Rifiuti, ancora sciopero netturbini

Simeto Ambienteda lasicilia.it
Il bel sole che illumina la via Etnea riscaldando quanti vi passeggiano in questo lunedì dal clima primaverile, si scontra con il loro stato d'animo. Cè rabbia mista a sconforto in questi operatori ecologici della Simeto-Ambiente che devono percepire ancora lo stipendio di dicembre dopo troppe promesse non mantenute.
Fuori dalla prefettura saranno in quasi 500 che sono venuti a protestare manifestando un malcontento che a tratti diventa aggressività e davanti al Palazzo del Governo non mancano a tal proposito i momenti di nervosismo.
A tenere d'occhio i manifestanti - ci sono fra l'altro anche i lavoratori della Cesame a far sentire la loro voce - polizia e carabinieri. Una folla di scioperanti ormai quasi «di rito» in una città dove, nonostante le rassicurazioni del prefetto Finazzo oggi fuori sede ed essendo fra l'altro prossimo alla pensione, si delinea una nuova settimana turbolenta.

«Noi sindacalisti fatichiamo a calmare molti colleghi che si ritrovano con l'acqua alla gola, molti si sono già rivolti agli usurai perché hanno precise scadenze da rispettare»: nelle parole di Giovanni Catania della Fit Cisl c'è proprio tutta la gravità del problema, di debiti enormi, di situazioni incontrollate in passato che adesso si ripercuotono su questi 820 o quasi pulizieri.

«Lo stipendio s'aggira
- continua Catania - sui 1200 euro che in molti casi in una famiglia media si esauriscono dopo tre settimane. Se poi consideriamo che dicembre è un mese chiave per le spese il nostro malcontento dovrebbe essere più che comprensibile. Siamo stanchi, esasperati. Io ho tre figli da mantenere e anche di una certa età che devi aiutare perché non mi sembra che per un giovane oggi la vita sia facile. Se non hai una laurea fatichi anche a essere assunto in un negozio, quindi un genitore non si può tirare indietro».
«Io sono single - interviene Riccardo che però vuol restare anonimo - ma solo di affitto a Misterbianco pago 400 euro. Io ne guadagno mille al mese, mi dica come devo fare dopo aver pagato le utenze domestiche a fine anno. Adesso fra l'altro c'è anche gennaio che devono pagarci. E guardi che per noi scioperare non è bello contriariamente a quanto possa pensare qualcuno perché poi raccogliere i rifiuti con le mani diventa ancora più faticoso. Un lavoro doppio, i cittadini devono per questo comprenderci».
Un puliziere si avvicina quasi furtivamente, dice di chiamarsi Lorenzo e di avere 52 anni. «Per aiutare mia figlia a sposarsi ho dovuto chiedere un prestito. Ora sono nel dramma e ho paura. Lo dica al sign. Prefetto» e sparisce in un batter d'occhio all'arrivo delle telecamere. Salvatore Tomaselli, 62 anni, ormai vicinissimo alla pensione, è venuto da Adrano. Dalle 7 del mattino sta ora aspettando fiducioso con gli altri che qualcuno dalla prefettura raccolga lo sfogo di una categoria che si sente preso in giro e che più tardi deciderà per lo sciopero a oltranza: «Tutto avrei pensato - dice - dopo una vita dedicata al lavoro di soffrire proprio alla fine. Per fortuna visto le difficoltà economiche, mi è rimasto solo un figlio a casa e grazie all'aiuto di un parente sto tamponando, non vedo l'ora di smettere...»
Sono già le dieci del mattino quando la folla comincia a mostrare i primi segni di nervosismo, rumoreggiando. Passa qualche parlamentare regionale, le solite promesse, le classiche frase di circostanze. Davanti la «Coin» un uomo sulla cinquantina ferma il cronista. E' un vecchio compagno di scuola anche lui licenziato. Due matrimoni alle spalle, tre figli. Nei suoi occhi, nella magrezza c'è tanta disperazione. E' proprio vero che nella vita al peggio non c'è mai fine...

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