L'arte della falconeria di Agatino Grillo

AquilaSi svolgerà domenica 4 gennaio a Castello Ursino la rievocazione medievale "Ars venandi", prevista per lo scorso 28 dicembre ma rinviata a causa del maltempo. Dalle ore 9 alle 13, una magnifica giostra di falconieri e falconi darà vita ad un happening colorato ed emozionante, arricchito dall'intervento di giocolieri, sputafuoco e “combattenti” alle prese con balestre e catapulte.

"Desideravamo mantenere l'impegno preso con la cittadinanza", sottolinea l’Assessore alla Cultura Fabio Fatuzzo, promotore della programmazione realizzata nel maniero federiciano nell'ambito del calendario annunciato dal Comune per le festività.

In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà all'interno del castello, luogo ideale per ospitare la variegata manifestazione curata dal maestro falconiere Agatino Grillo, tra i maggiori esponenti in campo mondiale di questa antica e nobile arte venatoria.

“Si tratta – evidenzia ancora l’assessore Fatuzzo - di un’iniziativa legata alle radici storiche e culturali della città. La manifestazione viene non a caso inscenata nel bel castello di Federico II di Svevia, abile cacciatore e falconiere”.
La costruzione, progettata da Riccardo da Lentini, fu avviata nel 1239. Circa dieci anni dopo, tra il 1249 e il 1250, Federico attese alla stesura del trattato De arte venandi cum avibus. Eredità affascinante e misteriosa dei cavalieri nomadi delle steppe asiatiche, la falconeria fu introdotta nel Mediterraneo dagli arabi. La sua acquisizione da parte delle aristocrazie europee medievali coincise con la nascita della cavalleria e con la tendenza a sublimare la violenza nella caccia o in competizioni spettacolari e regolamentate. Da subito fu identificata come elemento distintivo della nobiltà, fino a diventare il simbolo stesso della regalità.

Merito di Agatino Grillo è mantenere viva una tradizione ormai desueta. La complessità dell’addestramento dei predatori richiedeva e richiede conoscenze naturalistiche elevate, abilità precise e tempi molto lunghi, facendo salire alle stelle il costo degli animali. Aquile, falchi, astori, gheppi erano destinati agli spassi dei sovrani, esibiti nei palazzi e nei cortei come meraviglie degne di chi deteneva il potere universale. Anche il capolavoro di ornitologia di Federico II di Hoenstaufen, non è soltanto un trattato scientifico, né la semplice testimonianza appassionata dell’amore dell’imperatore per la natura, ma può essere letto come un codice simbolico, in cui ad ogni predatore e ad ogni forma di caccia corrisponde un grado di perfezione e di esercizio del dominio del re sui suoi sottoposti e sugli esseri viventi.

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