Parlamentari, benvenuti nella «terra delle discariche». Dopo l'intera giornata iniziale di audizioni di ieri alla Prefettura di Catania, la delegazione della Commissione bicamerale Ecomafie effettuerà stamani i previsti sopralluoghi alle discariche di Valanghe d'Inverno e di Grotte San Giorgio, dove almeno fino al 31 marzo verranno conferiti i rifiuti di ben 226 dei 390 Comuni siciliani, secondo l'ordinanza del presidente della Regione di fine febbraio.
La Commissione, che agisce «con i poteri e le limitazioni dell'autorità giudiziaria», avrà modo di visitare fisicamente due realtà emblematiche di un'assurda situazione in cui, in mancanza di adeguate strutture pubbliche e di un valido Piano regionale di gestione dei rifiuti la perenne "emergenza" finisce con l'imporre l'abnorme continuazione dell'attività di abbancamento in impianti privati su cui gravano anche indagini amministrative e giudiziarie.
Ricordiamo che con un decreto regionale del luglio 2014 a Valanghe d'Inverno fu negata l'autorizzazione alla prosecuzione dell'attività e che l'impianto è oggetto di un progetto di chiusura e bonifica disposto anche da Conferenze dei servizi regionali convocate appositamente, a parte le inchieste e i procedimenti (come "Terra mia") in corso.
Dal canto suo, l'esausto impianto di Grotte San Giorgio è stato appena autorizzato dalla Regione ad ampliare di circa 100mila metri cubi la propria capienza - perfino con abbancamento dei rifiuti in sopraelevazione - per consentire almeno una sopravvivenza di un paio di mesi, in attesa di una nuova soluzione. E ciò, sebbene sia in corso da parte del Dipartimento Acque e rifiuti una revisione dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale) nei confronti del gestore (Sicula Trasporti) per presunte irregolarità, così come per l'Oikos a Motta S. Anastasia.
Insomma, per evitare «una grave situazione igienico-sanitaria» che potrebbe essere causata dalla chiusura delle pochissime discariche in funzione, esse restano aperte ed operative addirittura al massimo (fino alla saturazione) nonostante ogni inchiesta e possibile violazione di legge.
Questa la realtà che i territori interessati devono affrontaere e che l'attesa Commissione parlamentare sui reati ambientali si trova a verificare ora.
La Sicilia
12/03/2015