Romeo e Giulietta va in scena al Monumento

Massimo La Piana e Nino Di Guardo Nino (Romeo), non guarda mai in faccia Massimo (Giulietta) affacciato al balcone in attesa di un cenno dal suo ’amato’, ma lui Nino, l’onorevole del Pd che non vuole fare le primarie, tira dritto per oltre cinquanta minuti. Parla, straparla, accusa e si scusa, attacca e si difende, lasciando solo gli ultimi istanti per una piccola serenata in controtendenza con la storia che vuole la donna altera da conquistare e l’uomo ‘tappetino’, una sviolinata che suona più o meno così. Sono finiti i tempi di William Shakespeare: se dobbiamo unirci devi venire tu da me, ci fidanziamo, ma le regole le decido io. Hai tempo per pensarci, hai tempo sino all’ultimo istante utile.

Il Romeo e Giulietta in versione misterbianchese va in scena domenica pomeriggio al monumento durante il comizio di Nino Di Guardo (atto unico), attore protagonista Ninu ‘u Massaru, attore non protagonista Massimo La Piana affacciato al balcone. E’ una versione rivisitata e corretta nella quale Romeo è l’uomo forte che detta le regole, il macho che non deve chiedere mai, con Giulietta, donna timorosa (di perdere…) che aspetta sino all’ultimo istante quello sguardo che, ahimè, non arriverà mai. Le parole che pronuncia l’uomo forte, sul finire del comizio, però sono frustate che leniscono il corpo martoriato di Giulietta (vestita di arancione per nascondere il rossore) dalla malattia di essere sempre una eterna perdente, sono pietrate alla faccia della politica e alle regole dei partiti.

Il comizio di Di Guardo è un colpo d’occhio, non solo perché lui non rivolge mai lo sguardo a Giulietta. Basta guardare il palco. C’è Pippo Bongiovanni, il comunista convertito con il cuore in Forza Italia; c’è Carmelo Santapaola, il vice sindaco a sinistra che per dieci anni è stato con il centro destra.. Sotto il palco a battere la mani Orazio Panepinto. Nemici (politici) storici tutti assieme. Una grande ammucchiata. A tal punto che un Tizio in terza fila dice al suo amico Caio: “non è che abbiamo sbagliato comune. Sei sicuro che siamo a Misterbianco”. Alla prossima.

Natale Bruno

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