La Città che vorremmo

Città che Vorrei - MisterbiancoIn questi anni sono stata oggetto di attacchi, da parte di quella politica con la p minuscola di cui sconosco l'appartenenza, coinvolta in equivoci, volutamente criticata e spesso fraintesa.

Un'unica mira, la loro, mettermi in cattiva luce, coinvolgendomi all'interno di un contrasto politico di cui non faccio parte. Accuse improprie, immotivate e a tratti ingiuriose.

Eppure, sono soltanto un libero e semplice cittadino, che ha un obbligo morale nei confronti dei propri figli e nei confronti di una comunità che ha il diritto di vivere in un paese a dimensione.

Che male c'è nel pretendere una città in cui gli interessi di una comunità prevalgono quelli personali di una parte bieca, ottusa e ancorata ad una vecchia visione della gestione amministrativa.

Che male c'è nel pretendere una città in cui il verde e l'ambiente vanno a braccetto, in cui i beni comuni come l'acqua ritorni ad una gestione pubblica. Immagino e spero di poter vivere in una comunità che protegga i suoi commercianti, i suoi artigiani e tutte quelle imprese che garantendo il lavoro, contribuiscono alla crescita della città, e dove ognuno di noi può dare un contributo. Mi ritrovo, invece, in una città in ginocchio, nella quale non esistono più le condizioni economiche e le aziende che chiudono sono molte di più di quelle che intendono aprire.

Mi ritrovo in una città che ha una discarica contesa tra Magistratura e Regione; in una città in cui i diversamente abili sembrano esser fuori posto, in cui le tutele per i più deboli vengono calpestate.
Per non parlare dei nostri giovani che vivono ormai senza emozioni.

Per questo mi sento moralmente obbligata nei confronti di quelle persone che non hanno la forza di poter rappresentare le proprie necessità, senza che chi li ascolta non ne approfitta, adescate dal politico di turno che muta un diritto in un favore, per poi scambiarlo con un voto.

Perchè dobbiamo assistere a programmi elettorali tutti uguali, che poi alla fine non vengono minimamente seguiti; programmi fatti tra le mura di segreterie politiche e non tra le strade, col popolo, unica e vera espressione democratica dello Stato.

Perchè non dobbiamo tutelare l'artigiano che sta per chiudere, il commerciante devastato dalle tasse, il disoccupato che non vede il suo unico chiaro diritto alla vita. Abbiamo invece una città fantasma, fatta di capannoni vuoti, falliti.

Non permettero' che si distragga una comunità parlando del nulla.
Mi piacerebbe invece parlarvi della città che vorrei.
Un solo intento, costruire assieme alla gente la città che noi vogliamo, cucita sulle nostre esigenze, lontana anni luce dalla città in cui, invece, ci hanno indotto, nostro malgrado, a vivere.

Giusi Letizia Percipalle

tags: