Gesù in un catafalco portato dai confrati

TeloneI riti della Santa Pasqua nel centro etneo iniziano mercoledì delle ceneri, quando nel pomeriggio in chiesa Madre viene innalzata sull’altare dell’abside centrale il grande telone quaresimale in lino raffigurante la deposizione dalla croce.

Un’opera del pittore Bartolomeo Ferro, dipinta nel 1813 e restaurata nel 1998 dal prof. Giovanni Calvagna che fino agli anni Sessanta, il sabato sera antecedente la Pasqua veniva fatta cadere dalla volta dell’abside annunciando la resurrezione. Dopo il restauro, per evitare danni alle fibre del grande telone, viene solamente esposto senza farlo cadere fino al sabato che precede la domenica delle palme, in modo da permettere il venerdì santo di potere adempiere alla funzione religiosa della discesa del Cristo dalla croce ed iniziare la processione per le vie del centro storico.

Il giovedì sera le chiese restano aperte fino a tarda ora poiché avviene la tradizionale visita dei fedeli ai “Sepolcri”, altari allestiti in tutte le chiese, dove viene esposto alla venerazione il Sacramento, con l’addobbo di piantine di frumento e fiori. L’indomani il Cristo viene deposto dalla croce e sistemato su di un catafalco dorato, all’interno di una urna in vetro, e portato a spalla dai confrati della confraternita dell’Immacolata, meglio conosciuta come confraternita “de mastri” sostando all’interno delle chiese per poi fare rientro, al termine della via Crucis, in chiesa Madre dopo aver toccato la vetta di poggio Croce, un luogo simbolico e storico per i misterbianchesi che diventa suggestivo la sera del venerdì poiché viene illuminato dalle torce dei fedeli che seguono la processione.

Un rito da sempre partecipato, che i misterbianchesi chiamano “do signuri mortu” alla quale prendono parte le tre confraternite, le associazioni religiose e di volontariato sociale nel corso della quale vengono portate in processione anche le statue della Vergine avvolta il un mantello nero in segno di lutto e di San Giovanni.

Nel corso di tutta la settimana l’associazione culturale “Partito S. Orsola” che da anni è impegnata alla riscoperta delle antiche tradizioni, allestisce da un decennio la mostra “Da cuddura cu l’ovu” invitando cittadini e le scuole a produrre questo dolce tradizionale nelle varie forme e vendute a chi li prenota in tempo ed il cui ricavato va devoluto tutto in beneficenza.

Quest’anno la mostra, inaugurata sabato scorso, è allestita nei locali adiacenti il Teatro comunale in via Giordano Bruno ed il ricavato i soci quest’anno lo destineranno all’associazione “Umanità solidale” che si occupa dell’assistenza ai portatori di handicap.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
16/04/2014

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