Nel paese del Sindaco-sceriffo dove il Diritto Amministrativo è uno scendiletto!

Diritto AmministrativoTanto tuonò che piovve! I nostri articoli di denuncia sulla discutibile gestione politico-burocratica della Città di Misterbianco, molto sbrigativamente definiti dal Sindaco Nino Di Guardo “fandonie e misere illazioni sotto forma di scoop giornalistici”, cominciano a interessare gli organi Istituzionali deputati al controllo degli atti, politici e amministrativi.

Con nota di protocollo n. 18553 del 17 dicembre 2013, l’assessorato regionale Autonomie locali e della Funzione pubblica ha chiesto chiarimenti al Sindaco di Misterbianco in merito all’adozione della delibera n. 53 del 14 marzo del 2013, con la quale la Giunta comunale inquadrava in Pianta organica come addetto stampa il ragioniere Carmelo Santonocito.

L’assessorato regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, nell’assegnare al Sindaco il termine di 20 giorni per le deduzioni, ha, altresì inviato per conoscenza la medesima nota alla Procura della Repubblica di Catania, alla sezione della Corte dei Conti e all’autore dell’articolo, postato su queste stesse colonne col titolo “Misterbianco, galeotto fu il concorso per il posto di addetto stampa!”

Tutto ciò premesso per doverosa informazione, d’ora in poi sarà nostra priorità scrivere, anche in maniera martellante, nel merito della “libera” interpretazione, troppo libera, dell’art 125 comma 8 del Decreto legislativo n. 163/ 2006, praticata dalla burocrazia comunale Misterbianchese. Sinteticamente, ricapitoliamo il nocciolo di qualche questione. Tutti i funzionari del Comune di Misterbianco, per l’acquisto di beni e servizi fino a 40.000,00 euro oltre IVA invocando il comma 8 (secondo periodo) dell’art. 125 del D. Lgs. n. 163/2006 affidano direttamente, con fallace e illegittima interpretazione della norma, ad alcune (sempre le stesse) fortunatissime ditte centinaia di migliaia di euro di lavori o servizi. In questa pratica perpetrata in spregio della libera concorrenza, della trasparenza e della prescritta rotazione dei soggetti affidatari, con violazione per aggiramento della norma dei commi 8 ( primo periodo) 11 e 13 dell’art. 125 del D. lgs n. 163/2006, il capo fila indiscusso, per affidamenti diretti per centinaia di migliaia di euro, è l’ing. Vincenzo Orlando segue, ma molto ben distanziata, la dottoressa Anna Maria Galatà. Chi avesse voglia di saperne di più consulti la nostra inchiesta dal titolo “Ancora a proposito degli affidamenti diretti nel Comune di Misterbianco”.

Soffermiamo per un attimo la nostra attenzione sulla dott. ssa Galatà per sottolineare che non ci è sfuggita la determinazione di liquidazione n. 3012 del 3 dicembre 2013 di € 10.431,00 alla fortunatissima, manco a dirlo, ditta Giardini Crisafulli, per le scenografie del Natale e di fine anno. Un piccolo merito ce lo prendiamo: infatti l’anno scorso, per lo stesso motivo, alla Giardini Crisafulli la dott.ssa Galatà aveva liquidato, con determinazione n. 2462 del 3 dicembre 2012, euro 18.150,00, con risparmio per la Comunità, nel 2013, di quasi € 8.000,00. Forse i nostri articoli l’hanno resa più parsimoniosa.

Notiamo altresì che la funzionaria per il 2013 ha liquidato ben 550 provvedimenti in più rispetto al 2012. Certamente daremo un’occhiata alla qualità, alla quantità e alla legalità di queste determinazioni. Con l’ultimo affidamento diretto della dott.ssa Galatà la ditta Giardini Crisafulli totalizza in dodici mesi esatti complessive euro 130.783,00. Di questi euro 28.581,00 sono stati affidati dalla dott. ssa Galatà, mentre € 102.202,00 dall’ing. Orlando, alla faccia della trasparenza, della rotazione e della legalità. Ricordiamo che il titolare della ditta Crisafulli risulta essere stato, prima della separazione, il genero dell’assessore all’urbanistica ing. Santagati nella Giunta di Guardo.

Magari non sarà tutta colpa dei burocrati comunali se “leggono” parte della normativa in maniera così eccentrica: forse l’amministrazione non collabora in pieno all’aggiornamento professionale dei funzionari, che sembrano sconoscere totalmente la normativa di riferimento eppure sono norme dell’ormai lontano 2006…

Infatti secondo l’art. 1, comma 450, legge n. 296/2006, “Dal 1° luglio 2007, le amministrazioni statali centrali e periferiche, … e le altre amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per gli acquisti di beni e servizi di importo inferiore alla soglia di rilievo comunitario sono tenute a fare ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione, la cosiddetta Consip”. Ma al Comune di Misterbianco, i burocrati, non solo sconoscono la norma che li obbligherebbe a scegliere i fornitori negli elenchi telematici Consip, ma per aumentare a dismisura una discrezionalità amministrativa largamente al di fuori dei limiti legali, non approntano nemmeno gli albi dei fornitori di fiducia dell’amministrazione previsti dall’art.11 del D. lgs n. 163/2006. Tale modo di operare dei burocrati non solo non tutela l’amministrazione appaltante, ma anzi la espone pericolosamente a rischio di contrarre rapporti con soggetti non idonei. Infatti i controlli sui requisiti dei soggetti aggiudicatari prescritti dall’articolo 38 del Codice degli Appalti ed operanti tramite il D.PR. n. 445/2000, sono da applicare a prescindere dal valore delle acquisizioni e pertanto sono cogenti anche per gli affidamenti diretti.

I “liberali burocrati Misterbianchesi” hanno mai verificato l’iscrizione alla Camera di Commercio delle ditte miracolate? O la certificazione della capacità a contrarre con la Pubblica Amministrazione? O, ancora, la certificazione antimafia? È stata acquisita tale documentazione OBBLIGATORIA per legge nei fascicoli delle ditte miracolate? Noi siamo pronti a scommettere che nemmeno un atto della documentazione elencata con gli interrogativi sia stata richiesta! Pensano forse, i funzionari burocrati del Comune di Misterbianco, che una Città di 50.000 abitanti si possa amministrare come una confraternita? O come un complesso condominiale?

Al segretario Comunale, dott. Vincenzo Marano, ormai insediatosi da alcuni mesi, di cui ricordiamo come unico atto ufficiale l’adeguamento delle indennità di posizione stipendiale, chiediamo esplicitamente e senza mezzi termini che richiami i suoi funzionari al rispetto rigoroso, preciso e puntuale delle leggi in materia di affidamenti sotto soglia. Non è necessario predisporre alcun ulteriore regolamento: poverini, si correrebbe il rischio di confonderli, perché la normativa di riferimento, benché a loro ignota, è già tutta bella e pronta da anni: basta non far passare gli spezzatini e le libere interpretazioni in favore delle solite ditte note. Noi prendiamo atto che dovremo ancora supplire, chissà per quanto tempo ancora, ad una classe politica di opposizione sciatta, impreparata e inadeguata, forse attenta solo al soldo delle indennità, incapace cronica di denunciare in Consiglio comunale l’un per cento delle nostre “fandonie e misere illazioni”, stando al Di Guardo-pensiero.
Di contro non si rallegrino Di Guardo e la sua prona maggioranza, perché saremo piccoli piccoli, ma le nostre denunce stanno arrivando lontano, molto lontano.

Ignazio De Luca
linksicilia.it
19/12/2013

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