La traduzione dall’inglese della dicitura 'Spending Review' significa "revisione della spesa" . In pratica si tratta dell’analisi dei capitoli di spesa nell’ambito dei programmi delle attività da attuare da parte dei singoli dicasteri al fine di individuare le voci passibili di taglio, per evitare inefficienze (dicono loro) e sprechi di denaro.
Il focus di questa azione di bilancio è quello di pervenire a un più efficiente controllo nell’utilità effettiva della spesa pubblica.Come ogni "inglesismo" che si rispetti i cittadini sono chiamati a far fronte con nuovi significati per capire cosa accade nelle proprie tasche. In parole povere si tratta dell'ennesima azione per colpire il cittadino contribuente, colui che paga tutte le tasse ed i balzelli di questo mondo. La preoccupazione dei cittadini si legge sulle buste paga che non arrivano o che dimagriscono di valore sempre di più, sulle lettere di licenziamento, sui posti letto che diminuiscono in ospedale, sul costo della vita che aumenta di ora in ora.
Loro hanno rubato e a noi spetta il compito di sanare il debito. Non ci appassioniamo più ai nomi anglofani che i professori che stanno al Governo ci impongono, la vita quotidiana è ben altra realtà. Loro tentano di salvano le banche, la moneta, i trattati comunitari, la finanza speculativa e si curano poco di noi poveri mortali. Noi cittadini siamo carne da macello, galline che danno uova, formiche operaie schiavizzate. Aumentano in Italia i 'nuovi poveri': persone che hanno una casa, un lavoro e vivono in famiglia ma se la passano male. In quattro anni sono aumentati del 13,8%, con significative differenze nelle diverse macroregioni italiane.
Nel Mezzogiorno l'aumento registrato è addirittura del 74%. E' quanto emerge dal XI Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, curato da Caritas Italiana e Fondazione Zancan. Un Rapporto dal quale risulta un'Italia sempre più povera, non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e della privazione di diritti fondamentali.Il raggio di azione della povertà economica si sta progressivamente allargando - si legge nel Rapporto - e coinvolge un numero crescente di persone e famiglie tradizionalmente estranee al fenomeno. Per le nuove famiglie povere, la povertà non è sempre cronica, ma rappresenta una situazione episodica del proprio percorso biografico. Non è il prodotto di processi di esclusione sociale irreversibili, ma di un più generale modo di vivere, di una instabilità delle relazioni sociali, di una precarietà che coinvolge il lavoro, le relazioni familiari e l'insufficienza del sistema di welfare.Le nuove situazioni di povertà che si affacciano ai Centri coinvolgono pesantemente l'intero nucleo familiare: tutti i membri della famiglia si trovano a vivere, in modi diversi, una condizione di stress e di sofferenza, anche se le donne e le nuove generazioni si trovano a pagare il prezzo più elevato.
In 4 anni è poi aumentata dell'83,1% la richiesta di coinvolgimento di soggetti esterni (gruppi di volontariato, enti pubblici o privati, persone o famiglie, parrocchie, ecc.). Forte anche l'aumento delle richieste di sussidi economici (+80,8%) e di consulenze professionali (+46,1%). E la Caritas, nelle sue risposte, ha visto aumentare il coinvolgimento di soggetti terzi (+90%), segnale di una crescente complessità delle situazioni di povertà. Cresciuta anche l'erogazione di sussidi economici e di beni primari: rispettivamente, + 70 e + 40,8%. Nell’Italia di oggi ci sono circa 11 milioni di persone che vivono in povertà. Si distingue la povertà relativa in cui vivono 7 milioni e ottocentomila persone e la povertà assoluta (3 milioni). I poveri relativi devono vivere con 800 euro al mese. I poveri assoluti invece hanno a disposizione solo circa 550 euro al mese.
Due terzi delle famiglie indigenti vivono nelle regioni del Meridione cioè 75 per cento di quelle assolutamente indigenti si trovano nel Sud. I nuovi poveri non vivono necessariamente nelle degradate periferie urbane ma vicino a noi, alla porta accanto. Spesso si trovano a gestire una famiglia numerosa, si sono ammalati, hanno perso il lavoro, sono finiti in cassa integrazione o sono semplicemente invecchiati.I nuovi poveri sono soprattutto i anziani che vivono della sola pensione. Secondo una ricerca ci sono dieci milioni persone della terza età che hanno a malapena i soldi per mangiare, pagarsi l’affitto e non sempre riescono a curarsi. Ma anche le famiglie con più figli hanno sempre più difficoltà. Ci sono anche molte persone a rischio di povertà perché i consumi non oltrepassano i 1000 euro al mese.
È facile da questa panoramica capire come dei tagli come quelli previsti dalla ( 'Spending Review') incideranno ancora più pesantemente su una situazione che è già abbastanza grave. Questo governo è come Crono che ingoia i propri figli, schiacciando Regioni, Province e Comuni, mettendo in ginocchio i risparmi delle famiglie, rendendo difficile arrivare a metà mese per coloro che già prima non giungevano alla fine del mese stesso. Peccato che dal 'Spending Review' è eslusa la classe politica (tutta) responsabile di questa ecatombe, anzi, si ripropongono sulla scena politica come i nuovi "salvapatria". Vedi il risorgere dalle ceneri di Berlusconi.