Monta la protesta dei genitori Misterbianco

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Un gruppo di genitori ieri mattina ha protestato per la collocazione dei loro figli, che frequentano la scuola materna dell'Istituto "Padre Pio", all'interno di locali presi in locazione dal Comune a fronte del plesso scolastico chiuso lo scorso anno.
I genitori chiedono la riapertura della scuola che è stata inaugurata appena sei anni fa, ma che da subito ha presentato problemi strutturali, tanto da indurre il sindaco Ninella Caruso ad ordinarne la definitiva chiusura per avviare i lavori di messa in sicurezza.
La protesta dei genitori, che ieri si sono soffermati davanti al plesso provvisorio di via Lenin, angolo via Allende a Lineri, mira alla riapertura del plesso, che certamente non potrà avvenire prima del prossimo anno. Il plesso di scuola materna, infatti, presenta seri problemi strutturali, venuti alla luce per la prima volta nel 2005, ad appena un anno dall'inaugurazione

Allora cadde una finestra dal lucernaio. e Per fortuna non ci furono danni a persone. Un campanello d'allarme che, successivamente, avvertì altre volte le autorità, tra il 2008 e 2009, causando a più riprese la chiusura del plesso e l'avvio di accertamenti statici che hanno confermato le perplessità dei tecnici.
L'errore, purtroppo, parte da lontano, in quanto il sito fu progettato su un'area geologicamente instabile, probabilmente una vecchia cava di tufo riempita nel tempo da inerti. Tutto questo causò distaccamenti delle murature e dei copriferro dei pilastri, tanto che il sindaco nel giugno dello scorso anno, a conclusione dell'anno scolastico, ne ordino la definitiva chiusura. Il progetto di consolidamento dell'immobile, realizzato a tempo di record, ha permesso di espletare la gara d'appalto dei lavori per circa mezzo milione di euro, reperito con l'accensione di un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti.

«Questa volta qualcuno ha voluto fomentare la protesta - hanno detto il sindaco Caruso e l'assessore alla Pubblica istruzione, Franco Galasso - perché dalla chiusura non si è perso un attimo di tempo, altrimenti tutta la procedura non sarebbe arrivata a questo punto. Alla sicurezza dei nostri ragazzi teniamo prima di ogni cosa e certamente non è una nostra responsabilità se è accaduto tutto ciò».

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