Benvenuti al terzo appuntamento. Per poter parlare dei calciatori di allora, bisogna ritornare brevemente ai “terreni di gioco”, questa volta un po’ più simili ad un campo di calcio. Ancora giovanissimi e desiderosi di un calcio più vero, verso la fine degli anni ’50, abbiamo scoperto uno spazio non grande ma quasi sempre libero da qualsiasi utilizzo, dietro le prime case popolari di Misterbianco, non lontano dalle Terme romane, le quali guardavano a nord e ad ovest su una campagna desertica, tranne serrate “macchie” di fichidindia a perdita d’occhio. E allora, giù tutti i ragazzi a lavorare per sistemare meglio possibile il fondo del terreno; per porte solo intelaiature con due montanti e la traversa, ma sempre senza le reti! Gli ambienti delle Terme vicine, pur se difficilmente calpestabili, erano quasi sempre i nostri spogliatoi. Abbiamo cominciato a giocare con squadre di undici contro undici, ma ci andavamo un po’ stretti; tuttavia, ci sentivamo per la prima volta liberi con un nostro campo e presto ci accorgemmo che diventavamo sempre più numerosi come frequentatori. Fu una spontanea conquista sociale e fonte di aggregamento umano, direi meglio cittadino, perché eravamo ragazzi provenienti da tutto il Paese e andavamo tanto d’accordo che decidemmo di riprendere a disputare dei tornei estivi fra squadre cittadine. Purtroppo, la nostra esistenza calcistica in quell’angolo di paradiso arrivò ad un certo momento alla fine, con tanta delusione e scoraggiamento per noi ragazzi.
Cosa fare? La gioventù è bella anche per questo: coraggio e rimbocchiamoci le braccia; via alla ricerca di un nuovo spazio. Chi dal Poggio Croce guarda a sud verso la Piana cosa vede, ora come allora? Il pendio verso i Sieli:… distese libere, disabitate, incolte… con qualche spazio più o meno pianeggiante, vicino alle prime case del paese. Certo, quando pioveva, il terreno di argilla pura (c’era un grande “stazzone” che ne faceva mattoni) si spaccava, ma…lì chi ci avrebbe disturbato, non avremmo dovuto dare conto a nessuno; e allora… perfetto per noi! E di nuovo a ricominciare a sistemare il fondo, le porte e quanto necessario. Eravamo cresciuti, nella testa, nel cuore e nelle gambe, quasi senza accorgerci di questa maturazione. Erano gli anni di giovani e calciatori come Iano Sciarone, Angelo e Gianni Greco, Mario Scuderi (“do munimentu”), Franco Galatà, Carmelo il portiere, Turi “da stazzioni”, Vito Arena, Salvatore Ciarcià, Mario Petrina, Pietro Giuffrida e tanti altri giovani di tutta la città.
Forse gli anziani di oggi miei coetanei si ricordano ancora della famosa squadra del Bar Arena, dal nome del locale su via Garibaldi del nostro indimenticabile amico e presidente Vincenzo Arena, tanto buono quanto simpatico e generoso. Fu lui, infatti, che diede vita alla prima forma di Società calcistica a Misterbianco, ci comprò le divise complete di calciatori con una maglia bianca con una striscia obliqua tricolore e il suo bar fu sempre un punto di incontro e amicizia per tutti i giovani di Misterbianco. Ricordo, possiedo ancora una copia del giornale, che il Catania dei tempi di Prenna, Ferretti e soci, ci invitò a giocare un tempo dei suoi allenamenti nel campo di Belpasso durante la sua preparazione estiva precampionato alla serie A. E ancora, andammo a giocare parecchie volte a Catenanuova, Regalbuto, Troina. Scordia, Ramacca, Motta, ecc., ma….ma…tanti bravissimi giocatori fra di noi… che giocavamo a fare? Eravamo nessuno! Non contavamo niente di niente in campo calcistico: nessuna Società, nessun campionato! Per il mondo del calcio non esistevamo!! …Poi successe l’imprevisto, anche se qualche appassionato di calcio misterbianchese ci chiedeva da un po’ di tempo: “Perché non andate a giocare fuori, con una squadra di un altro paese?” In quel periodo si andava a giocare anche in un campo (appena finito di raccogliervi patate) antistante l’azienda industriale Sicep (oggi vi sorge il centro commerciale Metro). Lì vennero a vedere giocare alcuni di questi giocatori misterbianchesi, di cui si vociferava in bene nella provincia, degli emissari della Società calcistica comunale di Bronte ed effettivamente diversi di essi vennero ingaggiati e disputarono onorevolmente il primo campionato ufficiale della loro vita. Io, purtroppo, fui sfortunato: era stato segnalato anche questo giovane centravanti dal gol facile, che, però, proprio durante quella partita sotto osservazione si infortunò alla caviglia e dovette così rinunciare per un anno all’ingaggio.
La stagione successiva diventò un punto fermo del Bronte. Il nostro gruppo giocò a Bronte fino al 1965, mentre a Misterbianco cadde l’oblio quasi completo sul calcio, a parte qualche bel caso sporadico, come Pietro Giuffrida, che intraprese una promettente carriera con Società di livello nazionale professionistico. Quanto a me, prima di chiudere con il gioco del calcio, (soprattutto per essermi sposato a 23 anni), avevo insegnato a giocare ad alcuni ragazzini di tutto il paese, proprio nel campetto dei Sieli; erano davvero bravi, tanto che li iscrissi, (mi ricordo che raccogliemmo a poco a poco di tasca nostra i soldi per tutte le spese…) ad un campionato della Lega Giovanile della provincia di Catania. Andammo a giocare, a via di sacrifici di tutti i tipi, in vari paesi e andammo veramente benissimo fino alla fine, rischiando di vincere il campionato: perdemmo l’ultima partita e il campionato nel campo di S.Maria Goretti a Catania contro una squadra della quale non ricordo più il nome; ma in quella partita giocò con essa un certo ragazzino di nome Pietro Anastasi, della cui gloriosa carriera calcistica ben presto poi tutti abbiamo sentito parlare!
Conclusioni. Perché eroici e pionieri?... Risposta facile: perché furono i primi e si mossero sempre da soli nel loro tempo e ambiente, ponendo gli ostacoli dietro le spalle a via di sacrifici per seguire il loro sport ideale. Perché sfortunati?... Probabilmente molti di quei ragazzi, alcuni di grande talento, se avessero avuto allora i trampolini di lancio che hanno a disposizione i giovani aspiranti calciatori di oggi, avrebbero avuto anche loro la possibilità di diventare tanti altri Pietro Anastasi!.. Nel prossimo appuntamento cercherò di completare l’esame delle altre sezioni del mondo del calcio di Misterbianco, 1950-65. Grazie dell’attenzione. Vito Arena Vi saluta.