Duecento euro per gli amici in carcere

arrestoda lasicilia.it
Il pagamento del «pizzo» resta ancora oggi una piaga per commercianti e imprenditori di Misterbianco, che spesso sopportano senza denunciare l'estorsione, rischiando di precipitare in un vortice senza vie d'uscita. Questa volta, fortunatamente per il commerciante coinvolto, i carabinieri della locale tenenza, al termine di un'azione investigativa, hanno arrestato i due estortori.
Davide Salvatore Gresta, con precedenti penali specifici, e un incensurato sono stati così bloccati dai carabinieri in borghese, che avevano da giorni notato gli atteggiamenti sospetti dei due, i quali il giorno prima, sostando con un'auto a noleggio davanti al negozio della vittima, avevano invitato l'esercente a uscire fuori per parlare, non sapendo che gli investigatori già da febbraio li controllavano.

Il loro fare sospetto, l'uso di un'auto a noleggio e i precedenti di Gresta hanno spinto i militari a intensificare gli appostamenti davanti all'esercizio commerciale e, dopo l'ennesima visita, sono entrati in azione bloccando i due, che avevano lasciato l'auto accesa per potersi allontanare subito.
La perquisizione dei due arrestati ha portato anche al rinvenimento e al sequestro di alcuni assegni in bianco, sui quali i carabinieri stanno svolgendo apposite indagini per risalire all'intestatario del libretto e di due apparecchi cellulari, oltre alla somma di duecento euro pagata dalla vittima.

Chieste spiegazioni al commerciante, questi ha dovuto, davanti all'evidenza, ammettere il pagamento dell'estorsione, raccontando anche dei precedenti episodi: i due arrestati, in pratica, gli chiedevano, in media ogni quindici giorni, la stessa cifra, che doveva servire quale contributo per la cassa comune in favore di «amici» attualmente in carcere.
I due arrestati sono stati trasferiti nella casa circondariale di piazza Lanza, a Catania, e dovranno rispondere del reato di estorsione in concorso aggravata.

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