Coinvolgente, visionario e a tratti alienante il nuovo romanzo dello scrittore Mario Cunsolo dal titolo “All’ombra del castello di carte” che finalmente aggiunge un tassello prezioso per quanto riguarda la sperimentazione italiana in generi letterari che solitamente non appartengono alla nostra tradizione.
Ancor meno appartengono alla tradizione della letteratura, della narrativa siciliana. Infatti, se quasi mai si è parlato di fantascienza ambientata in Sicilia, figuriamoci del suo sottogenere: il Cyberpunk. Una corrente narrativa nata negli anni ottanta dello scorso secolo negli U.S.A., dove si paventano gli eccessi dello sviluppo tecnologico, prefigurando un mondo futuro in cui le macchine prendono il sopravvento sull’uomo.
Osare non è mai facile in un contesto in cui molti lettori sono stati abituati a una più rassicurante letteratura mainstream o a pochi generi letterari, ma quanto mai necessario se si vuole portare su carta certe idee, certe suggestioni, certi stili narrativi e nuovi orizzonti della mente.
Il romanzo “All’ombra del castello di carte” riesce molto bene in questo intento mostrandoci un futuro distopico davvero originale ambientato in Sicilia, mai raccontato in nessuna opera letteraria per quanto riguarda la cornice da cui si dipana la storia: il mondo, infatti, a causa della sovrappopolazione, della disoccupazione sempre più dilagante e di una spaventosa recessione economica, ha dovuto legalizzare molti giochi da carte (o perlomeno tutti quelli previsti dalla legge) e tassare le vincite, uno stratagemma grottesco, surreale e quanto mai disperato, per fare in modo che la maggior parte della gente senza un lavoro riesca a portare a casa almeno qualche soldo.
Molte persone, dunque, si sono date al gioco a tempo pieno e questo ha portato alla nascita di una nuova malattia mentale, chiamata dai media il Morbo, che attecchisce esclusivamente in questa nuova categoria sociale bistrattata, su questi nuovi poveri che non hanno altra alternativa se non quella di sedersi a un tavolo da gioco.
In questa cornice spaventosa, Etna City, futura megalopoli della Sicilia orientale, si colloca ai primi posti per numero di ammorbati e per tasso elevato di criminalità, ed è proprio tra le sue strade che si aggira il giocatore Rino Salvieri, tipico antieroe cyberpunkiano, e molti altri personaggi grotteschi e forse addirittura tragicomici.
Il protagonista si ritroverà presto coinvolto in un disegno politico, economico e sociale molto più grande di lui, più grande di qualsiasi uomo comune avulso dagli strani e complicati ingranaggi dei poteri forti, vivendo un incubo che ricorda certe trame intricate alla Philip k. Dick, in cui la realtà della nostra vita può essere messa in discussione in ogni istante, in cui la parola “fittizio” porta con sé una terribile verità, la più amara e frustrante. Non ci resta dunque che leggere questa nuova opera di fantascienza made in Sicily e lasciarci trascinare da nuovi scenari futuristici all’ombra del vulcano più alto d’Europa.