Ato 3, rieletto Garozzo

Simeto Ambienteda lasicilia.it
La situazione resta grave. L’allarme igienico-
sanitario determinato dalla "crisi rifiuti"
in alcuni dei 18 Comuni gestiti dalla
società Simeto-Ambiente mai come in
questa occasione ha toccato così alti livelli.
La gente è inferocita, lo stesso i sindaci,
capri espiatori assieme ai contribuenti
di una crisi partita un anno e mezzo fa e
che, nessuno, a oggi, ha voluto ancora risolvere.
Ci si muove a tentoni nella più
grande confusione.
Così ieri mattina, al termine dell’assemblea
dei soci, Salvatore Garozzo è stato
riconfermato amministratore della società
Ato Ct-3. Cancellata l’incompatibilità
con la modifica allo statuto societario,
Garozzo ha potuto ritirare l’autosospensione
per prendere a pieno titolo l’incarico
di amministratore.

Una nomina che
non arriva dalla totalità dei sindaci che
per sfiducia e stanchezza hanno disertato
l’incontro e la votazione. Alla fine sono
meno di dieci i primi cittadini, più il presidente
della Provincia regionale di Catania,
Giuseppe Castiglione, che votano per
giungere alla modifica statutaria. «Non
andrò più ad alcun incontro - dichiara il
sindaco di Santa Maria di Licodia, Salvo
Rasà -. Quest’Ato è un fallimento, da tempo
lo denunciamo, nessuno, però, fa nulla
».

Una situazione che ha da tempo superato
i limiti della tollerabilità. «Sono stato
facile profeta - afferma il sindaco di Paternò,
Pippo Failla - quando un anno fa,
scendendo in mutande in piazza, avevo
denunciato la situazione. Non è più tollerabile
quanto sta accadendo». A pagare
sono sempre cittadini (costretti a pagare
anche bollette salatissime), lavoratori
(senza stipendio), sindaci. Questi ultimi
reclamano interventi, soprattutto dalla
Regione Siciliana chiamata a varare questa
tanto attesa riforma degli Ato. Tra loro
però i pareri sono discordi, tra chi metterà
di nuovo la mano al portafogli del Comune
per pagare, e chi, invece, di attingere
ancora dal fondo di rotazione non ne
vuole proprio sentir parlare. «È una situazione
insostenibile - afferma il sindaco di
Tremestieri Etneo, Antony Basile -. Io ho
deciso, mio malgrado, di firmare per attingere
dal fondo di rotazione, ma è evidente
che non si può continuare in questo
modo. È necessario far scattare lo stato
d’emergenza, per commissariare gli Ato,
mettendoli, poi, in liquidazione. I sindaci
siamo tutti d’accordo a voler restituito il
servizio. Gli Ato si sono dimostrati un totale
e colossale, fallimento. Ora diciamo
basta. Non abbiamo più cosa dire ai nostri
concittadini. Vogliamo che si avviino gli
atti per provvedere a far scomparire tutti
gli Ato. I Comuni fino ad oggi si sono indebitati
e tra breve non potremmo più
erogare i normali servizi per le nostre
collettività».

Intanto la protesta continua. Paternò
ogni notte continua a bruciare. I vigili del
fuoco rivolgono un appello ai piromani:
«Basta con gli incendi di rifiuti - evidenzia
il capo distaccamento di Paternò, Domenico
Santagati -. Si avvelena l’aria con il
fumo e la diossina che si sprigiona. Si
producono solo danni».

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