La mia sfida all'illegalità

Minacce e attentati dietro il business dei rifiuti. Parla il sindaco di Misterbianco: "Ognuno nel suo piccolo deve continuare a fare la sua parte, assumere atteggiamenti coerenti con la propria vita e non perdere di vista i valori in cui crede."

MISTERBIANCO. Se nel clou della festa del paese, nei posti riservati alle autorità cittadine siedono due signori il cui unico titolo è quello di essere padroni di una discarica illegale, e "grandi elettori" di un neosenatore, un sindaco può rivendicare a gran voce la sedia che gli hanno sottratto, facendo scandalo dinanzi ai fedeli raccolti nel Duomo; o può far finta di niente e sedersi più indietro, come gli consiglierebbe il questore.
Nino Di Guardo è uno che alza la voce. Sembra essere rimasto uguale a dieci anni fa, quando da Misterbianco partì per Roma con una valigia di documenti e se ne andò da Giorgio Bocca a denunciare connivenze e colpe dei politici di allora, e il degrado del suo paese. Non è cambiato il sindaco di Misterbianco. Ora come allora, ogni tanto riceve intimidazioni; e se ha qualcosa da dire chiama i giornalisti e la dice senza troppi giri di parole. Lo ha fatto qualche settimana fa, dodici ore dopo aver trovato la porta di casa cosparsa di benzina, per raccontare della festa del patrono e di come, il 6 agosto scorso, con la sua bella fascia tricolore, entrò al Duomo, depositò i fiori dell'amministrazione sull'altare e poi si voltò per andare a prendere posto in prima fila, accanto al comandante dei carabinieri e al capo dei vigili urbani. "La sedia per me non c'era. I posti erano tutti occupati: c'era il senatore Mimmo Sudano del Ccd e accanto a lui due signori, che ho riconosciuto essere il gestore e il figlio del proprietario della discarica abusiva contro la quale mi batto da anni". Per capire meglio, spiega Di Guardo "occorre premettere che alle scorse elezioni il Polo ha stravinto anche qui a Misterbianco, come in tutta la Sicilia. E che io tra un po' dovrò lasciare e non potrò essere rieletto perché scade il mio secondo mandato. Si è così diffusa la convinzione che io sia quasi un abusivo". Il centrodestra sente che a breve governerà anche Misterbianco
Sì, e per questo un senatore che qui non c'è mai stato si presenta in chiesa alla festa patronale e si prende pure una medaglia dal parroco. Ma la cosa che più mi ha sorpreso è stato vederlo con accanto i suoi sostenitori elettorali, persone che io ho sempre avversato e le cui vicissitudini giudiziarie ho anche segnalato al prefetto.
Non c'è nulla di male ad esprimere le proprie simpatie
Certo, non ci sarebbe niente di male. Ma è vero che la mia giunta ha manifestato la volontà incontrovertibile di chiudere questa discarica, dunque scegliere la parte politica avversa in modo così esplicito suona come un tentativo di aggirare il veto. Il fatto che poi me li ritrovi nella fila delle autorità, seduti accanto al parlamentare, mi è sembrato provocatorio. E ho detto ad alta voce che dovevano essere allontanati, invitando il senatore a ricevere gli amici a casa sua. Di sera ho trovato la benzina davanti alla porta di casa. Ho collegato i due fatti, nient'altro, non le prove. Ma certo un pensiero mi viene: un'umiliazione pubblica, una reazione d'impeto.
Lei se l'è presa pure col prefetto
Beh, sì, ho detto che ero rimasto stupito del fatto che non mi avesse neppure mandato un telegramma di solidarietà. Lui per risposta ha convocato l'indomani il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, invitandomi a partecipare e dicendo alla fine che questo era più importante del telegramma.
A cosa è servita quella riunione?
Abbiamo parlato della discarica, della quale il prefetto sa tutto perché gli ho scritto più volte. Abbiamo parlato anche di quello che era successo in chiesa: il questore mi ha detto che potevo evitare, che al mio posto lui probabilmente si sarebbe seduto dietro, che è una questione di carattere.
Un carattere che fa di lei un 'diessino autonomo', e spesso un isolato. Anche rispetto a questa denuncia, non ha avuto un gran sostegno dal suo partito
Il partito in questo momento è reduce da dure sconfitte, mentre c'è un calo di tensione antimafia che mi fa sentire il rischio di tornare indietro, a quando dopo lo scioglimento del consiglio comunale nel '92 diventai sindaco; mi ritrovai a capo di una comunità che aveva ereditato un concetto della politica avvilito; una politica fatta da 'sensali', che elargiva favori e umiliava i diritti dei cittadini.
Ma questo calo di tensione, in Sicilia, non lo si avverte di colpo adesso
Sì, è così. Anche nel centrosinistra è passato il messaggio che la tensione antimafia non paga più. Se penso a quanti alberi abbiamo piantato negli anni scorsi. E ci sono alcuni atti legislativi dei governi di centrosinistra che hanno consentito ai nemici della legge di respirare meglio. Ma adesso, con un presidente del consiglio inquisito, che ha trasformato i suoi avvocati in ministri impegnati a fare leggi per ingabbiare la magistratura...
Adesso come si fa a combattere la mafia? Ha ancora un senso affrontarla, con questo clima?
Ha senso, eccome. Ognuno nel suo piccolo deve continuare a fare la sua parte, assumere atteggiamenti coerenti con la propria vita e non perdere di vista i valori in cui crede.".

Patrizia Abbate
Il Manifesto - 08/09/2001

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Commenti

Re: La mia sfida all'illegalità

Avvicinatasi la campagna elettorale, riparte il tam-tam della stampa. Siamo un po' stufi di questo presunto primato morale della sinistra. Il sindaco farebbe bene a fare qualche bell'esame di coscienza.

Re: La mia sfida all'illegalità

il sindaco sà che i ririuti solidi urbani sono un grande affare.Prima ha tentato di gestire la discarica privata attraverso la società Etna Ambiente ed ora punta alla gestione della discarica provinciale, che nascerà accanto alla vecchia, dove scaricheranno 34 comuni. Più che sfida all'illegalita sembra una battaglia di interessi. Soluzione: applicazione decreto Ronchi; impienti di recupero lontano dai centri abitati.Comunque Misterbianco non è la pattumiera della Sicilia Orientale. Paolo Conti

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