerose migliaia, certamente, in tantissime aree territoriali nazionali ( non solo nel centro-nord) e in tant'altre zone fuori dai confini.

La Resistenza, pur con caratteristiche diverse da quelle che furono successivamente codificate, iniziò già dall'agosto del 1943, in Sicilia, in diversi paesi dell'area etnea e del messinese. Tra i tanti civili che si ribellarono alle infame angherie e alle depredazioni delle truppe tedesche in ritirata, molte decine furono ammazzati.

Al di la dell'aspetto strettamente "storiografico" partigiani sono stati gli uomini e le donne che in tutte le maniere fecero Resistenza, in armi o con dinamiche di supporto e assistenziali, al dominio ideologico e militare che i nazifascisti volevano continuare ad imporre all'Italia dopo gli anni catastrofici della guerra scatenata in nome della "razza eletta". Dalla caduta della dittatura ( 25 luglio 1943) e la firma dell'armistizio con gli Alleati ( 8 settembre 1943), contribuendo alla riconquista della libertà e dei diritti umani e sociali fondamentali, al riscatto dei valori principali del Bene Comune, storicamente chiamata Patria, infangata dalle ignominie fasciste e dalle enormi distruzioni umane e materiali procacciate dall'Asse - la stretta alleanza ideologica e militare tra l'Italia fascista e la Germania nazista, poi con il Giappone -.

Nell'ambito nazionale, solo per il Piemonte, l'area territoriale con una rilevante presenza di partigiani siciliani - date le condizioni storiche di concentrazione di strutture militari e la vicina presenza nel meridione della Francia della IV Armata dell'esercito italiano - da parte della Commissione piemontese ne sono stati riconosciuti 2160, " con l'esclusione per ora dei dati relativi all'area novarese e all'area ligure piemontese". E' importante aggiungere che non sono presi in analisi i partigiani nati in Piemonte o al Nord in genere figli di siciliani.

All'atto dell'armistizio, stipulato l'8 settembre 1943 a Cassibile ( Siracusa), considerevoli concentrazioni di strutture militari si trovavano dislocate nel territorio nazionale, tant'altri notevoli raggruppamenti militari si trovavano posizionati in aree fuori dai confini: Francia, area Balcanica ( Albania, Jugoslavia, Grecia) e in altre zone, come determinato dall' espansione della guerra di aggressione fascista iniziata il 10 giugno del 1940. Il " mitico impero" creato in Africa: Libia, Etiopia, Somalia, Eritrea, era stato già abbandonato. La disfatta in Russia, con tutte le tragiche conseguenze per i soldati italiani mandati allo sbaraglio, era già avvenuta.

Un enorme numero di militari permaneva quindi in Italia e nei vari fronti di guerra ancora in essere. Rimasero abbandonati, ignominiosamente senza procedura sulla condotta da seguire. Seguirono giornate frenetiche. Le truppe tedesche passarono all'attacco su tutti i fronti dove erano dislocati militari italiani. Oltre 650.000 furono presi prigionieri, trasportati e rinchiusi in molti campi di concentramento prevalentemente in Germania, veri e propri Lager. Sono gli IMI, " Internati Militari Italiani". La stragrande maggioranza rifiutò di aderire alla RSI.

In tanti, in Italia e fuori dai confini, non si arresero alle truppe tedesche, non deposero le armi. Si organizzarono per resistere ai nazisti, già a partire nei giorni successivi all'armistizio. Nel Paese molti furono gli eventi di strenuo contrasto, in parecchie realtà del Nord e a Roma nella battaglia di Porta San Paolo del 10 settembre.

