Con un se e un ma, senza violenza, ma con rancore, mi consenta Cavaliere: dico la mia “Violenza Costituzionale": così titolava "Il Giornale” di Feltri l’aggressione al Presidente del Consiglio, un fatto di cronaca nera e di un triste disagio mentale, trasformato una storia drammatica che ha varcato i confini dell’assurdo.
Fossimo un Paese civile non sarebbero scoppiate le strumentalizzazioni politiche, soprattutto da parte di membri del Governo. In questi giorni ho visto sfilare e parlare altrettanti pazzi dagli schermi televisivi e dalle colonne dei giornali. Un’anteprima di ciò che accadrà nei prossimi giorni appena accennata nella cronaca di queste ore, nelle dichiarazioni delle tante figure istituzionali che popolano questo nostro Paese. Si sono evocate le BR, l’omicidio Calabrese, gli anni di piombo, i centri sociali eversivi, la strategie dei giudici, la sinistra forcaiola, il terrorismo, ecc. Il ministro Ignazio La Russa, invece, si è già prestato ad un azzardato sillogismo tra manifestazioni ed attacchi fisici. Si sono sprecate anche parole di circostanza: condanna senza se e senza ma, solidarietà dovuta, sdegno per la vile aggressione, stemperare il clima di odio e delegittimazione, aggressione ingiustificata e ingiustificabile, gesto inqualificabile, episodio di esecrabile gravità, bla bla bla.