A carnevale ogni scherzo è lecito»...si dice. In tale occasione ricorre spesso la locuzione latina “semel in anno licet insanire-una volta all’anno è lecito ammattire”, espressa da Seneca e, con una lieve variante, anche da S.Agostino. Ma Carnevale fu già lo scorso febbraio, e imbandire scherzi e far follie una volta l’anno può accettarsi quando durante l’anno si assiste al compimento di azioni serie e si è stati seri. Però nella nostra bella Italia mi sembra che le carnevalate si facciano tutto l’anno.
Ogni giorno, infatti, restiamo stupìti nell’apprendere comportamenti che ci sembrano scherzi...e invece non lo sono. Si fanno leggi che “scherzosamente” tolgono al lavoro le regole e i diritti acquisiti dalle lotte popolari; si sperimentano decreti che, sempre per scherzo, arricchiscono i ricchi ed impoveriscono i poveri; si assicurano provvedimenti per una buona scuola e per scherzo si vara un decreto che invece la mortifica; si promette una giusta riforma e se ne fa invece un’altra peggiore; gli ignoranti raccomandati trovano posti di prestigio e gli intelligenti devono scappare all’estero o altrimenti restano disoccupati. Ancora per scherzo si parla di togliere i grossi vitalizi e privilegi...ed invece restano intoccabili; gli evasori vengono premiati e gli onesti fregati dal fisco; gli autori di delinquenze sono trasformati dai talk show televisivi in “divi” e i funerali di mafiosi omaggiati o addirittura “divinizzati” da cortei che suscitano sdegno per la complice tolleranza di uno Stato assente. Ed infine, per scherzo, si applaude anche a Papa Francesco quando reclama una giusta regolazione dell’economia guardando alla realtà sociale mentre si permette poi a speculatori ed ai flussi finanziari di dettare le condizioni alla politica.
Tutto il resto del danno che Berlusconi non ha potuto completare lo sta facendo ora “per scherzo” il rottamatore Renzi che, lontano da visioni socialiste della società e senza la mediazione della cultura politica o della valutazione morale, governa con i reduci di Forza Italia ed imbratta il PD di contraddizioni destrorse smantellando le conquiste dello stato sociale. Insomma un’Italia dove ambiguità ed inciuci ricompongono un mercato della democrazia dei miserabili senza più connotati ideologici, dispersi in una babelica confusione politica nella quale emergono le contraddizioni di una pseudoSinistra al Governo che si esprime col linguaggio della destra e di una Destra che si annuncia col linguaggio della sinistra.
Al contagio degli scherzi non sfugge nemmeno il nostro Comune di Misterbianco di cui ne è Sindaco Di Guardo, già deputato all’ARS in forza PD. E’ di recente, infatti, l’ultima comica sceneggiata in Seduta di Consiglio Comunale del 15 Giugno scorso, dove questo Sindaco, col consueto stile delle sue fanfaronate scenografiche, ha definito “sbirri” quelli che dai banchi consiliari osano metterlo alla sbarra con le loro interrogazioni, fornendo altresì il pretesto a 13 consiglieri per una mozione di sfiducia che stasera (3 Settembre 2015) rappresenta in Consiglio Comunale il 2° atto burlesco e che riempirà le “allegre” piazze di fine estate in un altro scenario esilarante ma sicuramente senza esiti. E’, però, sconfortante che quel suo teatrino dell’ilarità abbia trovato ancora compatibilità nei commenti degli adulatori, nel pubblico dello spasso e soprattutto nell’inaccettabile partigianeria di artificiose adulazioni dei comunicati-stampa resi dal direttivo “Misterbianco Società Civile” o da quel che resta ancora del PD locale in via d’estinzione. Tuttavia sono in sintonia con l’ultimo commento di Angelo Battiato nel ritenere inopportuna alle circostanze attuali la mozione di sfiducia al Sindaco, ma non va trascurato il giudizio politico delle sue responsabilità che dovrebbe essere comunque affrontato e dichiarato, perchè le contraddizioni del massaro non si esauriscono col caso suddetto.
