Simco, stop a raccolta: alle porte una nuova emergenza rifiuti nel Catanese

DifferenziataAlle porte una nuova emergenza rifiuti in provincia di Catania. Da domani i netturbini della Simco, il consorzio di quattro ditte che gestisce il servizio di raccolta rifiuti nei 18 comuni dell’Ato 3 “Simeto Ambiente”, incroceranno le braccia. Non sono state sufficienti le rassicurazioni dell’assessore regionale all’Ambiente Nicolò Marino, che stamattina ha incontrato a Catania nella sede distaccata della Regione (ex palazzo Esa) i vertici del Consorzio.

“Le richieste sono arrivate solo venerdì scorso – ha detto l’assessore Marino – e lo stesso venerdì è stato minacciato lo sciopero. Tutto questo non mi sembra serio. Comunque come abbiamo fatto con tutte le oltre cento istanze istruiremo celermente anche questa. Credo che ci sia una mala gestio diffusa da parte dei pubblici amministratori e che non si può continuare a gestire il servizio in questa maniera”.

Al termine dell’incontro, il presidente del Consorzio Simco, Concetta Italia, ha affermato: “Non è un ricatto, né un capriccio, ma è un’impossibilità oggettiva perché non abbiamo la liquidità per poter effettuare la raccolta e per pagare stipendi e fornitori”.

Il consorzio Simco è stato costituito nel 2005 ed è composto da quattro aziende: Gesenu, Oikos, Dusty e Mosema. La situazione finanziaria è precaria nonostante vanti un credito di 25 milioni di euro. Un vero e proprio tesoretto, pari alla copertura di un anno di servizio di raccolta dei rifiuti nei 18 Comuni. Alla somma, accumulata dal 2006 al 2011, vanno aggiunti gli interessi. Soffrono i 524 netturbini, perché ci saranno difficoltà a pagare gli stipendi che incidono per 2 milioni di euro al mese. Sui lavoratori, poi, non è affatto svanito il rischio di licenziamento collettivo. Scaduto il contratto ad ottobre, su disposizione unilaterale dell’Ato, le aziende hanno continuato ad operare in attesa di un atto formale di proroga. Ma non è stato siglato. La procedura di mobilità, quindi, rimane aperta. A soffrire è anche l’indotto Simco. Un esempio per tutti, i fornitori di carburante. Per far partire i mezzi occorrono 300 mila euro al mese.

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11/02/2013

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