Ritorneremo a settembre, come ogni anno, al Piano da’ Madonna ‘i Malati. Ancora una volta, come sempre, come quando ci venivamo da bambini, attaccati alle sottane delle nostre mamme, delle nostre zie, quasi senza capire cosa si stesse celebrando, e cos’era quella gran baldoria in giro, quell’odore di calìa, di fave abbrustolite, e poi quegli spari, forti, assordanti, quello scampanio e quel canto, dentro ‘u Chianu; ricordo che per tant’anni mi colpiva il viso d’un giovane misterbianchese, barbuto, possente, che a squarciagola intonava, a braccetto con altri ragazzi, ‘a Cantata in onore a Maria.
O come quando ci venivamo da ragazzi, all’arrivo del Viaggiu di sabato mattina; ricordo che dopo la messa, con le mie amiche, compagne di viaggio, ci sistemavamo sui famosi muretti, attorno ‘o Chianu, per gustare la brioche con lo zucchero che loro per tradizione compravano, ogni anno, al panificio sotto casa, prima d’intraprendere il pellegrinaggio. E poi ricordo le tante passeggiate, gli sguardi e i primi incontri in attesa d’improbabili amori (che non nacquero mai!). E poi da giovane, e poi d’adulto, per ritrovare tutt’intero il mio paese, così come non l’avevo più visto, come non lo vedevo da lunghissimo tempo, e come l’avevo lasciato e come lo volevo rivedere, e come l’avevo sempre sognato. Chissà i tanti ricordi di tutte le generazioni di misterbianchesi che in quelle pietre hanno lasciato attimi unici e irripetibili della loro esistenza. Chissà i sorrisi, e chissà i pianti! “Chissà quante volte semu vinuti a chiànciri cca, davanti ‘u quadru da’ Madonna ‘i Malati!”, così sentenziò una volta, col suo solito tono arcigno ma bonario, l’indimenticabile zu’ Petru ‘i Marianna, mentre bandiva la tradizionale Asta devozionale in onore alla Madonna.
Ma chissà anche l’allegria, le risate, i giochi, ‘a cuppiata de’ sipala, la chiassosa vivacità della nostra meglio gioventù di tutti i tempi! Il Piano della Madonna degli Ammalati è luogo dell’anima per noi misterbianchesi; simbolo di fede, di preghiera, di raccoglimento; simulacro di storia, di cultura e d’identità per tutta la comunità. In quel luogo c’è tutto per noi misterbianchesi: la saggezza dei nostri antenati, la nostra vita, il futuro dei nostri figli. E c’è soprattutto ‘a Patruna ‘i casa, Maria. Da sempre, e per sempre…