In una intervista, infatti, rilasciata al quotidiano “la Sicilia” del 10 Giugno scorso traspare la sua naturale indole che non ha alcuna attinenza con la cultura politica socialista, di cui si è mimetizzato a scopi di carrierismo. Ribolle il sangue, infatti, al giovane ingegnere che su una pagina di facebook (Comunità di Misterbianco) ribatte con sagacia le eresie politiche del personaggio Di Guardo rese in quella intervista, dove il Sindaco così parlò «..quando nessuno investe, i cinesi invece prendono i capannoni, affittano case, comprano macchine, scommettono sul futuro.. perché dovremmo alzare barriere?..». Ed ancora «..io quando esco presto la mattina vedo in giro solo cinesi. È un popolo giovane che ha voglia di lavorare e che lo fa anche per 15 ore al giorno..». E copiando il modello Marchionne, aggiunge «..dobbiamo accettare la sfida..dobbiamo essere in grado di competere con loro..il mercato aperto non mi spaventa, dobbiamo giocare a questi livelli altrimenti restiamo tagliati fuori..». La verità è che il ”cinesismo” promosso dal Di Guardo non promuove affatto nè il lavoro dei nostri giovani nè l’economia del Bene Comune, ma può solamente soddisfare malcelati appetiti di famelici ciambellani di sua corte che dall’invasione del cinesismo ne traggono profitti. Lascio alla riflessione dei lettori l’indignazione di quel giovane, la cui rabbia pesa sicuramente come un macigno anche sulle nostre responsabilità di incauti elettori. Quel coraggioso ingegnere, infatti, è Massimo Costanza e apparteneva al gruppo di valenti giovani del PD locale, i quali insieme a Massimo La Piana e vestiti in maglietta arancione, alle amministrative 2012 avrebbero potuto mutare davvero lo scenario delle ambigue politiche del nostro Comune. Ma il “massaro” li ha messi tutti fuorigioco con le sue sperimentazioni egocentriche quando, riluttante al confronto delle primarie e raffazzonando col suo fragore populista cinque liste eterogenee, si è autoriproposto per la terza volta alla guida del Comune con un profilo antagonista alle regole e alla lista ufficiale del circolo PD locale, tramando la disfatta del nuovo percorso “in arancione” di quei giovani militanti, ai quali adesso lui rivolge con sapore di sberleffo la sua irriverente insolenza ad autoproclamarsi anzitempo già sindaco per la prossima legislatura.
Le ricorrenti e dissonanti trasformazioni dispotiche imposte poi alla sua Giunta di iniziati o l’ambigua nomina della sua Assessora all’Ambiente, importata d’altri lidi e sbandierata come valente procacciatrice di finanziamenti europei, mi riportano allo stravagante comportamento dei cùculi, uccelli migratori ben noti per la loro strana abitudine di essere dei parassiti dei nidi altrui. C ’è, infatti, da rabbrividire leggere che il Sindaco del nostro Comune provi indignazione alla non bella notizia che il suo partito PD possa diventare il nido per uova abusivi, riferendosi a deputati (Sammartino-Sudano-Ruggirello-Anselmo-Nicotra) con un passato di centrodestra, transitati ora nel Pd. Forse il nostro Sindaco, inebriato ancora dal trascorso bel Carnevale di Febbraio, si lascia andare al “lecito scherzare” e vorrebbe ora eludere o rendere irrilevante con le sue strambe metamorfosi la manovra con la quale anche lui, cùculo politicante, sin dal Maggio 2012 (per riprodursi nel Palazzo) aveva già allogato in Giunta abusivi personaggi provenienti dal centrodestra, rimpiazzati poi a fine 2014 da altri simili, di cui in campagna elettorale ne aveva già fatto scempio d’insulti e di gravi accuse. Qui la strategia dei ricorrenti panegirici, intessuti alla sua persona dall’inchiostro di compiacenti cronisti, superano il limite della faccia tosta. Per costoro potrà essere non di gradimento il mio riferimento, ma provo disgusto alle ricorrenti affermazioni eretiche del nostro Sindaco e agli inciuci cromatici con cui pennella le sue variegate Giunte o ancora quando nidifica in Consiglio Comunale maggioranze di migranti d’occasione. Ovviamente al nostro Sindaco, pendolarismo politico e porte girevoli non lo preoccupano in un PD che nei fatti sembra ricopiare un partito democristiano dalle facili contraddizioni, di cui all’occorrenza egli può farne uso per soddisfare le proprie intemperanze narcisistiche.
