Lettera aperta al Ministro del Lavoro e Politiche sociali

Mercatone Uno - MisterbiancoAl Signor Ministro del Lavoro e Politiche sociali Dott. Giuliano Poletti Ai Sottosegretari del Ministero del Lavoro Dott.ssa Franca Biondelli Dott.ssa Teresa Bellanova Dott. Luigi Bobba Dott Massimo Cassano Presidenza del Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi Piazza Colonna 370 00187 Roma-Italy.

OGGETTO: Egregio Signor Ministro, è desolante doverLe rappresentare l'umiliazione e il disagio di tante famiglie che oggi rischiano di restare senza lavoro, a causa del fallimento dell’ennesimo polo commerciale.

Desidero esporre,con queste righe, quanto rilevante e gravoso sia il dramma della realtà italiana, siciliana, nel caso specifico misterbianchese, che vede il disagio di 99 dipendenti che temono il licenziamento, 150 se consideriamo autisti e fornitori, del centro commerciale MERCATONE UNO. Ed ecco che un semplice cittadino oggi si pregia di rivolgersi al Ministro del Lavoro e Politiche sociali della Repubblica Italiana e ai Sottosegretari del suindicato Ministero. Scrivo una lettera aperta di mio pugno, da libero cittadino e col cuore in mano, per chiedere un incisivo intervento su quello che è oggi l’argomento più discusso a Misterbianco. Sit in e manifestazioni di protesta si sono susseguiti davanti le porte del centro commerciale. I sindacati hanno fatto sapere ai lavoratori che Mercatone Uno - azienda italiana leader sul territorio nazionale nel campo della distribuzione di mobili, arredi e prodotti per la casa - ha presentato al Tribunale di Bologna domanda di ammissione al concordato preventivo, anticamera della chiusura e del licenziamento se non si farà avanti qualcuno per l’acquisto.

Dalle notizie avute dai sindacati si sa che l’amministratore delegato ha annunciato che, poiché la società sta lavorando solo con le risorse generate dalle vendite, non riuscirà ad arrivare alla scadenza del 19 maggio fissata per la presentazione del piano concordatario al Tribunale di Bologna. Cioè entro quella data molti siti saranno chiusi. Non riesco a non esprimere il mio pensiero, in qualità di Presidente del Comitato cittadino del Comune di Misterbianco, ma in primis in qualità di cittadino, ed è per questo che decido oggi di arrogarmi la possibilità di mettermi in contatto con un importante organo amministrativo della Repubblica Italiana. Lavoratori in lacrime, famiglie che in un momento di crisi lavorativa temono di esser messi alla porta e di non poter più far fronte al mantenimento dei propri figli. Premetto che tante attività commerciali hanno chiuso, famiglie nel disagio assoluto. Non è caso singolo, purtroppo, nella realtà odierna, ma con questo ennesimo fallimento si chiude un capitolo della zona commerciale di Misterbianco, una piccola Beirut bombardata. Borbardata, mi consenta il termine, da interessi politici e commerciali che hanno dirottato l’economia nel nuovo polo commerciale del Centro Sicilia, lasciando deserta e abbandonata quella che un decennio addietro rappresentava la ricchezza del commercio della Sicilia Orientale. L’uomo crea e l’uomo distrugge. E questo è l’inizio della devastazione dell’economia di un intero Paese: le vendite continuano a calare, i costi degli affitti dei locali ad aumentare e la concorrenza, non locale, è spietata.

A soffrirne di più sono i piccoli imprenditori, per i quali mantenere in vita la loro tanto sudata attività comincia a diventare un lusso a cui, ad un certo punto, sono costretti a rinunciare. La zona commerciale di Misterbianco contava oltre 700 imprese commerciali. Oggi quella visione è una mera illusione. Tutto ciò a scapito delle centinaia di lavoratori che si sono visti sottrarre il proprio posto di lavoro. Oggi un'area che potenzialmente potrebbe essere una piccola oasi racchiusa all'interno del nostro paese, giace trascurata ed abbandonata. La crisi c’è, ma, ahimè, sembra non parlare cinese. I cinesi, infatti, al contrario dei nostri concittadini, nella zona commerciale vedono la loro oasi nel deserto. Sono ormai decine gli store, grandi e piccoli, sorti a Misterbianco, proprio lì dove negli anni addietro nacquero i grandi centri commerciali come Auchan, Metro, Brico, Scaringi, etc. che per anni sono stati “pane” per migliaia di operai, oggi cassintegrati, disoccupati e fondamentalmente disperati.

Urge, Signor Ministro, un immediato intervento sulla questione Mercatone Uno. Dobbiamo dimostrare all’Italia intera e a noi stessi in primis l’intenzione di uscire dalla crisi. Dobbiamo dimostrare che accanto a centinaia di lavoratori esiste uno Stato. Speranzosa, di un Suo intervento, che può e deve ridare dignità lavorativa a questa gente, La ringrazio per la Sua gentile attenzione.

Giusi Letizia Percipalle
Presidente del Comitato Cittadino
La Voce di Misterbianco

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