Stavolta, due ore e mezza di riunione per il Consiglio comunale di Misterbianco, chiamato a definire due punti propedeutici al bilancio 2017: l’aliquota addizionale opzionale Irpef e la tariffa Tari sui rifiuti. E, com’era previsto, una serata “infuocata”.
La novità emersa è che la campagna elettorale in corso per le prossime “amministrative” ha nuovamente “stravolto” i numeri e le maggioranze in aula. Si “sfaldano” infatti le opposizioni fino a poco prima “dilaganti” ed ora profondamente divise a seguito delle “nuove alleanze” per le comunali. Con un’atmosfera proprio da campagna elettorale, duri scontri verbali, accuse di strumentalizzazioni e “tradimenti” (ribadite sui social, e si preannunciano manifesti) anche tra consiglieri fino a due settimane fa uniti contro l’amministrazione Di Guardo. Unica nota concorde e positiva in aula, l’elogio per il difficilissimo lavoro svolto encomiabilmente dagli uffici comunali interessati a problematiche scottanti ed a “far quadrare i conti” tra legge e politica.
L’appello “politico” al Consiglio è venuto dal sindaco Nino Di Guardo presente in aula, che invitava tutti a “responsabilità e saggezza”; quello economico- finanziario dai responsabili del Settore Tributi Mario Coco e della Ragioneria Rosanna Di Mulo, oltre alle varie precisazioni dell’assessore Angela Vecchio sulla gestione e i costi e risparmi sui rifiuti. Il problema esposto con dovizia di particolari: evitare squilibri finanziari e rischi di dissesto nel bilancio comunale ed assicurare i servizi essenziali. Dall’altra parte del “muro”, l’accusa di aumentare al massimo le tasse e la rivendicazione di aver dato quanto meno un “segnale” dieci mesi prima con la riduzione di due punti delle addizionali Irpef e insistendo sulla contrazione delle spese non necessarie. In gioco per le casse comunali svariate centinaia di migliaia di euro in più o in meno, a partire dal minor gettito di 500 mila euro annui dall’Irpef e dall’aumento di circa 400mila euro delle tariffe dello smaltimento altrove dei rifiuti, oltre a una serie di riduzioni di introiti (eliminazione Tasi, esenzioni alle imprese agricole, accantonamenti obbligatori annuali per il Fondo crediti di dubbia esigibilità, ecc.). Una situazione di grave emergenza, rispetto al quadro economico-finanziario di riferimento, quella prospettata dall’Amministrazione e dai tecnici, a giustificazione delle proprie proposte avanzate su Irpef e Tari. Tra pareri degli uffici e dei Revisori, sul tappeto la sostenibilità effettiva sugli equilibri di bilancio di qualsiasi manovra “politica” a fronte di rigide norme di legge obbligatorie e doverosi calcoli matematici.
Alla fine, dopo accese discussioni, a larga maggioranza (e tra roventi polemiche) si è ripristinata l’addizionale Irpef vigente dall’autunno del 2012, cioè il massimo di 0,8 per mille, col voto decisivo anche di alcuni consiglieri che nel maggio 2016 avevano deliberato la riduzione di due punti e stavolta hanno dichiarato di non voler «mandare allo sbando il Comune e i servizi sociali». Ed è “passata” anche una Tari sostanzialmente immutata per le famiglie ma più forte del 2-4% per le imprese. Provvedimenti subito stigmatizzati dalla locale Confcommercio in un comunicato dell’indomani. E il clima in città già si riscalda.
La Sicilia
01/04/2017