Certamente non voglio lanciare un anatèma contro l’umana velleità di chi vuole dedicarsi al ruolo di “sindaco per passione”. Apprezzabili o non condivisi i suoi risultati d’amministratore di masseria (come egli è solito definire il nostro paese) sono noti a tutti. C’è da dire, però, che l’evoluzione dell’ordinamento degli Enti Locali, col conferimento negli anni ‘90 di nuove competenze di autonomia nelle spese e nelle entrate, diede ossigeno alla vita finanziaria dei Comuni italiani, e già con la sua prima sindacatura il Di Guardo, rispetto ai suoi predecessori, si trovò agevolato dai nuovi strumenti finanziari per gestire “allegramente” il suo mandato. C’era soltanto da imparare a maneggiarli. Ma non fu un problema per lui, ragioniere laureato in Economia e Commercio, bilanciare le spese per infiorare, ridisegnare e colorare la masseria. Fu fatto, insomma, QUELLO CHE NON SI POTEVA NON FARE. Altri con gli stessi strumenti finanziari avrebbero potuto benissimo e meglio giungere agli stessi risultati. Nella seconda sua legislatura, però, la conduzione cominciava a mostrare i primi segni di anemia politica e di disorientamento sociale per il sorgere di strizzatine d’occhio, transumanze ed opportunismi che poi hanno portato alla sconfitta delle sue liste e facilitato l’elezione di Ninella CARUSO. Per la Caruso, poi, il sopraggiungere della crisi finanziaria senza dubbio ha complicato la disponibilità delle spese, alimentandosi nella pubblica opinione l’incauto orientamento verso il ritorno del Di Guardo alla sua terza legislatura 2012/2017. Ma in tempi di crisi, quando la stabilità finanziaria vien meno, diventa sempre più precaria la capacità di sopravvivere anche per il praticone Di Guardo, per il quale la ripartenza economica del nostro Comune pare che debba affidarsi al Carnevale e dintorni o alla privatizzazione di servizi quale lo smaltimento dei rifiuti o alle cessioni di beni comuni a privati quale la Farmacia comunale e la Scuola di educazione della prima infanzia oppure alla (s)vendita di beni immobili comunali, i soli interventi d’incauta spensieratezza del suo illusorio “modus operandi” finalizzato, anche con l’applicazione della massima aliquota alle tasse di competenza comunale, a far digerire spese di sprechi tra culto carnevalesco, culto bombarolo e dedizione a trincerare di paletti antisosta l’intero territorio. Finita, dunque, la stagione delle speranze, il mantenimento del consenso in lui si è degradato sempre più sfacciatamente nella demagogia populista, barando e teorizzando senza etica (talvolta con metodi da felloni) subdole alleanze e maggioranze sulla pelle dei cittadini, i quali ora nella cosiddetta “masseria” vogliono sentirsi SOGGETTI PARTECIPANTI E NON PIU’SEMPLICEMENTE DELEGANTI AMMINISTRATI.
Non negherò che il venerato sindaco abbia la sua storia (che definirei meglio di avventuriero del “fai da te”), ma il suo curriculum, tutt’altro che politico, fu in realtà una comica sequenza per esibire caroselli pubblicitari di protezioni blindate e di scorte, finalizzati a vittimizzarsi con qualsiasi mezzo pur di soddisfare, nell’attesa del “sensazionale”, una intemperante passione ad occupare la poltrona di sindaco e poi di deputato all’ARS. Lo dico perchè il suo sventolare in ogni occasione un “artificioso eroismo” contro le mafie non può distrarmi da quel che fu tra gli anni 80/93 il periodo d’instabilità nella politica del Comune, coincidente con l’ingresso al governo del potere locale di DC insieme a PSI fino al 1985 e con l’apporto risicato ma determinante di un Consigliere di lista civica; poi dal 1985 sino al 1993 con l’alternarsi al potere municipale di coalizioni tra DC-PSI e tra DC-PCI. La migrazione del Di Guardo dal PSI verso il PCI risale a questo periodo durante il quale, per l’incapacità di formare maggioranze stabili, avvenne un ridicolo susseguirsi di ben 7 nomine a Sindaco e di 2 Commissariamenti :
*[80/83 GIARDINARO - 83/85 BELFIORE].
