Dal margine. Le foto di Pippo Puleo

I "marginalia" di questo attento fotografo in mostra presso la Galleria Pizzartè. Uno sguardo sui diversi di ogni giorno e di ogni tempo.

Giuseppe Puleo
è un artista ostinato.
Se volessimo usare un luogo comune potremmo dire che
scatta sempre la stessa fotografia.
Ovviamente non
è così. L’universo che Puleo ci restituisce è quello silenzioso che ci
scorre accanto, che fingiamo di non conoscere o che al massimo ci sforziamo di
compatire salvando la nostra cattiva coscienza per un momento e lo sguardo
ritorna vuoto alla saturazione della realtà alla quale siamo certi di
appartenere.

Quella delle sue foto è la gente di ogni giorno e di tutte le strade del mondo,
soprattutto anziani e bambini - ovvero i più ‘diversi’ socialmente e
biologicamente - catturati in un bianco e nero di folgorante semplicità.

Non c’è artificio, bigiotteria estetica, sofisticazione digitale: sono foto
sporche perché non creano: restituiscono piuttosto. E’ un insieme senza
colore
di eternamente vinti, di
sconfitti accanto i quali Giuseppe
Puleo sceglie di schierarsi e dei quali condivide la fragilità e il candore, la
rabbia e l’inappartenenza.

Immagini “dai margini” dunque, che riverberano l'essenza
degli individui e sembrano rivelarne, più in profondità della figura-soggetto
le esistenze infelici, le solitudini, l'angoscia della vecchiaia, lo splendore
incrinato dell'infanzia e dei suoi riti di sempre.

“Fotografare – precisa lui stesso – è riuscire a fermare una immagine normalmente
(il corsivo è nostro) e non voluta vedere per riproporla a coloro che l’hanno
evitata”.
Ecco perchè lungo questi movimenti marginali il suo sguardo diventa
‘voce’ discreta che infrange il frastuono affollato, il silenzio
mistificante del nostro vedere.

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