Fuori dall'Italia tanti i casi di strenua e sanguinosa resistenza. A Cefalonia l'evento più significativo e drammatico, migliaia di soldati e ufficiali furono uccisi nei combattimenti e poi fucilati. La stessa opposizione avvenne a Rodi e in molte zone della Jugoslavia, Albania, Grecia, in forma più ridotta nella Francia meridionale. Tanti restarono uccisi, molte decine di migliaia di militari si aggregarono alle strutture partigiane locali o parteciparono direttamente alla lotta contro le truppe tedesche mantenendo in maniera significativa la struttura originaria, operando in Jugoslavia ed Albania: Divisione Garibaldi " Natisone" ( Slovenia -Croazia; si aggregarono molti altri partigiani), Divisione "Italia" suddivisa in quattro brigate.

Inoltre, dopo la dichiarazione di guerra del Regno d'Italia alla Germania del 13 ottobre 1943 venne riorganizzato il nuovo esercito italiano. Consistenti gruppi di combattimento furono schierati in supporto agli Alleati contro le armate tedesche.

In Italia, molti militari siciliani si inserirono nelle formazioni della Resistenza, già nel corso del mese di settembre del 1943.

Altri, non pochi, da civili, emigrati nelle aree del centro-nord nel corso degli anni precedenti, scelsero di essere partigiani.

Non esiste ad ora una "fonte" unica, completa, che riporti i nominativi e gli aspetti di tutti i partigiani siciliani che svolsero attività di Resistenza su tutti i "fronti" prima evidenziati.

Nel corso del tempo parecchi pregiati approfondimenti di ricerca son stati condotte da numerose strutture e da ricercatori storici sui partigiani siciliani.

In particolare è doveroso ricordare:

  • Le varie strutture provinciali dell'ANPI ( compreso l'organismo Nazionale), che con grande passione hanno ricomposto l'impegno e la partecipazione dirette di tanti combattenti per la libertà, consegnando a tutti la possibilità della conoscenza appropriata.
  • La ricerca condotta da INSMLI curata da Carmela Zangara che con competente dedizione ha ricostruito il percorso e il sacrificio di molti caduti siciliani nella lotta contro il nazifascismo. Nel 2011 ha pubblicato il libro " Per liberar l'Italia : i siciliani nella resistenza: 1943-1945"
  • La Regione Piemonte , che con le pubblicazione: "inserto speciale Sicilia" ( luglio-agosto 2007), e " Meridionali e Resistenza il contributo del Sud alla Liberazione 1943-1945" ( edito nel 2012), a cura di Claudio Dellavalle (Presidente dell'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea "Giorgio Agosti"), realizzato con il contributo di tutti gli Istituti della Resistenza del Piemonte, ha pubblicamente divulgato l'impegno dei siciliani.
  • La ricerca di Giovanna D'Amico: " I siciliani deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti 1943-1945".
  • La ricerca di Mauro Sonzini: " Elenco dei partigiani siciliani attivi in Val Sangone" (2011)
  • La ricerca di Mauro Begozzi: " Sui partigiani siciliani presenti nelle formazioni della Val Sesia, Cusio, Ossola e Verbano"
  • Nunzio Di Francesco, con il libro " Il costo della libertà - Memorie di un partigiano combattente da Mauthausen a Gusen II" (edito 2001)
  • Angelo Sicilia, con il libro "Testimonianze partigiane, i siciliani nella lotta di Liberazione" ( edito 2015).
  • Nicola Musumarra, con il libro " La Resistenza italiana negata, il 25 luglio e la vendetta tedesca in Sicilia" ( edito 2015).
  • Lucia Vincenti, con il libro " Il silenzio e le urla, Vittime siciliane del fascismo ( edito 2007)
  • Mario Avagliano, con il libro " Generazione ribelle - diari e lettere dal 143 al 1945" ( edito 2006)

Nel corso degli anni sono stati pubblicati parecchi libri di memoria di partigiani siciliani.Infine ritengo opportuno richiamare i numerosi approfondimenti sui partigiani siciliani effettuati dal sottoscritto nel periodo di attività nell'Anpi di Catania, e successivamente), nel ruolo di componente della segreteria provinciale, responsabile dell'organizzazione. scarica lettera

Domenico Stimolo

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