*[Sett.85-Nov.85 CALABRO’ / Nov.85-Marzo 88 SAGLIMBENE / Marzo 88-Apr.89 DI GUARDO / Apr.89-Luglio89 PAPPALARDO / Luglio89-Giugno90 Commissariamento Regionale].
*[Giugno90-Ott.91 SAGLIMBENE / Ott.91-Luglio93 Scioglimento del Comune e Commissariamento per infiltrazione mafiosa].
Fu un periodo di mortificazione sociale del nostro Comune, e non può farmi ignorare quel che accadeva allora intorno a noi. Distrarci significa essere irriverenti alle verità o essere rimasti mìopi allo “sciacallaggio” a fini elettoralistici ed alla “mascaratura” di vicende che culminarono con un mafioso atto criminoso. Per fortuna, però, la storia non la fanno i libri delle “passioni automagnificanti” ma altri la conoscono assai bene, perchè accanto ai facili populismi, esiste ancora una differente percezione e concezione dei fatti del passato, anche se ancora nel nostro bel paese basta poco per incoronare “paladino” l’imbonitore di turno, ieri con l’immagine di vittima delle mafie (senza citazioni significative agli atti delle inchieste giudiziarie) ed oggi riscoprendosi vittima di consiglieri che egli definisce“sbirri”, eletti però nella sua stessa variegata coalizione di maggioranza.
Se ora la sua persona vuole ancora “scherzare” sull’obbligata chiusura già decretata della discarica, alludendo meriti ai suoi “infecondi” ricorsi, lo faccia pure con le trappole devianti dei suoi manifesti murali o dei comunicati-stampa cortigiani. Forse gli ignari e gli allocchi ancora lo crederanno. Ma eviti di travestirsi da paladino dell’antidiscarica, spiegando invece perchè quel mostro di rifiuti, che coverà ancora veleni sotto le terre di Sieli, non fu trafitto in tempi più opportuni quando in realtà LO STERILE PROTAGONISMO DELLA DEPUTAZIONE ALLA REGIONE del Di Guardo e QUELLA DEL SUO GRUPPO PD ne portavano sicuramente COMPLICITA’ e RESPONSABILITA’ per la loro ambigua alleanza a sostegno del fu Governo Lombardo. Tuttavia -scherzi a parte- adesso Misterbianco, nel CALENDARIO TURISTICO regionale delle sfilate di Carnevale, può meritare ed esibire, oltre il primato del prodotto fantasmagorico dei costumi, anche il repertorio scenico delle fanfaronate di questo suo Sindaco mattacchione e di un Consiglio Comunale in cerca d’autore.
www.webalice.it/arenavincenzo
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Ringraziamo l'amico fraterno
Ringraziamo l'amico fraterno Enzo Arena per le vicende cosi ben dettagliate esposte. Questa sera si recita a soggetto e non c'è bisogno di ricordare la storia o la preistoria di questo "benedetto" paese per sapere come andrà a finire. Sarà una commedia tragico-comica dal finale scontato. Se io fossi il Sindaco dimostrerei a tutti di che pasta son fatti i signori consiglieri, specie quelli che chiedono le dimissioni. Son sicuro che molti di quelli che hanno firmato, appena si dovesse palesare la certezza delle dimissioni, farebbero subito marcia indietro. Sindaco...dimettiti e si indicano nuove elezioni! Sindaco dimostra la tua forza e ripresentati con liste a te vicine formate da uomini e donne che hanno a cuore le sorti del paese e non con persone che sono là ad occupare scanni solo per avere uno stipendio e bighellonare dalla mattina alla sera dinnanzi alla sede comunale senza andare a lavorare.
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