Misterbianco ha bisogno del Piano di protezione civile

Orazio Panepinto - MisterbiancoSe Catania è classificata “la città a maggior rischio sismico d’Europa”, la sua provincia non è da meno. E si aggiungono l’alto rischio vulcanico e quello idrogeologico.

Dopo l’ennesimo lutto nazionale, mentre si ripetono sistematicamente gli allarmi dei geologi, architetti e ingegneri, soprattutto nel meridione ci si chiede cosa sia stato fatto in realtà per lo studio, la prevenzione, il recupero, la messa in sicurezza, e perché non si spendano neanche i fondi disponibili, mentre ad occuparsi motivatamente di queste problematiche vitali del territorio sono ancora soprattutto le forze di volontariato.

“Mappe dei rischi”, “fascicoli-casa”, ecc. Tra le tematiche trascurate, quella dei “Piani comunali di protezione civile”, e tutte le iniziative necessarie a proteggere i centri abitati dove le costruzioni vecchie e a rischio sono purtroppo la maggioranza. E Misterbianco non è certamente una città “nuova”, tutt’altro.

Contattiamo l’assessore alla protezione civile di Misterbianco Orazio Panepinto, tornato nel luglio scorso ad assumere l’incarico in Giunta dopo due anni. E gli chiediamo che fine abbia fatto il Piano comunale di protezione civile accantonato da tempo – perché “incompleto” - in Consiglio comunale, in un territorio ad altissimo rischio su più versanti.

«Quello che è accaduto al centro Italia – ci dice l’assessore Panepinto – non può che farci riflettere sulla situazione dei nostri territori e sulle tantissime cose da fare. Dobbiamo attrezzarci per la prevenzione, recuperare il tempo perduto. Occorre riprendere subito uno studio serio sulla vulnerabilità dei nostri edifici (molti dei quali di antica costruzione) e fare il fattibile, col necessario concorso di tutti gli interlocutori competenti e in vario modo responsabili. Dobbiamo partire dalla mappatura aggiornata del patrimonio edilizio, dall'adeguamento antisismico degli edifici pubblici e delle scuole comunali, oltre che puntare sugli incentivi di legge – poco noti - per l’adeguamento strutturale degli immobili privati.

Ho ripreso in mano la proposta del Piano comunale di protezione civile rimasta finora senza esito, ed intendo lavorarci fino a quando non avremo varato in Consiglio comunale il nuovo Piano che la comunità richiede e che non può attendere ancora a lungo. E tutti gli uffici provinciali e regionali devono collaborare utilmente. Non ci si può palleggiare impegni e responsabilità. Intendo incontrare al più presto anche le valide organizzazioni di volontariato locali operanti nel settore, per averne le utili indicazioni e proposte». Un argomento, in verità, su cui – al di là di ogni contrapposizione politica - non c’è altro tempo da perdere.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
10/09/2016

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